Del Piero & Totti, la beatitudine dei numeri 10

La notte di serie A illuminata dalle perle di due fuoriclasse che non invecchiano mai

giovedì 12 aprile 2012 01.07
A cura di Luca Guerra
«Magari andasse ogni domenica così, Del Piero ed io in gol nella stessa giornata...» Così il capitano della Roma, Francesco Totti, ha gioito ieri sera per la vittoria della Roma sull'Udinese ma anche per il gol ritrovato, in contemporanea con un altro intramontabile numero 10 del calcio italiano. Non era domenica, ma si giocava di mercoledì, turno infrasettimanale, il numero 32 del campionato di serie A 2011/2012: il succo però non cambia, la luce l'hanno portata i "soliti noti", Totti e Del Piero, mai così vicini come oggi, sulla copertina del calcio tricolore. Già, il mondo del pallone in Italia: Quanti amanti del calcio ieri sera, tra le 22:29 e le 22:31, quando prima Alessandro Del Piero poi Francesco Totti hanno sbloccato due partite complicate, apparentemente indirizzate verso un deludente (per motivi differenti) 1-1 interno, "bucando" rispettivamente le porte di Lazio e Udinese, hanno pensato la stessa cosa che la bandiera giallorossa ha espresso ai microfoni nel post-partita?

Alessandro Del Piero ha permesso alla "Vecchia signora" di riconquistare la vetta, su punizione, come piace a lui, beffando il portiere della Lazio Marchetti, fin lì impeccabile. Totti invece ha deciso la partita dell'"Olimpico" contro l'Udinese, decisiva per la rincorsa alla zona-Champions. Ancora, sempre lui. Nel giorno della storia, per fare la storia. La Juventus forse più bella della stagione, quantomeno nel primo tempo, aveva patito oltre l'immaginabile, e non era bastata per avere la meglio di una Lazio tutta cuore e difesa, che continua a fare più di quanto atteso e aspettabile. Poi è entrato in campo, per la presenza numero 700 (!) con la maglia bianconera, Del Piero. Punizione-gol. Un classico. Che voleva dire il 2-1 poi definitivo a 8' dalla fine. E vuol dire che la Juve torna davanti al Milan nella corsa-scudetto. Totti invece ha deciso la partita dell'"Olimpico" contro l'Udinese, decisiva per la rincorsa alla zona-Champions. Al contrario del capitano bianconero, subentrato a Vucinic al 72', il numero 10 giallorosso era partito titolare, "chioccia" di un attacco completato dai giovani e lanciati Lamela e Osvaldo. Nella ripresa, al momento delle "scelte", l'allenatore spagnolo Luis Enrique non l'aveva sacrificato, come sembrava prevedibile, alla ragion di stato per inserire Bojan, subentrato a Lamela, e la sorte lo ripaga: al minuto 42 della ripresa il compagno d'attacco Osvaldo fugge sulla corsia di destra e sferra un radente cross di destro sul quale il Capitano giallorosso si fa trovare solo sul secondo palo, spingendo in rete da meno di due metri una palla che vale ore. 2-1 e Roma più vicina al terzo posto. L'esultanza "da pazzi" di Totti, un calciatore che ha visto e vinto tanto nella sua carriera, la sua corsa sotto la Curva Sud, sono la miglior diapositiva di un campione che di piegarsi all'età e agli schemi proprio non vuole saperne.

Due palloni, toccati a centinaia di chilometri di distanza, con traiettorie differenti, davanti a tifosi con aspettative diverse: la gioia è però esplosa nello stesso modo. Incontenibile, quasi ingiustificata, se si pensa che in fondo è "solo" calcio. Ci sono però momenti, segnature, nel pazzo mondo del calcio, che fanno sorridere tutti, a prescindere dal colore della maglia e dal tifo: quelli di Alessandro e Francesco fanno parte di questa tipologia. Il pallone allo "Juventus Stadium" ha percorso una lunga gittata per arrivare in porta, beffardo come pochi: secondi che hanno tolto il fiato ai sostenitori bianconeri, come quelli successivi al 2-1 di Totti all'"Olimpico". Una liberazione per Francesco, un'esplosione di gioia per i sostenitori capitolini. E ci immedesimiamo per un attimo nei due palloni, non in senso metaforico ma precisamente le due sfere di cuoio usate per le due partite: avranno pensato di poter rappresentare l'uno, quello di Torino, forse l'ultimo centro su punizione di Del Piero in bianconero, e l'altro, quello di Roma, forse il gol col più alto coefficiente tra difficoltà e importanze per Totti? A volte bastano due sfere per unire due realtà storicamente rivali come Roma, sponda giallorossa, e Torino, sponda bianconera...

