La parte migliore del Giuoco del Calcio...è a Barletta
Ieri si è tenuto un convegno presso la Sala Rossa del Castello Svevo
giovedì 10 maggio 2012
9.39
Imporsi nella vita attraverso il calcio, e creare un piccolo mondo globale e multietnico nello stemma di un pallone. E' questo il messaggio che i ragazzi del programma "Nuove frontiere...oltre i contenuti sportivi- La parte migliore del Giuoco del Calcio" hanno offerto ieri mattina, nell'incontro tenuto presso la Sala Rossa del Castello Svevo di Barletta: il progetto vede collaborare la S.S. Barletta Calcio, l'A.S.D. U.I.C. Bari e la Footballitaly, divisione di lavoro della Publi Punto Com Snc, società di servizi, con sede in Barletta, rappresentata dal dottor Lucio Mazzilli e la dottoressa Graziana Cafagna. Sul palco anche Giuseppe Dimiccoli, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe Simone, presidente del Consiglio Regionale Pugliese U.I.C., Luigi Iurlo, presidente U.I.C. ed ipovedenti della sezione provinciale di Bari, l'arbitro internazionale Antonio Damato, l'addetto stampa del Barletta Calcio Matteo Tabacco, Isidoro Alvisi, delegato provinciale del Coni Bat e il consigliere regionale Ruggiero Mennea. L'evento è stato coordinato dal giornalista barlettano Gianluca Rotunno e moderato dalla collaboratrice RAI Giusi De Angelis.
Dopo i ringraziamenti di rito rivolti a Regione Puglia e S.S. Barletta Calcio, è stato Lucio Mazzilli, responsabile della Publi Punto Com, ad aprire le danze : "Il progetto nasce da esigenze di barriere architettoniche da un lato, e barriere geografiche e burocratiche dall'altro. Nella fattispecie, esiste una legislazione che nel mondo del calcio limita o in taluni casi impedisce la presenza di calciatori extracomunitari: spesso non si coglie il fattore aggregante dello sport, e la capacità di questo di limitare la disoccupazione. Noi abbiamo dato vita a questa squadra di calcio, abbiamo ospitato i ragazzi presso il "Campus X" di Bari, li abbiamo allenati in pochissimi giorni grazie a mister Conetti, che è stato per loro un padre più che un tecnico ".
Testimonianza ripercorsa poi attraverso una video-testimonianza del progetto, che ha aperto il dibattito, inaugurato da Giuseppe Dimiccoli: "Oggi (ieri, ndr) si festeggia l'Unione Europea, e questo dà un fondamentale valore aggiunto all'evento. Chi fa sport è in linea con i principi del "sogno europeo": in Europa, solo il 40% pratica sport una volta a settimana, mentre il 25% non pratica attività fisica. Il 2004 è stato l'anno dell'educazione attraverso lo sport: da allora lo sport ha maggiore ascendenza nelle politiche sociali europee, che permettono ai ragazzi di avere maggiori possibilità di aggregazione e di benessere fisico. Il 12 febbraio 2012 il Parlamento Europeo, con una risoluzione, ha rilanciato l'educazione fisica nelle scuole, fattore spesso sottovalutato in Italia, e l'invecchiamento attivo e il dialogo tra le generazioni: sarebbe bello se anche le persone di una certa età potessero beneficiare dello sport". Dimiccoli ha toccato anche una tematica fortemene contemporanea, quella delle scommesse sportive: "La risoluzione fa riferimento al fatto che sono una forma di sfruttamento commerciale delle manifestazioni, e invita l'UE a vigilare sulla regolarità delle partite e sui comportamenti sospetti".
Le problematiche di natura architettonica, sollevate anche in occasione del recente evento tenutosi a Bari, che ha visto protagonista il Barletta Calcio, è stato Giuseppe Simone, Presidente del Consiglio Regionale dell'U.I.C., accompagnato da Giuseppe Pinto: "Credo che il tema trattato nell'evento riassuma al meglio le problematiche dei disabili visivi e di coloro che necessitano di integrazione. E' necessario far capire alla Regione che gli interventi "a pioggia" dispensati nel settore poco o niente servono: non è possibile non dare accessibilità culturali e fisiche ai disabili. Mi chiedo se questo è finalmente il momento di aprirsi ai disabili: io dico di sì, oggi esistono le strutture adatte, ma bisogna coordinarle come fanno ad esempio negli Usa, dove da almeno 70 anni esistono impianti sociali e sportivi adatti, che formano campioni. In Puglia ci sono circa 35000 ciechi ed ipovedenti, ma io parlo in generale del mondo dei disabili: è necessario un nuovo disegno di legge, altrimenti non si potrà mai dare esempio di integrazione sociale attraverso lo sport".
