Centenario biancorosso: il Barletta tocca il fondo, ma si intravede la luce - Decima parte
(2002-2005) i biancorossi precipitano in Promozione e rischiano di cadere in Prima Categoria. Poi arriva Antonio Flora…
sabato 30 aprile 2022
15.49
È un gruppo di volenterosi nel senso più letterario del termine - quello messo su dall'imprenditore Sabino Falco - a raccogliere nell'estate del 2002 quel poco che resta dell'Associazione Calcio Barletta, al termine di un campionato nel quale la inevitabile retrocessione in Promozione pugliese pare essere di gran lunga l'evento meno deprecabile di una stagione nella quale gli appassionati biancorossi hanno visto nell'ordine: incontri di Coppa non disputati a causa dello stadio trovato chiuso (per chiara negligenza della società); giocatori costretti a viaggiare con le proprie auto e a proprie spese per giocare in trasferta; pseudo presidenti messi letteralmente in fuga dinanzi alla non certo incomprensibile rabbia del tifo organizzato.
Ad amministrare la nuova società vi è ora Gianna Di Palma, la quale garantisce l'iscrizione del Barletta al campionato di Promozione regionale Girone A 2002/2003, ottiene la sponsorizzazione della BarSa, e affida a Mimmo Tanzi la conduzione di una squadra composta in larga parte da ragazzi cresciuti nel vivavio biancorosso, tra cui spiccano i fratelli Nicola e Claudio Salvemini e l'esperto Sandro Stea.
L'esordio in campionato è in programma domenica 15 settembre allo stadio "Madonna d'alto mare" di Polignano. Per la cronaca, l'incontro finisce 1-0 per i padroni di casa con rete di tal Mangialardo a inizio ripresa, per la prima di tante delusioni che caratterizzeranno questa stagione. Infatti dopo un illusorio successo interno contro l'Alberobello, già alla terza giornata l'Acquaviva del presidente Antonio Flora chiarisce subito ai biancorossi quali saranno le gerarchie del campionato.
Di li in poi per il Barletta sarà infatti un torneo all'insegna di un totale anonimato, il cui punto più basso viene toccato l'1 dicembre 2002, quando dopo la sconfitta interna contro il Lucera (!) la squadra viene durissimamente contestata, con tanto di lancio di oggetti in campo.
A salvare la baracca viene richiamato Vincenzo Ronzulli, ormai assurto a perfetto erede nel ruolo che fu dello storico duo Margiotta-Di Paola a fine anni Settanta, vale a dire quello di mister subentranti per antonomasia del calcio barlettano.
I biancorossi concluderanno la stagione a metà classifica, certamente al riparo da rischi di ulteriori cadute di categoria, ma pur sempre a distanza siderale dalle posizioni di vertice di un campionato nel quale, oltre alle prime della classe, hanno fatto la voce grossa nei confronti del Barletta realtà come Capurso, San Giovanni Rotondo, il già citato Lucera, l'Atletico Conversano, e quell'Atletico Andria che fino a maggio 1989, guidato da mister Benito Scarpa, giocava al vecchio "Lello Simeone" e si chiamava Real Barletta.
La stagione successiva, se possibile, si rivelerà ancora più sofferta per i colori biancorossi. La squadra allestita dal nuovo presidente Francesco Inchingolo e da Sabino Falco è a grandi linee la stessa del torneo precedente. Di conseguenza le ambizioni del Barletta edizione 2003/2004 sono tutt'altro che da primato, nonostante in città si favoleggiasse di un fantomatico interesse a rilevare il titolo sportivo del Trani, allora in Serie D.
A guidare la squadra, rinforzata nel frattempo dai reduci Maffeo e Piccolo, viene chiamato il tecnico ex Libertas Barletta Cosimo Binetti.
Mentre l'attenzione della città è chiaramente rivolta alle celebrazioni del "Cinquecentenario della Disfida", quei pochi irriducibili che ancora seguono le vicende del Barletta assistono ad un inizio di stagione letteralmente da incubo. Quattro sconfitte contro Palagianello (0-2), Audace Cerignola (1-2), San Severo (2-4), e in casa (0-1) contro l'Atletico Trani, intervallate dal desolante 0-0 al "Puttilli" contro il Don Uva Bisceglie.