Il capitano bianconero ha vinto tutto quello che si poteva vincere nella sua carriera, Totti è andato vicino a molti trofei, ma non ha raccolto molto: li unisce la gioia del Mondiale 2006. Va verso i 38 anni l'uno, tra qualche mese ne compirà 36 l'altro, ma la classe cristallina e la capacità, unica, inimitabile, di emozionare i tifosi della propria squadra e trasversalmente, sebbene in misura ragionevolmente minore, sono intatte nel tempo, quasi a irridere gli anni che passano, gli allenatori che cambiano, un calcio sempre più veloce che spesso spinge i loro detrattori a bollarli, con troppa fretta, come "finiti". Del Piero lotta contro la carta d'identità, e contro un presidente, Andrea Agnelli, che troppo presto (ottobre 2011) lo ha "messo alla porta" con gentilezza, spiegando come questa fosse l'ultima stagione di Alex in bianconero. La sua risposta? Mai una parola di troppo, neppure quando gli venivano riservati solo spiccioli di gara, massimo rispetto per mister Conte e i compagni, e tre gol pesanti negli ultimi 20 giorni contro Milan, Inter e Lazio, mica "carneadi" della massima serie italiana. Dall'altro lato l'ottavo Re di Roma, Francesco Totti: dall'inizio di stagione il rapporto con il suo allenatore è ballerino, fatto di alti e bassi, da un lato un calciatore abituato a "trovarsi" la posizione in campo, senza dettami tattici, dall'altra un tecnico che punta tutto sul possesso palla e su una gestione corale della fase difensiva e dell'attacco, schemi che talvolta ingabbiano il genio cristallino del "Pupone". Nel momento più difficile, dopo la scoppola di Lecce e con l'ultimo treno per la massima coppa europea che rischiava di andar perso, Totti ha risposto "presente", il resto è storia, e in maglia romanista i gol in serie A sono 212...

I loro nomi si scrivono Alessandro Del Piero e Francesco Totti, ma si leggono "leggenda". Se sommiamo i gol di uno e dell'altro, superiamo quota 550. Se sommiamo gli anni di carriera con la stessa maglia – sempre e soltanto la stessa maglia – arriviamo a 39 anni. Una vita. Ci sono calciatori ai quali bisogna "pesare" ogni singola prestazione, studiarne il profitto, per capire quanto potranno dare alla squadra, e altri ai quali invece bisogna solo dare invece il piacere di giocare a mente libera e lasciare che decidano le partite. Alessandro Del Piero e Francesco Totti appartengono a questa seconda categoria. Lasciamoli in campo finchè ne avranno voglia, senza le pressioni che in ogni lavoro quotidianamente ci sono imposte per conquistarci una conferma. Nel cupo momento del calcio italiano, angustiato da conti in rosso e dall'ombra del calcioscommesse, la presenza di figure positive come Ale e Francesco può solo far bene, e per questo non meritano di essere lasciati alla "solitudine dei numeri primi", ma di vivere e calcare i campi nella "beatitudine dei numeri dieci"...
(twitter@GuerraLuca88)

La nostra redazione sportiva, come si conviene dall'impostazione del nostro giornale, cura in prevalenza gli eventi riguardanti il territorio: ieri però per 12 milioni e passa di tifosi, quanti sono quelli di Roma e della Juventus in Italia, è stata una giornata da ricordare. Francesco Totti e Alessandro Del Piero, i due simboli delle formazioni, hanno deciso nel finale due sfide cruciali, rispettivamente contro Udinese e Lazio. Due eventi che fanno gioire tutti gli appassionati del calcio italiano, in particolare se realizzati a 2 minuti di distanza, come avvenuto ieri sera. Noi di Barlettalife, abbiamo voluto "omaggiare" due simboli del calcio tricolore, bandiere di due realtà tanto rivali, distanti, ma legate indissolubilmente a loro due: