"La gestione dell’atleta professionista" vista da tre profili diversi

Ieri un convegno a Trani: presenti Gianluca Di Marzio e l'arbitro Antonio Damato

venerdì 13 aprile 2012
A cura di Luca Guerra
Si è tenuto ieri pomeriggio un convegno promosso dall'A.GI.FOR. (Associazione Giovanile Forense) facente parte del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Trani. Il Convegno/Evento Formativo ha avuto luogo presso lo Sporting Club di Trani, e si è snodato intorno al tema del Diritto Sportivo, in una giornata di studi avente a titolo "La gestione dell'atleta professionista: profili contrattuali, commerciali, disciplinari e risvolti etici". L'evento, aperto alla stampa e agli avvocati, è stato moderato dal giornalista barlettano Enzo Doronzo. Tra gli altri relatori del convegno volti noti del calcio e del diritto sportivo italiano, come l'Avvocato Angelo Cascella, Giudice del T.A.S. di Losanna, Gianluca Di Marzio, giornalista di Sky Sport e commentatore televisivo, e l'arbitro barlettano Antonio Damato.

Ha aperto il workshop, prima spiegando il proprio ruolo all'interno del T.A.S. di Losanna (»Il collegio è competente per l'emanazione di pareri, mediazioni, la risoluzione di vertenze») dipanando la propria analisi intorno alla figura dell'atleta moderno, l'avvocato Cascella: «Se pensiamo agli eventi internazionali di calcio, con centinaia di milioni di persone sintonizzate sull'evento, capiamo bene come si crei un'ingiustificata idolatria, che porta con sè un perpetuo movimento di denaro ma al tempo stesso ci fa "dimenticare" fenomeni anche dannosi. Pensiamo ad esempio al calcioscommesse, o al decreto spalmadebiti che qualche anno fa ha salvato la Lazio, o alle decine di società fallite negli ultimi anni».

L'atleta moderno come "star" attore di un sistema, appunto: «Oggi il calciatore non è più il genuino atleta del passato, bensì ha una preparazione e un modo di affrontare la professione molto più evoluto. Anche il movimento di denaro intorno a loro è molto mutato: da un lato abbiamo quindi il guadagno derivante dalla prestazione sportiva, dall'altro il guadagno, potenzialmente illimitato, che può sortire dallo sfruttamento dei diritti d'immagine». Un sistema e un circuito di denaro che ruota intorno all'agente o procuratore: «Il rapporto tra calciatore è agente è quasi un gioco di potere: quanto più è forte o quotato l'atleta, minore sarà probabilmente la corresponsione che darà al suo curatore. Spesso ci si dimentica che anche il calciatore è un lavoratore, spesso nel rapporto tra società e professionista si realizzano le stesse dinamiche, piacevoli e spiacevoli, che viviamo nel quotidiano tra azienda e dipendente». Un rapporto che cozza con l'immaginario collettivo: "E' naturale che si storca il naso- ha posto in evidenza Cascella- davanti ad atleti che rifiutano trasferimenti o affini, ma le società non possono imporre ai propri tesserati di cambiare squadra contro la propria volontà, ma bisogna capire come questo rientri tra i diritti di un calciatore».

Di forte attualità anche la questione inerente la crisi di diverse società, fenomeno molto diffuso in Lega Pro: «La mancanza di fondi spesso porta a non pagare gli emolumenti ai calciatori per diversi mesi: ci sono stati casi di calciatori che hanno messo in liquidazione la società nella quale militano, salvo poi trovarsi tifosi inferociti sotto casa. Questo è il dramma del calcio professionistico oggi, quello di lavoratori che non riescono a mantenere le proprie famiglie per stipendi che tardano ad arrivare, un pericolo sempre più presente oggi».

Un'evoluzione che ha coinvolto anche la classe arbitrale, come testimoniato nell'intervento di Antonio Damato, presente nella doppia veste di direttore di gara di caratura internazionale e avvocato: «Sono tanti gli aspetti del cambiamento dell'arbitro: i sacrifici fatti da me in quasi 25 anni di attività non hanno nulla a che vedere con quelli fatti dai calciatori. Noi rappresentiamo la terzietà del concetto di calcio. Chi pratica questa professione si arricchisce dal punto di vista umano e professionale, acquisendo la giusta voglia di imporsi attraverso il sacrificio e l'entusiasmo". Oggi è migliorato anche il rapporto tra arbitro e calciatore: "E' vero che in partita vediamo tante proteste, ma è anche vero che negli ultimi tempi il dialogo con gli addetti ai lavori è aumentato, dall'atleta all'allenatore ai media, e questo è sintomo della crescita dell'AIA».

La persona dell'arbitro non è però cambiata in termini di "entourage", sempre assente: «Noi arbitri ci alleniamo in solitudine, senza controlli ossessivi come quelli ai quali sono sottoposti i calciatori. Quando si inizia, in particolare, è molto dura: si dirige in campi popolosi, periferici, privi di serenità, dove la forza pubblica è assente, situazioni che da un lato creano disagi, e dall'altro formano la persona, soprattutto sul piano mentale».

Un atleta legato oggi anche alla costruzione di un "personaggio". Gianluca Di Marzio, da protagonista del mondo televisivo di Sky Sport, ha raccontato in particolare il suo rapporto con l'atleta: «Oggi l'utente ha bisogno e riesce sempre a essere in contatto, sebbene virtuale, con il calciatore e lo sportivo. Pensiamo ai vari profili Facebook, Twitter, che molti atleti curano con dovizia e attenzione. Oggi per un giornalista spesso basta vedere i social networks dei calciatori per creare la notizia, o trovare curiosità interessanti che riguardano gli atleti».

Un profilo multimediale che ha fatto nascere un diverso rapporto tra calciatore e procuratore: «I calciatori- ha sottolineato Di Marzio- vogliono essere molto più coccolati, e ogni procuratore deve offrire una serie di servizi collaterali all'atleta: dal sito ufficiale, ai profili sui social networks all'interazione con il pubblico, per migliorare l'immagine dal punto di vista sociale. Per quanto concerne il discorso contrattualistico, la vera rivoluzione è stata dettata dagli accordi collettivi siglati tra calciatori e leghe di serie A e serie B, il primo valevole per un solo anno, il secondo della validità di tre anni. Accordi che si sono tradotti in una maggiore tutela per i club, presenza di bonus a corollario del contratto, divisione delle somme di denaro derivanti dai diritti d'immagine dell'atleta". Un rapporto rinnovato che Di Marzio non ha esistato a definire come una "autentica rivoluzione».

Un pomeriggio di studio e sport: tante sfaccettature per un solo mondo, quello degli sportivi e in particolare dei calciatori. Un evento vissuto tra la leggerezza che il mondo del pallone dovrebbe dettare nei cuori degli appassionati, e l'approfondimento professionale necessario, apprezzato dai partecipanti.
(twitter@GuerraLuca88)