A domanda alle istituzioni, risponde la controparte. Isidoro Alvisi, delegato provinciale del Coni Bat, ha replicato alle richieste di Simone: "Lo sport è di tutti, purtroppo però la divulgazione sportiva non è per tutti oggi. Bisogna fare in modo che gli argomenti sportivi siano dedicati a chi lo sport lo conosce: faccio l'esempio di Barletta, dove il "Palaborgia" oggi è quanto di più lontano da un impianto atto a fare sport, anche se meriterebbe panorami agonistici di alto livello. Bisogna capire che è quella di cui si parla oggi "la parte migliore del gioco del calcio": è necessario superare le frontiere e le barriere architettoniche, parlando di sociale attraverso lo sport".
Chiamata in causa la Regione Puglia, rappresentata da Ruggiero Mennea: " Nella materia sportiva servono conoscenza e competenza: a volte si trovano buoni politici e pessimi amministratori, logiche che spesso portano chi pratica sport e chi vive le difficoltà proprie dei disabili a vivere in maniera negativa e deleteria la propria quotidianità. Personalmente non divido lo sport per normodotati da quello per disabili: oggi esistono contenitori e strutture per lo sport su livello regionale, ma questi impianti andrebbero disciplinati e rivalutati. Penso alle palestre scolastiche, chiuse per mezza giornata, uno spreco inconcepibile. Credo che anche le associazioni sportive debbano trasformare la loro capacità di sollevare problematiche in azioni concrete". Un intervento chiuso da una promessa: "Io do la mia piena disponibilità a studiare un disegno di legge regionale che possa intervenire subito nel contesto".
Un duplice esempio di speranza alla formazione "Nuove Frontiere" è stato fornito dal racconto di vita di Laurent Lantieri, attaccante francese "giramondo" oggi in forza al Foggia Calcio, e da Francesco Bonetti, che ha evidenziato la libertà degli atleti che ha allenato. Parole di un atleta da poco nel calcio "pro" e di un allenatore arricchito dalla recente esperienza, alle quali hanno fatto da contraltare quelle di Antonio Di Gennaro, ex-calciatore della Nazionale, che ha ricordato i fasti della sua ultima stagione in quel di Barletta, nell'anno 1991/1992. Di Gennaro è oggi socio di due scuole calcio in quel di Bari: "Per noi è fondamentale unire educazione scolastica e quella calcistica: bisogna confrontarsi, integrarsi nel sociale, e in questo è determinante il ruolo del genitore, che per me non dovrebbe "interferire" con il campo. Non è vero che le strutture mancano, le strutture ci sono, bisogna investire però su queste, ma se l'esempio non arriva dalle società sportive più grandi allora è difficile incentivare una mentalità del genere".
Da chi il calcio l'ha vissuto come professionista a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90, a chi oggi calca i campi di serie A ed europei come arbitro. Antonio Damato ha raccontato il suo avvicinamento alla professione del direttore di gara, passata per il calcio e l'atletica: "L'arbitraggio mi ha dato sicuramente tanto, anche se gli inizi sono davvero complessi. Oggi vivo il calcio molto da vicino, ma vedo troppe aspettative intorno al mondo del calcio giovanile: i ragazzi in fase di formazione non andrebbero contrastati, ma dovrebbero essere liberi di scegliere liberamente il proprio sport prediletto".
Le parole del Barletta Calcio sono state contenute nelle dichiarazioni di Matteo Tabacco, addetto stampa del sodalizio biancorosso, che ha ripercorso gli atti di solidarietà del club barlettano, presente sia in sede di contributi post-crollo di via Roma, quanto in altre iniziative di vicinanza al mondo degli ipovedenti, ultimo dei quali l'assegno di 1000 euro donata all'UIC dall'Italia Sport Onlus, associazione della quale fa parte il centrocampista biancorosso Fabrizio Romondini. "Il Barletta in questo momento è parte lesa di quanto sta accadendo presso i tribunali sportivi: purtroppo in Italia avviene che alcune società non hanno i mezzi per sostenere un campionato e danneggiano società virtuose come la nostra". Calcio e giovani, come da locandina, nel mirino: " A Barletta il settore giovanile è in crescita, quest'anno siamo riusciti a portare in prima squadra, tra allenamenti e Coppa Italia, 4-5 ragazzi di sicuro interesse, e questa è stata una grande soddisfazione".
