La parola a Luca Marchetti, il "guru" del calciomercato italiano

Esclusiva intervista al noto giornalista di Sky Sport

venerdì 2 marzo 2012 17.08
A cura di Luca Guerra
Per parlare di un calcio di prima fascia serve un esperto doc. E chi più indicato di Luca Marchetti, espertissimo di mercato e giornalista di punta di Sky Sport, la testata sportiva di Sky TV Italia, dal 2004? Il "guru" del calciomercato italiano, esperienza pluriennale nel settore, si è concesso ai microfoni di Barlettalife per una lunga intervista: tanti i temi trattati, dal "bollente" post-partita di Milan-Juventus, ai giudizi sul calciomercato che è stato e su quello che sarà, passando dal calcioscommesse fino ad arrivare alla Prima Divisione Lega Pro, categoria nella quale milita il Barletta. Un dialogo da leggere tutto d'un fiato, comodamente seduti davanti a una tazza di buon caffè, come si conviene ai momenti che si vogliono gustare:

1) Luca, partiamo dalla stringente attualità. Milan-Juventus, la partita dei veleni. Tecnicamente che idea ti sei fatto del confronto visto a "San Siro"?
«Tecnicamente è stata una partita tenuta in mano dal Milan per almeno un'ora: i rossoneri hanno giocato da Juventus, puntando sull'aggressività e sugli inserimenti, dando intensità a un gioco privo di Ibrahimovic e Boateng. La Juventus invece è venuta fuori alla distanza, approfittando degli ingressi nella ripresa di Matri, Pepe e Vucinic, calciatori che erano stati titolari per tutto il resto della stagione. Alla fine è venuto fuori che gli uomini di Conte forse ora rendono meglio con il 4-3-3, mentre Allegri ha ritrovato il Milan, che è uscito più forte da questo confronto e ha dimostrato di essere rien:rato a pieno titolo in carreggiata».

2) Le dichiarazioni di Buffon hanno destato stupore. Sorpreso anche tu?
«Io faccio parte della schiera di quelli che credono che durante la partita uno cerca di vincere a tutti i costi, o quasi. Chiariamo: se fossi stato un tifoso juventino e Buffon si fosse auto-accusato, da un lato sarei stato orgoglioso per il gesto, dall'altro mi sarei indispettito (ride, ndr) .Non sono per la "crocifissione" di Buffon: è stato sincero, io non sono convinto che lui si sia accorto o meno se il pallone fosse entrato o meno. Io non sono per fare la morale a Buffon, ma non dico che chi l'ha fatta o la fa sia nel torto».

3) Capitolo-Inter: nei panni di Moratti, come avresti agito con Ranieri? E' giusto dare fiducia all'allenatore o i nerazzurri hanno bisogno di una scossa?
«Credo che quello dell'Inter sia un problema generale, che riguarda la difficoltà dell'Inter di ripartire nonostante la qualità dei suoi calciatori: forse è una questione di motivazione, di sfiducia nei propri mezzi, di mancanza di condizione fisica, mente sono meno convinto che questa crisi dipenda dalle scelte di mercato imposte da Gasperini prima e Ranieri poi. Quando le cose iniziano ad andar male, è difficile ritrovare serenità e tornare su: in questo momento sembra che tutti corrano più dell'Inter, questo è il problema maggiore. Credo che Moratti abbia ritenuto che un cambio di guida tecnica non sarebbe stato un intervento di progetto. L'Inter forse sta già lavorando per trovare l'allenatore per la prossima stagione, un allenatore che andrà appoggiato dalla società e accompagnato in un percorso di crescita».

4) E' mancata anche la pazienza ai nerazzurri in questa prima fase di stagione?
«Forse sono mancate la pazienza e il giusto appoggio, in sede di mercato e non, a Gasperini. Credo che l'esempio lampante sia quello di Luis Enrique alla Roma: forse nessuno si sarebbe mai aspettato che Roma diventasse un modello di pazienza nei confronti di un allenatore, invece sta avvenendo il contrario, con pieno appoggio alle idee dell'allenatore spagnolo. Anche in occasione del recente screzio con De Rossi, quando lo stesso De Rossi ha difeso l'allenatore nonostante una scelta che sicuramente a lui stesso non è andato giù. Inter e Roma, se guardiamo ai punti, hanno seguito un percorso più o meno simile in campionato, ma se io fossi un tifoso romanista guarderei con maggiore fiducia al futuro rispetto a un tifoso interista».

