«Faccio le prove da commentatore, ma continuerò a giocare»
Massimo Margiotta si racconta ai nostri microfoni prima di partire con la Copa America su Sky
sabato 2 luglio 2011
Dal campo al microfono. Dalla lettura dei voti ricevuti all'assegnazione di pagelle e valutazioni. Da Barletta all'Argentina. Dal "Puttilli" a Sky. Un cambiamento radicale quello che sta vivendo il "gladiatore" Massimo Margiotta, ormai ex-centravanti biancorosso protagonista di una stagione sfortunata, che da ieri fa ufficialmente parte della "squadra" che l'emittente satellitare di Rupert Murdoch sta mettendo in campo per seguire la competizione calcistica più sentita del continente americano, partita nella notte con il pari (1-1) tra i padroni di casa dell'Argentina e la Bolivia. L'attaccante nato a Maracaibo (Venezuela), ha fatto anche parte della Nazionale Under 21 italiana, con cui ha partecipato alle Olimpiadi del 2000 a Sidney.
L'ex bomber di Vicenza e Udinese, con altre "new entries" come Hernan Crespo e Roberto Carlos Sosa affiancherà i 'veterani' Jose' Altafini, Beppe Bergomi, Antonio Di Gennaro, Luca Marchegiani e Claudio Onofri coadiuvati a Fabio Caressa, Maurizio Compagnoni, Riccardo Trevisani, Antonio Nucera e Massimo Tecca. Una nuova esperienza per il centravanti 34enne che all'ombra di Eraclio in questo campionato ha giocato 18 partite, realizzando una sola rete (su rigore all'esordio contro il Foggia), rivelandosi però un prezioso uomo-spogliatoio. Raggiunto telefonicamente alla vigilia del fischio d'inizio della competizione calcistica per eccellenza del Sud-America, il "puntero" si è raccontato a Barlettalife, tra la curiosità per la nuova parentesi e i progetti per il futuro, che sarà ancora sul campo.
1) Massimo Margiotta, come sta affrontando questa esperienza da commentatore con Sky?
«Sinceramente è un'occasione che mi è stata proposta, è una cosa che mi incuriosisce molto, in tanti mi han consigliato di farla, vedremo se dopo le partite il pubblico sarà rimasto soddisfatto o avrà spento la televisione».
2) Lei ha giocato la Copa America nel 2004 con il Venezuela. Che ricordo ne ha?
«Un ricordo indimenticabile. E' stata un'esperienza troppo importante, che porterò sempre con me. A livello continentale è molto sentita come competizione, per questo sono soddisfatto di averla giocata e di aver anche realizzato un gol».
3) Come vede la "sua" nazionale in questa edizione?
«Ci sono tante squadre, purtroppo, molto più forti del Venezuela: mi riferisco ai vari Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay e Colombia. Spero che comunque riusciremo a toglierci qualche soddisfazione, superare almeno il primo turno sarebbe un grosso traguardo».
4) Tre talenti che si metteranno in luce in questo mese…
«Oggi fare il nome di un talento è difficile: posso solo dire che ve ne sono tanti, e altrettanti si confermeranno. Penso ai vari Ganso, Neymar, Sanchez, poi sicuramente ci saranno rivelazioni che potrebbero venire dalle nazionali meno forti, come il Venezuela».
5) Ci faccia il nome di qualche connazionale pronto per il calcio europeo…
«Ce ne sono almeno un paio che ho sempre sponsorizzato: uno c'è già, e parlo di Juan Arango, centrocampista offensivo del Borussia M'Glabach, ex-Maiorca, e dell'attaccante Giancarlo Maldonado, del Chivas Usa, che a mio parere in Italia potrebbe fare grandi cose. Credo che questi due calciatori abbiano l'esperienza necessaria per far parte del calcio europeo».
6) Quale sarà la finale?
«Ovviamente mi auguro ci siano degli outsiders, però è molto probabile che la finale sia Brasile-Argentina.
7) Ritiene questa seconda vita da cronista un intermezzo in vista della prossima stagione o sta meditando il ritiro?
