Dibenedetto: «Barletta Beach Soccer a testa alta, usciamo ad un passo dal sogno»
L’allenatore biancorosso traccia un bilancio della stagione
venerdì 31 luglio 2015
6.10
Si è fermato a pochi centimetri dalla realizzazione il sogno del Barletta Beach Soccer di qualificarsi alle finali di Lignano Sabbiadoro. I biancorossi del presidente Antonio Dazzaro, con un'incredibile rimonta sono arrivati a ridosso della zona playoff, ma l'ultimo e decisivo match contro il Lamezia è stato fatale. A prescindere dall'ultima sconfitta, restano i numeri di un Barletta Beach Soccer che è tornato a stupire. A trarre un bilancio dell'esperienza in serie A è il mister Antonio Dibenedetto:
Mister Dibenedetto, siete arrivati ad un passo dal sogno, ma la sconfitta contro il Lamezia via ha estromessi dalle finali di Lignano Sabbiadoro. Qual è il suo commento?
«Se pensiamo che abbiamo perso delle sette partite solo quattro match contro le prime quattro, questo vuol dire che ce la siamo giocata con tutte. Nell'ultima partita contro il Lamezia, se non ci fosse stato qualche errore arbitrale probabilmente saremmo passati. Se qualcuno rivede la partita, si accorge che ci mancano 5-6 punizioni dal limite, se non qualche rigore su De Lorenzo, che l'arbitro non ha visto. Forse siamo un po' antipatici. O forse il fatto di essere scherzosi, il fatto di prendere questa disciplina con gioia da fastidio a qualcuno. A prescindere dagli errori degli arbitri, contro Lamezia ci ha anche condizionato l'infortunio di Riondino, che ha ridotto le rotazioni. L'anno prossimo con un paio di innesti sicuramente faremo meglio. Se nella prima tappa avessimo fatto qualche punto, a questo punto saremmo dentro alla grande».
Cosa ha condizionato questa stagione, che si è fermata per il secondo anno consecutivo ad un passo dai playoff?
«La tappa di San Benedetto ha condizionato tutta la stagione. Non essendo abituati a giocare la mattina, lì abbiamo giocato sempre alle dieci, e noi non abbiamo mai avuto la possibilità di allenarci in quegli orari. In più in quella tappa non abbiamo avuto De Lorenzo, ma è da sottolineare comunque che dietro di lui c'erano tre ragazzi che correvano come matti».
C'è più rammarico per quello che poteva essere o più soddisfazione per quello che avete fatto?
«Nella tappa di Catanzaro, nessuno ci dava così in alto. Nella tappa finale, nessuno ha fatto più punti di noi tranne il Catania che può vantare tantissimi stranieri. Siamo andati lì molto preparati. Stiamo formando anno per anno un gruppo che può dire la sua e scalare posizioni importanti. Quest'anno si sono aggiunti a noi Digiorgio, che gioca nei Dilettanti a Bisceglie, Colella da Bari, che nessuno conosceva ma un ragazzo squisito dal lato umano. Ci siamo allenati molto meglio, ma il nostro problema resta la mancanza di una struttura nostra. Le prime 4 squadre d'Italia, che organizzano le tappe nelle loro città, sfornano giocatori giorno dopo giorno, fanno allenamenti specifici anche sulle distanze. Di conseguenza, avendo strutture idonee, a Barletta si può fare anche meglio avendo una beach arena tutta nostra».
Quale sarà il futuro del Barletta Beach Soccer?
«Il progetto resta sempre quello, tutto a carattere dilettantistico. Nessuno qui percepisce un centesimo. I ragazzi lo fanno solo per lo spirito di questo sport, e lo fanno per portare avanti il bene della Città. Abbiamo fatto di tutto per portare il nome di Barletta in giro per l'Italia. Purtroppo non ci è riuscito il miracolo di arrivare ai playoff, quest'anno pensavamo di farcela. Le finali playoff sarebbero stati un gran bel premio per il gruppo che ha lottato con tutti i suoi mezzi».
Mister Dibenedetto, siete arrivati ad un passo dal sogno, ma la sconfitta contro il Lamezia via ha estromessi dalle finali di Lignano Sabbiadoro. Qual è il suo commento?
«Se pensiamo che abbiamo perso delle sette partite solo quattro match contro le prime quattro, questo vuol dire che ce la siamo giocata con tutte. Nell'ultima partita contro il Lamezia, se non ci fosse stato qualche errore arbitrale probabilmente saremmo passati. Se qualcuno rivede la partita, si accorge che ci mancano 5-6 punizioni dal limite, se non qualche rigore su De Lorenzo, che l'arbitro non ha visto. Forse siamo un po' antipatici. O forse il fatto di essere scherzosi, il fatto di prendere questa disciplina con gioia da fastidio a qualcuno. A prescindere dagli errori degli arbitri, contro Lamezia ci ha anche condizionato l'infortunio di Riondino, che ha ridotto le rotazioni. L'anno prossimo con un paio di innesti sicuramente faremo meglio. Se nella prima tappa avessimo fatto qualche punto, a questo punto saremmo dentro alla grande».
Cosa ha condizionato questa stagione, che si è fermata per il secondo anno consecutivo ad un passo dai playoff?
«La tappa di San Benedetto ha condizionato tutta la stagione. Non essendo abituati a giocare la mattina, lì abbiamo giocato sempre alle dieci, e noi non abbiamo mai avuto la possibilità di allenarci in quegli orari. In più in quella tappa non abbiamo avuto De Lorenzo, ma è da sottolineare comunque che dietro di lui c'erano tre ragazzi che correvano come matti».
C'è più rammarico per quello che poteva essere o più soddisfazione per quello che avete fatto?
«Nella tappa di Catanzaro, nessuno ci dava così in alto. Nella tappa finale, nessuno ha fatto più punti di noi tranne il Catania che può vantare tantissimi stranieri. Siamo andati lì molto preparati. Stiamo formando anno per anno un gruppo che può dire la sua e scalare posizioni importanti. Quest'anno si sono aggiunti a noi Digiorgio, che gioca nei Dilettanti a Bisceglie, Colella da Bari, che nessuno conosceva ma un ragazzo squisito dal lato umano. Ci siamo allenati molto meglio, ma il nostro problema resta la mancanza di una struttura nostra. Le prime 4 squadre d'Italia, che organizzano le tappe nelle loro città, sfornano giocatori giorno dopo giorno, fanno allenamenti specifici anche sulle distanze. Di conseguenza, avendo strutture idonee, a Barletta si può fare anche meglio avendo una beach arena tutta nostra».
Quale sarà il futuro del Barletta Beach Soccer?
«Il progetto resta sempre quello, tutto a carattere dilettantistico. Nessuno qui percepisce un centesimo. I ragazzi lo fanno solo per lo spirito di questo sport, e lo fanno per portare avanti il bene della Città. Abbiamo fatto di tutto per portare il nome di Barletta in giro per l'Italia. Purtroppo non ci è riuscito il miracolo di arrivare ai playoff, quest'anno pensavamo di farcela. Le finali playoff sarebbero stati un gran bel premio per il gruppo che ha lottato con tutti i suoi mezzi».