Il Barletta ottiene la sua prima vittoria il 19 ottobre 2003 (1-0 contro la NPS Altamura) nel giorno in cui la società fissa a 1 Euro il prezzo del biglietto, per poi uscire sconfitto (2-3) dalla trasferta di Castellana Grotte. La situazione diventa esplosiva, e il rischio di una caduta in Prima Categoria diventa via via sempre più concreto, anche perchè a complicare la vita del Barletta Calcio ci si mette anche l'amministrazione comunale, che presenta alla società il conto degli arretrati riguardanti i canoni dello stadio, e proprio nei giorni in cui in città si festeggia l'approvazione definitiva del decreto che istituisce la sesta provincia pugliese, ecco che giunge la piccata risposta all'amministrazione da parte del direttore sportivo del Barletta Berardi: "l'amministrazione comunale lo scorso anno aveva promesso 100mila euro se fossi intervenuto. Ne abbiamo ricevuti, attraverso la sponsorizzazione della BarSa, 40mila. Quest'anno ne abbiamo ricevuti 25mila e ne spendiamo 8mila per l'utilizzo delo stadio, gestito direttamente dal Comune. Abbiamo ricevuto precise garanzie e invece siamo stati abbandonati. Sono intenzionato a dimettermi, ma non scappo, non abbandono la squadra" (fonte Gazzetta del Mezzogiorno, ottobre 2003).
Nel frattempo, pur formalmente dimissionaria, la società sostituisce il tecnico Binetti con Paolo Di Bari e puntella la rosa con elementi quali Zagaria, Pistillo, Bollino, Binetti e Piacenza. L'intervento sul mercato sembra per qualche tempo sortire gli effetti sperati, tanto che in novembre, dopo il pareggio di Corato, il Barletta ottiene due confortanti vittorie contro Molfetta (2-1 al "Paolo Poli"), e in casa contro il Polimnia di Polignano per 4-0. Ma la serie positiva si interrompe sul campo del Lucera, dove i biancorossi subiscono uno 0-2 che sta persino stretto alla formazione dauna. Da quel momento ha inizio per il Barletta una crisi nera di gioco e di risultati che durerà oltre due mesi. Un intervallo di tempo durante il quale i biancorossi raccoglieranno la miseria di tre punti in sette gare, precipitando all'ultimo posto in classifica dopo lo scontato Ko contro il Bisceglie di Marcello Chiricallo.
Il Barletta torna alla vittoria il 15 febbraio del 2004, quando supera di misura il San Severo e in una quasi "normale" alternanza tra buoni risultati e magre figure resterà letteralmente appeso a un filo fino al 4 aprile, quando resistendo nel finale in 9 contro 11 riuscirà a battere per 2-0 (gol di Maffeo e Claudio Salvemini) proprio quel Lucera contro il quale all'andata era iniziata la crisi che aveva portato ragazzi di mister Di Bari letteralmente a toccare con mano l'abisso, forse definitivo, della Prima Categoria.
Una volta battuto il Lucera, il Barletta da li a fine campionato conoscerà solo vittorie, tanto da ottenere con un turno di anticipo (in Barletta-Capurso 3-1) una salvezza che per larghi tratti della stagione era sembrata quasi utopia. Merito certamente della scossa che la squadra ha saputo darsi, ma forse anche merito dei più che rassicuranti rumours provenienti da ambienti societari che preannunciavano l'avvento di un importante "papa straniero" (proveniente da Acquaviva delle Fonti) più che mai determinato a risollevare le sorti del calcio barlettano.
Il "papa straniero" è l'imprenditore barese Antonio Flora, che il 18 maggio del 2004 assume la carica di amministratore delegato e che - forse ben informato sui tanti "venditori di fumo" e improbabili finanzieri che tanto male hanno arrecato alla causa biancorossa dopo roboanti annunci - mette subito in chiaro le cose rivoltando come un calzino la rosa e affidandola a mister Angelo Columbo. Tra giugno e luglio vengono ufficializzati gli acquisti di elementi di valore assoluto come il poriere Monaco, i difensori Ruggiero Rizzi (primo punto di forza di quello che sarà Barletta della rinascita) e Maggipinto, i centrocampisti Roberto Rizzi, Rubino e Morisco, gli attaccanti Dell'Olio, Pierro, ma soprattutto i bomber Salvatore Tramacere e Daniele Medico. Tutto questo, ripetiamo, tra giugno e luglio, un periodo nel quale solo un anno prima era già molto riuscire a iscrivere la squadra al campionato.
Con un tale livello di ambizione e di programmazione che, fatte ovviamente le giuste proporzioni, forse a Barletta non si vedeva dai tempi del primo Di Cosola, il risultato non può che concretizzarsi nella cavalcata trionfale e irresistibile con la quale il Barletta straccia a suon di gol la concorrenza. I numeri del dominio barlettano nel campionato di Promozione pugliese girone A 2004/2005 sono chiari ed inequivocabili: 22 vittorie, 7 pareggi (di cui gli ultimi tre consecutivi, a promozione già acquisita), 1 sconfitta; 7 punti di vantaggio sulla seconda classificata (erano 11 il giorno della matematica certezza della promozione); 76 gol segnati (2,5 di media a partita), 26 subiti; un solo zero a zero (Barletta-Cerignola) che per altro ha sancito l'aritmetica promozione in Eccellenza. Questi i numeri del Barletta di Columbo, trascinato dai bomber Daniele Medico (22 reti) e Salvatore Tramacere (19 reti). Numeri e ambizioni coi quali il Barletta del presidente Flora si presenta ai nastri di partenza del campionato di Eccellenza 2005/2006.
