Il punto sul Barletta dopo il 2-2 con il Lanciano
Cari torna sulla graticola e intanto freme il calciomercato
lunedì 30 gennaio 2012
14.06
Quale Barletta dopo il Lanciano? Non è facile da sciogliere la matassa, dopo il deludente 2-2 casalingo contro gli abruzzesi. Si deludente, perché il Barletta non riesce a imprimere quella svolta che sembra nell'aria da fin troppo tempo ma che viene puntualmente vanificata da risultati che mortificano le ambizioni di alta classifica e contribuiscono a minare le certezze psicologiche di una squadra che al momento non appare ancora matura per il "salto" di qualità.
Questione di carattere
Ieri al Puttilli è andata in scena una partita che per molti aspetti ha replicato il leit motiv già osservato contro il Prato, sebbene con risultati differenti. A un primo tempo molle e quasi remissivo, è seguita una ripresa ben più convincente sotto più punti di vista. Dopo il derby contro l'Andria molti avevano individuato nella mancanza di personalità il vero problema di questa rosa, ad oggi possiamo confermare solo per metà questa tesi: se c'è un problema mentale e di carattere questo si manifesta soprattutto nella fase di approccio al match. Nei primi quarantacinque minuti questo Barletta non ha evidentemente il carattere di prendere in mano la gara, di imporre il proprio gioco e di intimorire l'avversario. Un handicap che incide sul piano del risultato finale e non è affatto un caso che nelle ultime tre partite il Barletta si sia trovato sempre a dover rimontare lo svantaggio iniziale, faticando così il doppio.
Cari traballa di nuovo
Spesso si dice che l'atteggiamento della squadra è lo specchio di ciò che fa l'allenatore. Se questa ipotesi fosse veritiera Tatò non potrebbe che rimanere insoddisfatto di quanto Cari stia facendo fino ad ora. Era stato proprio il presidente, silurando in sequenza prima Urban e poi Castagnini, ad investire l'allenatore romano nel ruolo di unico condottiero della truppa. Sarà ancora di questo avviso? Ci sarebbe di che dubitare alla luce delle recenti prestazioni. Ecco che quindi tornano a ronzare attorno all'orecchio dell'allenatore biancorosso i nomi di suoi papabili sostituti e torna a farsi sentire anche la contestazione dei tifosi, che ieri non hanno certo lesinato cori di benservito anche dopo la rimonta. Che Cari non fosse già un "dead man walking" sullo 0-2 per il Lanciano? Probabilmente, intanto con la doppietta di un Mazzeo sempre più bomber potrà concedersi un'altra chance, potendo sfruttare magari qualche nuovo innesto di calciomercato.
Calciomercato, sprint per l'attacco
E a proposito di calciomercato, è risultato tutto sommato positivo l'impatto di Romondini al suo esordio in biancorosso. Intanto trovano conferme proprio in questi minuti le insistenti voci su tre obiettivi importanti per l'attacco: Camillo Ciano, Ciro Ginestra e Luigi Castaldo. Per quest'ultimo c'è da segnalare la "sospetta" presenza del ds della Nocerina Marcello Pitino nella tribuna del Puttilli. La spiegazione è presto data: il Barletta cerca un attaccante e i molossi farebbero carte false per Schetter. Quanto di fattibile ci sia in questa trattativa è ancora difficile da dirsi ma è certo che se il Barletta vuole ancora puntare in alto non può privarsi di una punta di diamante come l'ex Cavese, specie ora che la ritrovata vena realizzativa di Mazzeo sposta le esigenze del mercato su ben altri reparti di gioco.
Marco Bruno
Questione di carattere
Ieri al Puttilli è andata in scena una partita che per molti aspetti ha replicato il leit motiv già osservato contro il Prato, sebbene con risultati differenti. A un primo tempo molle e quasi remissivo, è seguita una ripresa ben più convincente sotto più punti di vista. Dopo il derby contro l'Andria molti avevano individuato nella mancanza di personalità il vero problema di questa rosa, ad oggi possiamo confermare solo per metà questa tesi: se c'è un problema mentale e di carattere questo si manifesta soprattutto nella fase di approccio al match. Nei primi quarantacinque minuti questo Barletta non ha evidentemente il carattere di prendere in mano la gara, di imporre il proprio gioco e di intimorire l'avversario. Un handicap che incide sul piano del risultato finale e non è affatto un caso che nelle ultime tre partite il Barletta si sia trovato sempre a dover rimontare lo svantaggio iniziale, faticando così il doppio.
Cari traballa di nuovo
Spesso si dice che l'atteggiamento della squadra è lo specchio di ciò che fa l'allenatore. Se questa ipotesi fosse veritiera Tatò non potrebbe che rimanere insoddisfatto di quanto Cari stia facendo fino ad ora. Era stato proprio il presidente, silurando in sequenza prima Urban e poi Castagnini, ad investire l'allenatore romano nel ruolo di unico condottiero della truppa. Sarà ancora di questo avviso? Ci sarebbe di che dubitare alla luce delle recenti prestazioni. Ecco che quindi tornano a ronzare attorno all'orecchio dell'allenatore biancorosso i nomi di suoi papabili sostituti e torna a farsi sentire anche la contestazione dei tifosi, che ieri non hanno certo lesinato cori di benservito anche dopo la rimonta. Che Cari non fosse già un "dead man walking" sullo 0-2 per il Lanciano? Probabilmente, intanto con la doppietta di un Mazzeo sempre più bomber potrà concedersi un'altra chance, potendo sfruttare magari qualche nuovo innesto di calciomercato.
Calciomercato, sprint per l'attacco
E a proposito di calciomercato, è risultato tutto sommato positivo l'impatto di Romondini al suo esordio in biancorosso. Intanto trovano conferme proprio in questi minuti le insistenti voci su tre obiettivi importanti per l'attacco: Camillo Ciano, Ciro Ginestra e Luigi Castaldo. Per quest'ultimo c'è da segnalare la "sospetta" presenza del ds della Nocerina Marcello Pitino nella tribuna del Puttilli. La spiegazione è presto data: il Barletta cerca un attaccante e i molossi farebbero carte false per Schetter. Quanto di fattibile ci sia in questa trattativa è ancora difficile da dirsi ma è certo che se il Barletta vuole ancora puntare in alto non può privarsi di una punta di diamante come l'ex Cavese, specie ora che la ritrovata vena realizzativa di Mazzeo sposta le esigenze del mercato su ben altri reparti di gioco.
Marco Bruno