Dimissioni Tatò, il cerchio si stringe?
A due giorni dal comunicato shock permane comunque molta incertezza
venerdì 25 maggio 2012
15.38
A due giorni da un comunicato che ha scosso come un terremoto l'ambiente calcistico barlettano non si ha ancora un'idea ben precisa su cosa effettivamente ci sia dietro la decisione, assunta da parte del presidente Tatò e da suo figlio Walter, di dimettersi da presidenza e vicepresidenza della società. Su queste pagine avevamo già avanzato alcune ipotesi riguardo alle motivazioni che avrebbero portato il patron biancorosso a mollare tutto così all'improvviso. Ebbene, a distanza di pochi giorni sembrerebbe restringersi sempre più il cerchio attorno alla discutibile scelta del patron biancorosso.
Questione stadio
In cima alla lista dei sospetti c'è la questione stadio. E con questa chiave di lettura non sembrerebbe quindi casuale che le dimissioni siano giunte proprio alla vigilia della conferenza stampa di presentazione del progetto preliminare per i lavori di rinnovamento dello stadio Puttilli. Una delle tante, troppe conferenze a cui nel corso di questi anni non sono seguiti riscontri concreti, avrà pensato Tatò. Se questo si aggiunge poi che i previsti lavori limiteranno fortemente l'utilizzo dell'impianto sportivo nel corso della prossima stagione calcistica, con tutte le relative ripercussioni sulla futura campagna abbonamenti, il gioco è presto fatto. I tempi, inoltre, non sono complessivamente compatibili con il regolare svolgimento di una stagione che possa utilmente coinvolgere tifosi e sponsor: i sei mesi previsti per l'ultimazione dei lavori, aumenteranno senza troppi problemi a nove (nella migliore delle ipotesi) ed ecco quindi che il Barletta sarà costretto a condurre un intero campionato "itinerante", in attesa di tornare alla normalità forse nella stagione 2013/14. I più maligni avevano addirittura avanzato l'ipotesi che le dimissioni siano scaturite da un sospetto mancato invito del presidente alla suddetta conferenza stampa. Ipotesi poi seccamente smentita proprio da chi la conferenza l'ha organizzata invitando, per l'appunto, vertici societari che poi invece si sono dati latitanti. Un episodio che sicuramente non contribuisce a sopire le tensioni tra la società di via Vittorio Veneto e palazzo di città.
Frizioni con la Lega
Da considerare c'è anche la strada che conduce alle frizioni con i vertici della Lega. A fomentare tali screzi ci sono evidentemente i numerosi episodi succedutisi sin dal giorno del deferimento presidente e vicepresidente in seguito alla ben nota vicenda "Gambling Partners". Una penalizzazione contro la quale i Tatò hanno esperito tutti i mezzi della giustizia sportiva a disposizione per evitare i prevedibili danni che avrebbe provocato in ottica play-off. Una speranza vana, forse per la vicinanza temporale tra la pronuncia del TNAS e l'appendice stagionale dei playoff, che avrebbe così influito in modo determinante sul mancato esito positivo dell'arbitrato. E allora – avrà pensato Tatò - sarebbe bastato un semplice slittamento delle partite per scongiurare qualsiasi ipotesi di pressione politica ma così evidentemente non è stato.
Esuberi in rosa
Una mole di contratti pluriennali (tra biennali e triennali) non più compatibili con una rinnovata strategia societaria, che vedrebbe il prossimo Barletta fatto soprattutto di giovani promesse da innestare attorno ad una "spina dorsale" di 5-6 elementi che si sono meritati la riconferma in questa stagione. Il primo anno alla guida del Barletta ha infatti mostrato a Tatò il lato più scontato e forse più amaro del gioco del calcio: per vincere non basta una montagna di soldi ma serve fare una buona programmazione servendosi del lavoro di persone dalla comprovata affidabilità. Ed ecco quindi profilarsi esuberi in rosa che alla lunga andrebbero inevitabilmente ad incidere in maniera gravosa anche sul bilancio societario. Se poi i giocatori puntano i piedi la situazione si arriva al muro contro muro ed ecco quindi le dimissioni "dimostrative" di un presidente che vuole lanciare un chiaro segnale a chi si frappone davanti alle sue volontà. Della serie "o voi o io".