5) Tu sei un grandissimo esperto di calciomercato: quali sono stati i 3 top e i 3 flop del mercato 2011/2012 sin qui?
«Quando si fanno classifiche all'impronta si ha sempre paura di lasciar fuori qualcuno (ride, ndr). Di giocatori buoni ne sono arrivati tanti, forse quello che ha impressionato di più è Klose, che in termini di rendimento-costo ha reso al massimo: un parametro zero che è praticamente il capocannoniere del torneo. Anche Pirlo è stato un ottimo acquisto, a parametro zero, per la Juventus, ma nei bianconeri tanti nuovi arrivati hanno reso al di sopra delle attese: penso a Lichtsteiner e Giaccherini su tutti. Tra i giovani, il miglior acquisto di prospettiva è stato senza dubbio El Sharaawy, che per me è destinato a diventare un top-player, e con lui Borini della Roma. Tra i flop, chi ha deluso è stato senza dubbio Elia, praticamente mai visto, poi anche Tzorvas, portiere sul quale il Palermo ha scommesso per poi puntare a gennaio su un grande portiere come Viviano. Senza dimenticare Cissè, altro attaccante sul quale la Lazio aveva scommesso, senza però grandi risultati».

6) Capitolo-Nazionale: è arrivata la prima convocazione per Borini, ti attendevi qualche altra sorpresa? Giusto insistere senza Di Natale?
«Per Di Natale credo che la convocazione arriverà nella prossima partita, Prandelli non aveva certo bisogno di testarlo in questa partita, conosce il suo valore: stavolta la vera sorpresa è stata nel fatto che Prandelli ha convocato più portieri che attaccanti (sorride, ndr). Il Ct ha dimostrato di voler puntare su un blocco: il verso segnale è la mancata convocazione di Balotelli, un sintomo del fatto che Prandelli, da ottimo educatore oltre che ottimo allenatore, vuole che la fiducia da lui riposta nei calciatori sia accolta dai giusti atteggiamenti».

7) In un momento di particolare congiuntura economica al ribasso, anche il mercato si è giocato su movimenti privi di liquidità. Può essere questo il futuro del calcio italiano? Si potrà puntare finalmente sui giovani invece di pescare talenti costosi in giro per il mondo?
«Sì, ma già in tanti lo stanno facendo: avevano iniziato le piccole squadre, ma ormai anche le big vanno verso questa strada. Un esempio recente è Ouasim Bouy della Juventus, giovanissimo centrocampista olandese prelevato a parametro zero dall'Ajax e protagonista al "Viareggio". Una dimostrazione degli investimenti fatti viene anche dai nomi di spicco che troviamo nelle dirigenze dei maggiori settori giovanili: l'anno scorso il ds del settore giovanile del MIlan era Mauro Pederzoli, mentre la Juventus e l'Inter come braccio destro di Marotta e Branca hanno dirigenti con lunghi trascorsi nei settori giovanili, Paratici e Ausilio. Le grandi squadre vanno verso questa soluzione economica».

8) Calcio ed economia. Il modello Udinese può essere adottato da altre realtà italiane, oppure quanto sta facendo di buono la famiglia Pozzo si può ritenere unico ed inimitabile? Mi viene da pensare ai vari Torje, Isla, Fabbrini, Basta, Danilo, pescati in giro per l'Italia e per il mondo
«In realtà credo che Danilo sia un'eccezione: l'Udinese l'ha comprato quando era già un calciatore di 27 anni, formato dal calcio brasiliano. Il bello della gestione dei friulani sta nel fatto che loro comprano calciatori che due, tre anni dopo gli altri notano. I vari Basta, Isla, Cuadrado, Muriel, tanto per citarne alcuni, sono stati notati anni prima degli altri. L'Udinese non pagherà mai tanto un calciatore, perchè poi non potrebbe autofinanziarsi: per dare un parametro, Edu Vargas, pagato dal Napoli 10 milioni a gennaio, era stato seguito dall'Udinese tre anni fa, quando costava 10 milioni di meno. Non sono magari infallibili, ma il rapporto tra spesa e rendimento sin qui li premia con evidenza».