Al termine della conferenza i relatori sono stati omaggiati dalla Publi Punto Com di una targa ricordo. Nel pomeriggio l'evento ha avuto un piacevole sequel sul prato del "Cosimo Puttilli": si sono affrontate in amichevole le formazioni "Berretti" biancorossa, allenata da mister Gaetano De Florio, e la formazione "Nuove Frontiere", composta da una serie di talenti di disparate nazionalità, con età comprese tra i 21 e i 15 anni. Il match è terminato 2-2, per la gioia degli osservatori sugli spalti e dei ragazzi in campo, che hanno omaggiato a loro modo i concetti di multietnicità e globalizzazione.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Dopo i ringraziamenti di rito rivolti a Regione Puglia e S.S. Barletta Calcio, è stato Lucio Mazzilli, responsabile della Publi Punto Com, ad aprire le danze : "Il progetto nasce da esigenze di barriere architettoniche da un lato, e barriere geografiche e burocratiche dall'altro. Nella fattispecie, esiste una legislazione che nel mondo del calcio limita o in taluni casi impedisce la presenza di calciatori extracomunitari: spesso non si coglie il fattore aggregante dello sport, e la capacità di questo di limitare la disoccupazione. Noi abbiamo dato vita a questa squadra di calcio, abbiamo ospitato i ragazzi presso il "Campus X" di Bari, li abbiamo allenati in pochissimi giorni grazie a mister Conetti, che è stato per loro un padre più che un tecnico ".
Testimonianza ripercorsa poi attraverso una video-testimonianza del progetto, che ha aperto il dibattito, inaugurato da Giuseppe Dimiccoli: "Oggi (ieri, ndr) si festeggia l'Unione Europea, e questo dà un fondamentale valore aggiunto all'evento. Chi fa sport è in linea con i principi del "sogno europeo": in Europa, solo il 40% pratica sport una volta a settimana, mentre il 25% non pratica attività fisica. Il 2004 è stato l'anno dell'educazione attraverso lo sport: da allora lo sport ha maggiore ascendenza nelle politiche sociali europee, che permettono ai ragazzi di avere maggiori possibilità di aggregazione e di benessere fisico. Il 12 febbraio 2012 il Parlamento Europeo, con una risoluzione, ha rilanciato l'educazione fisica nelle scuole, fattore spesso sottovalutato in Italia, e l'invecchiamento attivo e il dialogo tra le generazioni: sarebbe bello se anche le persone di una certa età potessero beneficiare dello sport". Dimiccoli ha toccato anche una tematica fortemene contemporanea, quella delle scommesse sportive: "La risoluzione fa riferimento al fatto che sono una forma di sfruttamento commerciale delle manifestazioni, e invita l'UE a vigilare sulla regolarità delle partite e sui comportamenti sospetti".
Le problematiche di natura architettonica, sollevate anche in occasione del recente evento tenutosi a Bari, che ha visto protagonista il Barletta Calcio, è stato Giuseppe Simone, Presidente del Consiglio Regionale dell'U.I.C., accompagnato da Giuseppe Pinto: "Credo che il tema trattato nell'evento riassuma al meglio le problematiche dei disabili visivi e di coloro che necessitano di integrazione. E' necessario far capire alla Regione che gli interventi "a pioggia" dispensati nel settore poco o niente servono: non è possibile non dare accessibilità culturali e fisiche ai disabili. Mi chiedo se questo è finalmente il momento di aprirsi ai disabili: io dico di sì, oggi esistono le strutture adatte, ma bisogna coordinarle come fanno ad esempio negli Usa, dove da almeno 70 anni esistono impianti sociali e sportivi adatti, che formano campioni. In Puglia ci sono circa 35000 ciechi ed ipovedenti, ma io parlo in generale del mondo dei disabili: è necessario un nuovo disegno di legge, altrimenti non si potrà mai dare esempio di integrazione sociale attraverso lo sport".
A domanda alle istituzioni, risponde la controparte. Isidoro Alvisi, delegato provinciale del Coni Bat, ha replicato alle richieste di Simone: "Lo sport è di tutti, purtroppo però la divulgazione sportiva non è per tutti oggi. Bisogna fare in modo che gli argomenti sportivi siano dedicati a chi lo sport lo conosce: faccio l'esempio di Barletta, dove il "Palaborgia" oggi è quanto di più lontano da un impianto atto a fare sport, anche se meriterebbe panorami agonistici di alto livello. Bisogna capire che è quella di cui si parla oggi "la parte migliore del gioco del calcio": è necessario superare le frontiere e le barriere architettoniche, parlando di sociale attraverso lo sport".