Brutta figura
Tre ipotesi che comunque ruotano attorno ad un episodio decisamente poco edificante sia per la società, che per l'immagine del presidente stesso. Lasciar brancolare nel buio più totale tifosi, giocatori e staff del Barletta con un comunicato scarno e aperto a qualsivoglia interpretazione fuorviante senza neanche convocare una conferenza stampa ad hoc , è sinonimo di scarsa professionalità e poca voglia di far chiarezza sulla vicenda. Indiscrezioni e voci di corridoio parlano di novità nel corso dei prossimi giorni o addirittura ore. Ma ormai mezza frittata è stata già fatta, sperando non si completi l'opera.
[Marco Bruno]
(Twitter: @ilmerk)
Questione stadio
In cima alla lista dei sospetti c'è la questione stadio. E con questa chiave di lettura non sembrerebbe quindi casuale che le dimissioni siano giunte proprio alla vigilia della conferenza stampa di presentazione del progetto preliminare per i lavori di rinnovamento dello stadio Puttilli. Una delle tante, troppe conferenze a cui nel corso di questi anni non sono seguiti riscontri concreti, avrà pensato Tatò. Se questo si aggiunge poi che i previsti lavori limiteranno fortemente l'utilizzo dell'impianto sportivo nel corso della prossima stagione calcistica, con tutte le relative ripercussioni sulla futura campagna abbonamenti, il gioco è presto fatto. I tempi, inoltre, non sono complessivamente compatibili con il regolare svolgimento di una stagione che possa utilmente coinvolgere tifosi e sponsor: i sei mesi previsti per l'ultimazione dei lavori, aumenteranno senza troppi problemi a nove (nella migliore delle ipotesi) ed ecco quindi che il Barletta sarà costretto a condurre un intero campionato "itinerante", in attesa di tornare alla normalità forse nella stagione 2013/14. I più maligni avevano addirittura avanzato l'ipotesi che le dimissioni siano scaturite da un sospetto mancato invito del presidente alla suddetta conferenza stampa. Ipotesi poi seccamente smentita proprio da chi la conferenza l'ha organizzata invitando, per l'appunto, vertici societari che poi invece si sono dati latitanti. Un episodio che sicuramente non contribuisce a sopire le tensioni tra la società di via Vittorio Veneto e palazzo di città.
Frizioni con la Lega
Da considerare c'è anche la strada che conduce alle frizioni con i vertici della Lega. A fomentare tali screzi ci sono evidentemente i numerosi episodi succedutisi sin dal giorno del deferimento presidente e vicepresidente in seguito alla ben nota vicenda "Gambling Partners". Una penalizzazione contro la quale i Tatò hanno esperito tutti i mezzi della giustizia sportiva a disposizione per evitare i prevedibili danni che avrebbe provocato in ottica play-off. Una speranza vana, forse per la vicinanza temporale tra la pronuncia del TNAS e l'appendice stagionale dei playoff, che avrebbe così influito in modo determinante sul mancato esito positivo dell'arbitrato. E allora – avrà pensato Tatò - sarebbe bastato un semplice slittamento delle partite per scongiurare qualsiasi ipotesi di pressione politica ma così evidentemente non è stato.
Esuberi in rosa
Una mole di contratti pluriennali (tra biennali e triennali) non più compatibili con una rinnovata strategia societaria, che vedrebbe il prossimo Barletta fatto soprattutto di giovani promesse da innestare attorno ad una "spina dorsale" di 5-6 elementi che si sono meritati la riconferma in questa stagione. Il primo anno alla guida del Barletta ha infatti mostrato a Tatò il lato più scontato e forse più amaro del gioco del calcio: per vincere non basta una montagna di soldi ma serve fare una buona programmazione servendosi del lavoro di persone dalla comprovata affidabilità. Ed ecco quindi profilarsi esuberi in rosa che alla lunga andrebbero inevitabilmente ad incidere in maniera gravosa anche sul bilancio societario. Se poi i giocatori puntano i piedi la situazione si arriva al muro contro muro ed ecco quindi le dimissioni "dimostrative" di un presidente che vuole lanciare un chiaro segnale a chi si frappone davanti alle sue volontà. Della serie "o voi o io".
Brutta figura
Tre ipotesi che comunque ruotano attorno ad un episodio decisamente poco edificante sia per la società, che per l'immagine del presidente stesso. Lasciar brancolare nel buio più totale tifosi, giocatori e staff del Barletta con un comunicato scarno e aperto a qualsivoglia interpretazione fuorviante senza neanche convocare una conferenza stampa ad hoc , è sinonimo di scarsa professionalità e poca voglia di far chiarezza sulla vicenda. Indiscrezioni e voci di corridoio parlano di novità nel corso dei prossimi giorni o addirittura ore. Ma ormai mezza frittata è stata già fatta, sperando non si completi l'opera.
[Marco Bruno]
(Twitter: @ilmerk)