Euro 2012, Brandelli d'Italia: la Spagna cala il poker e vince la finale
A Kiev termina 4-0: iberici in gran spolvero, Azzurri incerottati e a corto di fiato
lunedì 2 luglio 2012
2.29
Alla fine, è giusto così. L'Italia vede sfuggire nell'ultimo atto il sogno di tornare Campione d'Europa dopo 44 anni dalla prima e ultima volta, la Spagna vince per 4-0, conquista il titolo e realizza il "triplete", dopo l'Europeo del 2008 e il Mondiale del 2010. I campioni del mondo nella finale di Euro 2012 allo stadio "Olimpico" di Kiev sovrastano gli Azzurri che restano in 10 dal 61' per l'infortunio di Motta, terzo cambio inserito 5' prima al posto di Montolivo. Nel primo tempo gol di Silva e Jordi Alba; nel finale chiudono i conti Fernando Torres e Mata, con l'Italia ormai fuori dal match. Ha sì vinto la squadra più forte, come spesso accade, nello sport, ma l'Italia ha toppato la partita. Troppa Spagna, quasi irritante nel suo perfetto possesso palla e ferale con le accelerazioni dei vari Silva, Xavi, Iniesta, Fabregas e Jordi Alba, per poca Italia, incerottata oltre modo, colpita dalla malasorte (Chiellini infortunato nel primo tempo, De Rossi a mezzo servizio per una tacchettata, Abate e Balzaretti con guai muscolari nel finale). Il 4-0 finale è severo, ma rappresenta un forte messaggio per la nostra Nazionale e un altro per il calcio europeo: senza la giusta umiltà arrivano cappotti pesanti, e vale anche per gli Azzurri, mentre gli iberici restano ancora oggi la corazzata da battere, l'Invincible Armada del pallone.
Le formazioni
Nell'Italia conferma per dieci degli undici che hanno superato con merito la Germania. La novità è Abate, preferito a Balzaretti sulla corsia difensiva destra. Chiellini va a sinistra in difesa, completata da Barzagli, Bonucci e Buffon, mentre Riccardo Montolivo è l'uomo più avanzato di un centrocampo completato da Marchisio, Pirlo e De Rossi. In attacco Antonio Cassano e Mario Balotelli.L'undici dei campioni del mondo è lo stesso che gli azzurri si trovarono di fronte a Danzica, nel girone, il modulo "falso nove" – al secolo Cesc Fabregas – con cui il c.t. spagnolo prova a non dare punti di riferimento, a spezzare l'ordine dell'ormai consolidata linea a quattro azzurra.
Primo tempo: tiqui-taca contro fiato corto
Possesso palla chiave di tutto, si era pensato nel pre-partita. I re della specialità si confermano gli spagnoli, e per l'Italia è subito salita, con la banda del tiqui-taca come sempre abile a riconquistare la sfera già nella nostra metà campo e a innescare il fraseggio corto, tecnicissimo, con continuo movimento di Iniesta, Fabregas e Silva. Sono questi tre, in ordine di apparizione, che al 14' ci scagliano la secchiata gelida dello 0-1: apertura del primo, taglio sul lato corto dell'area del secondo con Chiellini in netto ritardo, palla dentro e colpo di testa in anticipo del terzo. Italia sotto per la prima volta in questo Europeo. Comincia a rialzarsi dopo qualche minuto, quando Chiellini – che evidentemente non doveva scendere in campo – soffre di una ricaduta muscolare e cede il posto a Balzaretti. L'Italia guadagna qualche metro, sfugge più spesso al pressing degli iberici, spaventa finalmente Casillas con un paio di tentativi da dentro e fuori l'area di Cassano. La Spagna non solo non si scompone, ma dà sempre l'impressione di controllare la gara. Scambia palla a terra, trova geometrie impensabili. E raddoppia al 41', con Jordi Alba, che cerca e trova il triangolo con Xavi, che lo lancia in profondità. Il terzino sinistro spagnolo evita il fuorigioco e, al termine di una lunga galoppata, supera Buffon in uscita. 2-0. Si va all'intervallo con l'Italia rintanata nell'angolino come un pugile suonato.