Ad amministrare la nuova società vi è ora Gianna Di Palma, la quale garantisce l'iscrizione del Barletta al campionato di Promozione regionale Girone A 2002/2003, ottiene la sponsorizzazione della BarSa, e affida a Mimmo Tanzi la conduzione di una squadra composta in larga parte da ragazzi cresciuti nel vivavio biancorosso, tra cui spiccano i fratelli Nicola e Claudio Salvemini e l'esperto Sandro Stea.
L'esordio in campionato è in programma domenica 15 settembre allo stadio "Madonna d'alto mare" di Polignano. Per la cronaca, l'incontro finisce 1-0 per i padroni di casa con rete di tal Mangialardo a inizio ripresa, per la prima di tante delusioni che caratterizzeranno questa stagione. Infatti dopo un illusorio successo interno contro l'Alberobello, già alla terza giornata l'Acquaviva del presidente Antonio Flora chiarisce subito ai biancorossi quali saranno le gerarchie del campionato.
Di li in poi per il Barletta sarà infatti un torneo all'insegna di un totale anonimato, il cui punto più basso viene toccato l'1 dicembre 2002, quando dopo la sconfitta interna contro il Lucera (!) la squadra viene durissimamente contestata, con tanto di lancio di oggetti in campo.
A salvare la baracca viene richiamato Vincenzo Ronzulli, ormai assurto a perfetto erede nel ruolo che fu dello storico duo Margiotta-Di Paola a fine anni Settanta, vale a dire quello di mister subentranti per antonomasia del calcio barlettano.
I biancorossi concluderanno la stagione a metà classifica, certamente al riparo da rischi di ulteriori cadute di categoria, ma pur sempre a distanza siderale dalle posizioni di vertice di un campionato nel quale, oltre alle prime della classe, hanno fatto la voce grossa nei confronti del Barletta realtà come Capurso, San Giovanni Rotondo, il già citato Lucera, l'Atletico Conversano, e quell'Atletico Andria che fino a maggio 1989, guidato da mister Benito Scarpa, giocava al vecchio "Lello Simeone" e si chiamava Real Barletta.
La stagione successiva, se possibile, si rivelerà ancora più sofferta per i colori biancorossi. La squadra allestita dal nuovo presidente Francesco Inchingolo e da Sabino Falco è a grandi linee la stessa del torneo precedente. Di conseguenza le ambizioni del Barletta edizione 2003/2004 sono tutt'altro che da primato, nonostante in città si favoleggiasse di un fantomatico interesse a rilevare il titolo sportivo del Trani, allora in Serie D.
A guidare la squadra, rinforzata nel frattempo dai reduci Maffeo e Piccolo, viene chiamato il tecnico ex Libertas Barletta Cosimo Binetti.
Mentre l'attenzione della città è chiaramente rivolta alle celebrazioni del "Cinquecentenario della Disfida", quei pochi irriducibili che ancora seguono le vicende del Barletta assistono ad un inizio di stagione letteralmente da incubo. Quattro sconfitte contro Palagianello (0-2), Audace Cerignola (1-2), San Severo (2-4), e in casa (0-1) contro l'Atletico Trani, intervallate dal desolante 0-0 al "Puttilli" contro il Don Uva Bisceglie.
Il Barletta ottiene la sua prima vittoria il 19 ottobre 2003 (1-0 contro la NPS Altamura) nel giorno in cui la società fissa a 1 Euro il prezzo del biglietto, per poi uscire sconfitto (2-3) dalla trasferta di Castellana Grotte. La situazione diventa esplosiva, e il rischio di una caduta in Prima Categoria diventa via via sempre più concreto, anche perchè a complicare la vita del Barletta Calcio ci si mette anche l'amministrazione comunale, che presenta alla società il conto degli arretrati riguardanti i canoni dello stadio, e proprio nei giorni in cui in città si festeggia l'approvazione definitiva del decreto che istituisce la sesta provincia pugliese, ecco che giunge la piccata risposta all'amministrazione da parte del direttore sportivo del Barletta Berardi: "l'amministrazione comunale lo scorso anno aveva promesso 100mila euro se fossi intervenuto. Ne abbiamo ricevuti, attraverso la sponsorizzazione della BarSa, 40mila. Quest'anno ne abbiamo ricevuti 25mila e ne spendiamo 8mila per l'utilizzo delo stadio, gestito direttamente dal Comune. Abbiamo ricevuto precise garanzie e invece siamo stati abbandonati. Sono intenzionato a dimettermi, ma non scappo, non abbandono la squadra" (fonte Gazzetta del Mezzogiorno, ottobre 2003).