«No, non sto pensando assolutamente di smettere. Questa è un'esperienza che faccio come prova, ma c'entra poco con il mio futuro che sarà ancora sul campo».
8) Quali obiettivi professionali ha Massimo Margiotta? Che offerte accetterebbe? Darebbe maggior valore alla categoria o al progetto?
«In questo momento non ci sto pensando. Penso solo a stare con la mia famiglia, che a Barletta non era con me e della quale ho sentito molto la mancanza. Vedremo in futuro cosa mi sarà proposto e quello che accadrà».
9) Ecco, tracciamo un bilancio dell'esperienza barlettana.
«Dal punto di vista prettamente calcistico, faccio mea culpa, è stata un'annata negativa, ho fatto solo un gol su rigore e sicuramente non mi sarei mai aspettato di vivere una stagione così, anche perché ero arrivato con tanto entusiasmo e tanta voglia di far bene. Mi dispiace di aver deluso i miei tifosi sotto il profilo calcistico. Dal punto di vista umano, sono davvero contento dell'esperienza in Puglia, ho avuto la fortuna di conoscere un gruppo di uomini e amici veri: a partire dal presidente Roberto Tatò, una persona straordinaria alla quale auguro tanta fortuna. Ho stretto un gran rapporto con i compagni, ancora oggi mi sento con molti di loro, non faccio nomi perché sono stato bene davvero con tutti. Ringraziando Dio, ho trovato uno spogliatoio unito e sono orgoglioso di aver conosciuto questi ragazzi».
10) Molti suoi compagni, pur riconoscendo la sua annata storta dal punto di vista realizzativo, hanno riconosciuto la sua grande importanza come uomo-spogliatoio. Soddisfatto di questo?
«Io stesso ho sofferto tanto perché vedevo riposte su di me tante aspettative. Quello che posso dire è che tiferò sempre per i miei compagni e per il Barletta, perché ho stretto un rapporto straordinario con loro».
11) Non si sarà mica pentito della parentesi a Barletta…
«Assolutamente no. La ripeterei un miliardo di volte, e ripeto di essere sinceramente dispiaciuto dello scarso contributo dato alla causa dal punto di vista calcistico. Ho trovato davvero delle persone fantastiche, che spero si tolgano delle grandi soddisfazioni nel mondo del calcio».
12) Vuole salutare con un augurio la città e la società del Barletta?
«Io auguro tanta fortuna alla società e ai miei compagni, spero davvero che insieme al mister Cari raggiungano questo sogno chiamato serie B, che la città merita».
E noi auguriamo buona fortuna a Massimo Margiotta per questa esperienza "dietro le quinte". Anzi: suerte, Massimo!
L'ex bomber di Vicenza e Udinese, con altre "new entries" come Hernan Crespo e Roberto Carlos Sosa affiancherà i 'veterani' Jose' Altafini, Beppe Bergomi, Antonio Di Gennaro, Luca Marchegiani e Claudio Onofri coadiuvati a Fabio Caressa, Maurizio Compagnoni, Riccardo Trevisani, Antonio Nucera e Massimo Tecca. Una nuova esperienza per il centravanti 34enne che all'ombra di Eraclio in questo campionato ha giocato 18 partite, realizzando una sola rete (su rigore all'esordio contro il Foggia), rivelandosi però un prezioso uomo-spogliatoio. Raggiunto telefonicamente alla vigilia del fischio d'inizio della competizione calcistica per eccellenza del Sud-America, il "puntero" si è raccontato a Barlettalife, tra la curiosità per la nuova parentesi e i progetti per il futuro, che sarà ancora sul campo.
1) Massimo Margiotta, come sta affrontando questa esperienza da commentatore con Sky?
«Sinceramente è un'occasione che mi è stata proposta, è una cosa che mi incuriosisce molto, in tanti mi han consigliato di farla, vedremo se dopo le partite il pubblico sarà rimasto soddisfatto o avrà spento la televisione».
2) Lei ha giocato la Copa America nel 2004 con il Venezuela. Che ricordo ne ha?
«Un ricordo indimenticabile. E' stata un'esperienza troppo importante, che porterò sempre con me. A livello continentale è molto sentita come competizione, per questo sono soddisfatto di averla giocata e di aver anche realizzato un gol».