9) Scendiamo di categoria. So che simpatizzi per la squadra della tua città, la Ternana, militante nel girone A del campionato di Prima Divisione. Che livello medio presenta la vecchia C1, nella quale gioca anche il Barletta?
«Secondo me non è nè migliorato nè peggiorato. Il vero problema della Lega Pro è l'abbondanza di squadre: ci sono tanti club, e gran parte di questi non riesce a far fronte alle spese. Porto l'esempio del Taranto, protagonista nel girone A al pari della Ternana, che ha una squadra di tutto rispetto sotto il profilo tecnico, ma non riesce a far fronte al monte-ingaggi. Casi come questi portano a campionati "diversi": se le squadre iniziano a portare in rosa calciatori che non possono permettersi, poi diventa quasi automatico portare altre squadre quasi a badare più alla solidità del bilancio che non alla composizione della rosa. Ci sono tante penalizzazioni, dovute a questioni economiche, che hanno cambiato, e giustamente, le graduatorie: basta guardare al caso del Taranto, che ha perso per strada 4 punti, o a quelli di Siracusa e Cremonese, penalizzati rispettivamente di 5 e 6 punti».

10) La riforma ha però aiutato tanti giovani a salire in rampa di lancio?
«Certo, la riforma che ha portato tante squadre a scegliere la via degli "Under" porta però questi ragazzi a un bivio nel momento in cui sono fuoriquota per la categoria: o riescono a spiccare il salto o scendono nel calcio dilettantistico. Bisogna imparare a fare il passo lungo quanto la gamba per non falsare il campionato: la Ternana, prima in classifica, ha una virtù societaria, ossia il puntuale pagamento degli stipendi, ed è una "mosca bianca", essendo l'unica formazione che ha tutti i calciatori in rosa con contratto in scadenza a giugno 2012».

11) La chiosa la affidiamo al caso calcioscommesse. Per Di Martino infatti il coinvolgimento del sistema calcio sarebbe talmente elevato da giustificare "Un'amnistia generale per ripartire da zero. è davvero necessaria?
«Secondo me le parole di Di Martino erano a metà tra la provocazione e il suggerimento. Se davvero Palazzi vuole andare avanti con il processo sportivo, si prospettano tempi davvero lunghi. Ricordiamo che il tema principale da affrontare nel caso-calcioscommesse è quello della responsabilità diretta per le società sportive: questo è un tema da dibattere. Con il processo sportivo, tra autori delle scommesse, complici e calciatori che non hanno denunciato, avremmo tantissimi squalificati. denuncia per paura di sanzioni, che non sarà giudicato dalla legge. Io credo che Di Martino voglia la sanatoria anche per assicurare a chi sinora non : mi metto ad esempio nei panni dei tifosi dell'Atalanta feriti da Doni. Gli appassionati di calcio restano traditi, un conto sono le chiacchiere da bar, ben altro sono le inchieste della Procura Federale. Solo con la provocazione lanciata dal Pm forse il problema verrà fuori con maggiore facilità: si velocizzano le vie della giustizia sportiva e della giustizia penale, e a quel punto si può ripartire con regole, solo allora, molto più severe. Non so se sia facile attuarla, ma è una questione assolutamente delicata che per me andrebbe perlomeno dibattuta nell'arena della politica del calcio. Fermo restando che chi sbaglia, deve assolutamente pagare».

E noi concordiamo con te, per tornare a un calcio pulito. Grazie Luca, sei stato molto gentile...
«Grazie a voi, un saluto ai lettori di Barlettalife».