Nel frattempo, pur formalmente dimissionaria, la società sostituisce il tecnico Binetti con Paolo Di Bari e puntella la rosa con elementi quali Zagaria, Pistillo, Bollino, Binetti e Piacenza. L'intervento sul mercato sembra per qualche tempo sortire gli effetti sperati, tanto che in novembre, dopo il pareggio di Corato, il Barletta ottiene due confortanti vittorie contro Molfetta (2-1 al "Paolo Poli"), e in casa contro il Polimnia di Polignano per 4-0. Ma la serie positiva si interrompe sul campo del Lucera, dove i biancorossi subiscono uno 0-2 che sta persino stretto alla formazione dauna. Da quel momento ha inizio per il Barletta una crisi nera di gioco e di risultati che durerà oltre due mesi. Un intervallo di tempo durante il quale i biancorossi raccoglieranno la miseria di tre punti in sette gare, precipitando all'ultimo posto in classifica dopo lo scontato Ko contro il Bisceglie di Marcello Chiricallo.
Il Barletta torna alla vittoria il 15 febbraio del 2004, quando supera di misura il San Severo e in una quasi "normale" alternanza tra buoni risultati e magre figure resterà letteralmente appeso a un filo fino al 4 aprile, quando resistendo nel finale in 9 contro 11 riuscirà a battere per 2-0 (gol di Maffeo e Claudio Salvemini) proprio quel Lucera contro il quale all'andata era iniziata la crisi che aveva portato ragazzi di mister Di Bari letteralmente a toccare con mano l'abisso, forse definitivo, della Prima Categoria.
Una volta battuto il Lucera, il Barletta da li a fine campionato conoscerà solo vittorie, tanto da ottenere con un turno di anticipo (in Barletta-Capurso 3-1) una salvezza che per larghi tratti della stagione era sembrata quasi utopia. Merito certamente della scossa che la squadra ha saputo darsi, ma forse anche merito dei più che rassicuranti rumours provenienti da ambienti societari che preannunciavano l'avvento di un importante "papa straniero" (proveniente da Acquaviva delle Fonti) più che mai determinato a risollevare le sorti del calcio barlettano.
Il "papa straniero" è l'imprenditore barese Antonio Flora, che il 18 maggio del 2004 assume la carica di amministratore delegato e che - forse ben informato sui tanti "venditori di fumo" e improbabili finanzieri che tanto male hanno arrecato alla causa biancorossa dopo roboanti annunci - mette subito in chiaro le cose rivoltando come un calzino la rosa e affidandola a mister Angelo Columbo. Tra giugno e luglio vengono ufficializzati gli acquisti di elementi di valore assoluto come il poriere Monaco, i difensori Ruggiero Rizzi (primo punto di forza di quello che sarà Barletta della rinascita) e Maggipinto, i centrocampisti Roberto Rizzi, Rubino e Morisco, gli attaccanti Dell'Olio, Pierro, ma soprattutto i bomber Salvatore Tramacere e Daniele Medico. Tutto questo, ripetiamo, tra giugno e luglio, un periodo nel quale solo un anno prima era già molto riuscire a iscrivere la squadra al campionato.
Con un tale livello di ambizione e di programmazione che, fatte ovviamente le giuste proporzioni, forse a Barletta non si vedeva dai tempi del primo Di Cosola, il risultato non può che concretizzarsi nella cavalcata trionfale e irresistibile con la quale il Barletta straccia a suon di gol la concorrenza. I numeri del dominio barlettano nel campionato di Promozione pugliese girone A 2004/2005 sono chiari ed inequivocabili: 22 vittorie, 7 pareggi (di cui gli ultimi tre consecutivi, a promozione già acquisita), 1 sconfitta; 7 punti di vantaggio sulla seconda classificata (erano 11 il giorno della matematica certezza della promozione); 76 gol segnati (2,5 di media a partita), 26 subiti; un solo zero a zero (Barletta-Cerignola) che per altro ha sancito l'aritmetica promozione in Eccellenza. Questi i numeri del Barletta di Columbo, trascinato dai bomber Daniele Medico (22 reti) e Salvatore Tramacere (19 reti). Numeri e ambizioni coi quali il Barletta del presidente Flora si presenta ai nastri di partenza del campionato di Eccellenza 2005/2006.