La ripresa: Italia in dieci, la Spagna dilaga nel finale
Secondo cambio nell'Italia: fuori Cassano, dentro Di Natale. Totò è subito pericoloso di testa, ma non inquadra la porta su bel cross di Abate. Poi Bonucci viene graziato dopo un mani in area, il rigore ci stava. Occasione per l'1-2: Montolivo inventa per Di Natale, solissimo davanti a Casillas, ma il capitano dell'Udinese si fa ipnotizzare dal portierone spagnolo, sarà l'ultimo tiro in porta di marca azzurra. A cavallo del quarto d'ora, l'evento che fa calare il sipario sul match: Montolivo non ce la fa più, Prandelli sorprende un po' tutti inserendo l suo posto Thiago Motta e non un Diamanti, un Giovinco, un elemento capace di vivacizzare ulteriormente l'attacco. L'ex-interista è pieno di ruggine, e al primo tentativo di allungo finisce giù, urlante. Stiramento e cambi finiti, Italia stanca e in dieci. Alla mezz'ora nella Spagna toccava a Torres per Fabregas, e il biondo centravanti si prendeva anche la soddisfazione di andare a realizzare al 39' piazzando di destro il 3-0 sull'uscita di Buffon e poi servendo Mata (cognome quanto mai evocativo) per il 4-0 finale. Una rabbia agonistica dopo che molti nel girone l'avevano tacciata di ipotetico "biscotto", reti che forse servivano a ribadire anche che la Spagna gioca sempre al massimo. Finiva male nel punteggio per noi. Alla fine le lacrime azzurre, in particolare di Bonucci, Pirlo e Balotelli, e il volto di Prandelli, la dicevano lunga sull'occasione persa e sull'umiliazione subita.
La squadra di Cesare Prandelli, a capo di un'avventura splendida, è crollata davanti all'ostacolo più alto, quasi rifiutando la sfida. E il Ct, amaramente, ha commentato: «Eravamo senza una goccia di carburante. Troppo stanchi e si vedeva». Troppo stanchi, vero, ma anche troppa Spagna. spietata, crudele come le grandi squadre. E si conferma campione d'Europa con un'impressionante prova di forza. Spietata, cinica, crudele, bella da vedere. Che non deve far però dimenticare un'Italia bellissima sino a ieri, capace di riaccendere - a due soli anni dalle oscenità sudafricane – la scintilla tra il Paese e la "sua" squadra con bel gioco e carattere nel mezzo del marasma che sta sconvolgendo il nostro calcio. Il progetto è (ri)partito. Grazie lo stesso, Azzurri!
(Twitter: @GuerraLuca88)
Le formazioni
Nell'Italia conferma per dieci degli undici che hanno superato con merito la Germania. La novità è Abate, preferito a Balzaretti sulla corsia difensiva destra. Chiellini va a sinistra in difesa, completata da Barzagli, Bonucci e Buffon, mentre Riccardo Montolivo è l'uomo più avanzato di un centrocampo completato da Marchisio, Pirlo e De Rossi. In attacco Antonio Cassano e Mario Balotelli.L'undici dei campioni del mondo è lo stesso che gli azzurri si trovarono di fronte a Danzica, nel girone, il modulo "falso nove" – al secolo Cesc Fabregas – con cui il c.t. spagnolo prova a non dare punti di riferimento, a spezzare l'ordine dell'ormai consolidata linea a quattro azzurra.
Primo tempo: tiqui-taca contro fiato corto
Possesso palla chiave di tutto, si era pensato nel pre-partita. I re della specialità si confermano gli spagnoli, e per l'Italia è subito salita, con la banda del tiqui-taca come sempre abile a riconquistare la sfera già nella nostra metà campo e a innescare il fraseggio corto, tecnicissimo, con continuo movimento di Iniesta, Fabregas e Silva. Sono questi tre, in ordine di apparizione, che al 14' ci scagliano la secchiata gelida dello 0-1: apertura del primo, taglio sul lato corto dell'area del secondo con Chiellini in netto ritardo, palla dentro e colpo di testa in anticipo del terzo. Italia sotto per la prima volta in questo Europeo. Comincia a rialzarsi dopo qualche minuto, quando Chiellini – che evidentemente non doveva scendere in campo – soffre di una ricaduta muscolare e cede il posto a Balzaretti. L'Italia guadagna qualche metro, sfugge più spesso al pressing degli iberici, spaventa finalmente Casillas con un paio di tentativi da dentro e fuori l'area di Cassano. La Spagna non solo non si scompone, ma dà sempre l'impressione di controllare la gara. Scambia palla a terra, trova geometrie impensabili. E raddoppia al 41', con Jordi Alba, che cerca e trova il triangolo con Xavi, che lo lancia in profondità. Il terzino sinistro spagnolo evita il fuorigioco e, al termine di una lunga galoppata, supera Buffon in uscita. 2-0. Si va all'intervallo con l'Italia rintanata nell'angolino come un pugile suonato.