3) Come vede la "sua" nazionale in questa edizione?
«Ci sono tante squadre, purtroppo, molto più forti del Venezuela: mi riferisco ai vari Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay e Colombia. Spero che comunque riusciremo a toglierci qualche soddisfazione, superare almeno il primo turno sarebbe un grosso traguardo».
4) Tre talenti che si metteranno in luce in questo mese…
«Oggi fare il nome di un talento è difficile: posso solo dire che ve ne sono tanti, e altrettanti si confermeranno. Penso ai vari Ganso, Neymar, Sanchez, poi sicuramente ci saranno rivelazioni che potrebbero venire dalle nazionali meno forti, come il Venezuela».
5) Ci faccia il nome di qualche connazionale pronto per il calcio europeo…
«Ce ne sono almeno un paio che ho sempre sponsorizzato: uno c'è già, e parlo di Juan Arango, centrocampista offensivo del Borussia M'Glabach, ex-Maiorca, e dell'attaccante Giancarlo Maldonado, del Chivas Usa, che a mio parere in Italia potrebbe fare grandi cose. Credo che questi due calciatori abbiano l'esperienza necessaria per far parte del calcio europeo».
6) Quale sarà la finale?
«Ovviamente mi auguro ci siano degli outsiders, però è molto probabile che la finale sia Brasile-Argentina.
7) Ritiene questa seconda vita da cronista un intermezzo in vista della prossima stagione o sta meditando il ritiro?
«No, non sto pensando assolutamente di smettere. Questa è un'esperienza che faccio come prova, ma c'entra poco con il mio futuro che sarà ancora sul campo».
8) Quali obiettivi professionali ha Massimo Margiotta? Che offerte accetterebbe? Darebbe maggior valore alla categoria o al progetto?
«In questo momento non ci sto pensando. Penso solo a stare con la mia famiglia, che a Barletta non era con me e della quale ho sentito molto la mancanza. Vedremo in futuro cosa mi sarà proposto e quello che accadrà».
9) Ecco, tracciamo un bilancio dell'esperienza barlettana.
«Dal punto di vista prettamente calcistico, faccio mea culpa, è stata un'annata negativa, ho fatto solo un gol su rigore e sicuramente non mi sarei mai aspettato di vivere una stagione così, anche perché ero arrivato con tanto entusiasmo e tanta voglia di far bene. Mi dispiace di aver deluso i miei tifosi sotto il profilo calcistico. Dal punto di vista umano, sono davvero contento dell'esperienza in Puglia, ho avuto la fortuna di conoscere un gruppo di uomini e amici veri: a partire dal presidente Roberto Tatò, una persona straordinaria alla quale auguro tanta fortuna. Ho stretto un gran rapporto con i compagni, ancora oggi mi sento con molti di loro, non faccio nomi perché sono stato bene davvero con tutti. Ringraziando Dio, ho trovato uno spogliatoio unito e sono orgoglioso di aver conosciuto questi ragazzi».
10) Molti suoi compagni, pur riconoscendo la sua annata storta dal punto di vista realizzativo, hanno riconosciuto la sua grande importanza come uomo-spogliatoio. Soddisfatto di questo?
«Io stesso ho sofferto tanto perché vedevo riposte su di me tante aspettative. Quello che posso dire è che tiferò sempre per i miei compagni e per il Barletta, perché ho stretto un rapporto straordinario con loro».
11) Non si sarà mica pentito della parentesi a Barletta…
«Assolutamente no. La ripeterei un miliardo di volte, e ripeto di essere sinceramente dispiaciuto dello scarso contributo dato alla causa dal punto di vista calcistico. Ho trovato davvero delle persone fantastiche, che spero si tolgano delle grandi soddisfazioni nel mondo del calcio».
12) Vuole salutare con un augurio la città e la società del Barletta?
«Io auguro tanta fortuna alla società e ai miei compagni, spero davvero che insieme al mister Cari raggiungano questo sogno chiamato serie B, che la città merita».
E noi auguriamo buona fortuna a Massimo Margiotta per questa esperienza "dietro le quinte". Anzi: suerte, Massimo!