Chiamata in causa la Regione Puglia, rappresentata da Ruggiero Mennea: " Nella materia sportiva servono conoscenza e competenza: a volte si trovano buoni politici e pessimi amministratori, logiche che spesso portano chi pratica sport e chi vive le difficoltà proprie dei disabili a vivere in maniera negativa e deleteria la propria quotidianità. Personalmente non divido lo sport per normodotati da quello per disabili: oggi esistono contenitori e strutture per lo sport su livello regionale, ma questi impianti andrebbero disciplinati e rivalutati. Penso alle palestre scolastiche, chiuse per mezza giornata, uno spreco inconcepibile. Credo che anche le associazioni sportive debbano trasformare la loro capacità di sollevare problematiche in azioni concrete". Un intervento chiuso da una promessa: "Io do la mia piena disponibilità a studiare un disegno di legge regionale che possa intervenire subito nel contesto".
Un duplice esempio di speranza alla formazione "Nuove Frontiere" è stato fornito dal racconto di vita di Laurent Lantieri, attaccante francese "giramondo" oggi in forza al Foggia Calcio, e da Francesco Bonetti, che ha evidenziato la libertà degli atleti che ha allenato. Parole di un atleta da poco nel calcio "pro" e di un allenatore arricchito dalla recente esperienza, alle quali hanno fatto da contraltare quelle di Antonio Di Gennaro, ex-calciatore della Nazionale, che ha ricordato i fasti della sua ultima stagione in quel di Barletta, nell'anno 1991/1992. Di Gennaro è oggi socio di due scuole calcio in quel di Bari: "Per noi è fondamentale unire educazione scolastica e quella calcistica: bisogna confrontarsi, integrarsi nel sociale, e in questo è determinante il ruolo del genitore, che per me non dovrebbe "interferire" con il campo. Non è vero che le strutture mancano, le strutture ci sono, bisogna investire però su queste, ma se l'esempio non arriva dalle società sportive più grandi allora è difficile incentivare una mentalità del genere".
Da chi il calcio l'ha vissuto come professionista a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90, a chi oggi calca i campi di serie A ed europei come arbitro. Antonio Damato ha raccontato il suo avvicinamento alla professione del direttore di gara, passata per il calcio e l'atletica: "L'arbitraggio mi ha dato sicuramente tanto, anche se gli inizi sono davvero complessi. Oggi vivo il calcio molto da vicino, ma vedo troppe aspettative intorno al mondo del calcio giovanile: i ragazzi in fase di formazione non andrebbero contrastati, ma dovrebbero essere liberi di scegliere liberamente il proprio sport prediletto".
Le parole del Barletta Calcio sono state contenute nelle dichiarazioni di Matteo Tabacco, addetto stampa del sodalizio biancorosso, che ha ripercorso gli atti di solidarietà del club barlettano, presente sia in sede di contributi post-crollo di via Roma, quanto in altre iniziative di vicinanza al mondo degli ipovedenti, ultimo dei quali l'assegno di 1000 euro donata all'UIC dall'Italia Sport Onlus, associazione della quale fa parte il centrocampista biancorosso Fabrizio Romondini. "Il Barletta in questo momento è parte lesa di quanto sta accadendo presso i tribunali sportivi: purtroppo in Italia avviene che alcune società non hanno i mezzi per sostenere un campionato e danneggiano società virtuose come la nostra". Calcio e giovani, come da locandina, nel mirino: " A Barletta il settore giovanile è in crescita, quest'anno siamo riusciti a portare in prima squadra, tra allenamenti e Coppa Italia, 4-5 ragazzi di sicuro interesse, e questa è stata una grande soddisfazione".
Al termine della conferenza i relatori sono stati omaggiati dalla Publi Punto Com di una targa ricordo. Nel pomeriggio l'evento ha avuto un piacevole sequel sul prato del "Cosimo Puttilli": si sono affrontate in amichevole le formazioni "Berretti" biancorossa, allenata da mister Gaetano De Florio, e la formazione "Nuove Frontiere", composta da una serie di talenti di disparate nazionalità, con età comprese tra i 21 e i 15 anni. Il match è terminato 2-2, per la gioia degli osservatori sugli spalti e dei ragazzi in campo, che hanno omaggiato a loro modo i concetti di multietnicità e globalizzazione.
(Twitter: @GuerraLuca88)