La ripresa: Italia in dieci, la Spagna dilaga nel finale
Secondo cambio nell'Italia: fuori Cassano, dentro Di Natale. Totò è subito pericoloso di testa, ma non inquadra la porta su bel cross di Abate. Poi Bonucci viene graziato dopo un mani in area, il rigore ci stava. Occasione per l'1-2: Montolivo inventa per Di Natale, solissimo davanti a Casillas, ma il capitano dell'Udinese si fa ipnotizzare dal portierone spagnolo, sarà l'ultimo tiro in porta di marca azzurra. A cavallo del quarto d'ora, l'evento che fa calare il sipario sul match: Montolivo non ce la fa più, Prandelli sorprende un po' tutti inserendo l suo posto Thiago Motta e non un Diamanti, un Giovinco, un elemento capace di vivacizzare ulteriormente l'attacco. L'ex-interista è pieno di ruggine, e al primo tentativo di allungo finisce giù, urlante. Stiramento e cambi finiti, Italia stanca e in dieci. Alla mezz'ora nella Spagna toccava a Torres per Fabregas, e il biondo centravanti si prendeva anche la soddisfazione di andare a realizzare al 39' piazzando di destro il 3-0 sull'uscita di Buffon e poi servendo Mata (cognome quanto mai evocativo) per il 4-0 finale. Una rabbia agonistica dopo che molti nel girone l'avevano tacciata di ipotetico "biscotto", reti che forse servivano a ribadire anche che la Spagna gioca sempre al massimo. Finiva male nel punteggio per noi. Alla fine le lacrime azzurre, in particolare di Bonucci, Pirlo e Balotelli, e il volto di Prandelli, la dicevano lunga sull'occasione persa e sull'umiliazione subita.
La squadra di Cesare Prandelli, a capo di un'avventura splendida, è crollata davanti all'ostacolo più alto, quasi rifiutando la sfida. E il Ct, amaramente, ha commentato: «Eravamo senza una goccia di carburante. Troppo stanchi e si vedeva». Troppo stanchi, vero, ma anche troppa Spagna. spietata, crudele come le grandi squadre. E si conferma campione d'Europa con un'impressionante prova di forza. Spietata, cinica, crudele, bella da vedere. Che non deve far però dimenticare un'Italia bellissima sino a ieri, capace di riaccendere - a due soli anni dalle oscenità sudafricane – la scintilla tra il Paese e la "sua" squadra con bel gioco e carattere nel mezzo del marasma che sta sconvolgendo il nostro calcio. Il progetto è (ri)partito. Grazie lo stesso, Azzurri!
(Twitter: @GuerraLuca88)
Fonte foto: multimedia.quotidiano.net
IL TABELLINO DI SPAGNA-ITALIA 4-0:
SPAGNA (4-3-3): Casillas; Arbeloa, Piqué, Ramos, Jordi Alba; Busquets, Xavi, Xabi Alonso; Silva (dal 13' s.t. Pedro), Fabregas (dal 30' s.t. Fernando Torres), Iniesta (dal 41' s.t. Mata). A disp: Valdes, Reina, Albiol, Javi Martinez, Juanfran, Cazorla, Navas, Llorente, Negredo. All.Del Bosque.
ITALIA (4-3-1-2): Buffon; Abate, Barzagli, Bonucci, Chiellini (dal 21' p.t. Balzaretti); Marchisio, Pirlo, De Rossi; Montolivo (dall'11' s.t. Thiago Motta); Balotelli, Cassano (dal 1' s.t. Di Natale). A disp: De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Maggio, Nocerino, Giaccherini, Diamanti, Borini, Giovinco. All. Prandelli.
ARBITRO: Proenca (Por).
MARCATORI: Silva al 14', Jordi Alba al 41' p.t.; Fernando Torres al 39', Mata al 43' s.t.
NOTE: Ammoniti Piquè, Barzagli. Recupero: 1' p.t., 3' s.t.
IL TABELLINO DI SPAGNA-ITALIA 4-0:
SPAGNA (4-3-3): Casillas; Arbeloa, Piqué, Ramos, Jordi Alba; Busquets, Xavi, Xabi Alonso; Silva (dal 13' s.t. Pedro), Fabregas (dal 30' s.t. Fernando Torres), Iniesta (dal 41' s.t. Mata). A disp: Valdes, Reina, Albiol, Javi Martinez, Juanfran, Cazorla, Navas, Llorente, Negredo. All.Del Bosque.
ITALIA (4-3-1-2): Buffon; Abate, Barzagli, Bonucci, Chiellini (dal 21' p.t. Balzaretti); Marchisio, Pirlo, De Rossi; Montolivo (dall'11' s.t. Thiago Motta); Balotelli, Cassano (dal 1' s.t. Di Natale). A disp: De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Maggio, Nocerino, Giaccherini, Diamanti, Borini, Giovinco. All. Prandelli.
ARBITRO: Proenca (Por).
MARCATORI: Silva al 14', Jordi Alba al 41' p.t.; Fernando Torres al 39', Mata al 43' s.t.
NOTE: Ammoniti Piquè, Barzagli. Recupero: 1' p.t., 3' s.t.