Damato da lo scudetto alla sua Inter?
L’arbitro barlettano al centro di roventi polemiche
mercoledì 28 aprile 2010
20.04
Si inizia da un abbraccio plateale di Gastaldello a De Rossi in area sull'1-0, per poi proseguire con il tocco con il braccio aperto di Zauri su un tiro di Vucinic, sempre sull'1-0 per la Roma, a concludere poi c'è il tocco di mano evidente sempre di Gastaldello su un tiro di Riise sull'1-1. Poi c'è quell'articolo scritto da Giuliano Foschini sulla Repubblica il 5 Gennaio del 2002 alla vigilia del suo esordio nei campionati professionisti in un Lecco – Lumezzane di serie C1.
Insomma in questi caldi giorni di fine campionato, l'arbitro barlettano Antonio Damato protagonista della sfida Roma – Sampdoria è al centro di roventi polemiche tra i tifosi giallorossi. Tutto parte dal programma radiofonico "Te la do io Tokio", condotto da Mario Corsi, (per gli ascoltatori tifosi "Marione") il quale parte al contrattacco, tirando fuori appunto l'articolo pubblicato nel 2002 sulla Repubblica che, in tempi non sospetti, parlava proprio del fischietto pugliese. L'articolo, dal titolo esplicativo "Damato arbitro interista che stravede per Cassano", cominciava così: "Il tifo tra gli arbitri non conta. E agli scettici da Bar sport del lunedì mattina basta chiedere conferma alla giacchetta nera barlettana Antonio Damato 29 anni, interista da sempre..".
L'articolo, scritto da Giuliano Foschini, in realtà non è critico. E' piuttosto un omaggio a un giovane fischietto, forse amico del giornalista di Repubblica, che intraprende la carriera con molte speranze. Le parole sul suo conto, però, rivelano molto dell'arbitro che proprio per la sua simpatia nerazzurra non avrebbe dovuto arbitrare un match così importante per il destino dell'Inter. Tra i particolari che emergono nell'articolo di Foschini c'è quel neo che sa di macchia difficile da cancellare, "Interista da sempre", nonostante il giornalista di Repubblica a dimostrazione di come il tifo tra gli arbitri non conti, cita un episodio che vedeva protagonista l'arbitro barlettano in un lontano 1997 durante la finale di allievi tra l'Inter e la Lazio. Infatti il fischietto barlettano non ci pensò due volte a fischiare un rigore dubbio in favore della squadra romana, anche se poi il rigore fu fallito, con la conseguente vittoria della squadra milanese.
Nell'articolo poi c'è spazio ai ricordi, la mente vaga tra i campi calpestati da anonimi giocatori diventati poi grandi, si va da Pinzi dell'Udinese a Marazzina del Chievo, da Daniele Conti fino ad arrivare a Cassano per cui non nasconde una chiara simpatia. L'unica difesa per l'arbitro barlettano è arrivato da uno dei più apprezzati tra i giornalisti sportivi italiani, Gianni Mura, qualche giorno fa commentando la partita proprio su Repubblica - scriveva: "A Rosella Sensi non è piaciuto l'arbitraggio: in effetti Damato ha sorvolato su un mani di Zauri in area, ma non mi è parso prevenuto né persecutorio".
Non è della stessa idea la Presidente Rossella Sensi il quale non è stata tenera con il fischietto barlettano: "Non mi piace fare polemica e non voglio alimentare i sospetti. Ma sicuramente non posso fare a meno di sottolineare quanto hanno visto tutti: è stata una conduzione inadeguata per l'importanza della partita. Soprattutto per come è stata gestita. Sempre senza polemizzare, mi sembra che per gare di questo livello occorrano persone preparate e professionali".
Insomma, in quanti credono alla buona fede dell'arbitro barlettano?
Insomma in questi caldi giorni di fine campionato, l'arbitro barlettano Antonio Damato protagonista della sfida Roma – Sampdoria è al centro di roventi polemiche tra i tifosi giallorossi. Tutto parte dal programma radiofonico "Te la do io Tokio", condotto da Mario Corsi, (per gli ascoltatori tifosi "Marione") il quale parte al contrattacco, tirando fuori appunto l'articolo pubblicato nel 2002 sulla Repubblica che, in tempi non sospetti, parlava proprio del fischietto pugliese. L'articolo, dal titolo esplicativo "Damato arbitro interista che stravede per Cassano", cominciava così: "Il tifo tra gli arbitri non conta. E agli scettici da Bar sport del lunedì mattina basta chiedere conferma alla giacchetta nera barlettana Antonio Damato 29 anni, interista da sempre..".
L'articolo, scritto da Giuliano Foschini, in realtà non è critico. E' piuttosto un omaggio a un giovane fischietto, forse amico del giornalista di Repubblica, che intraprende la carriera con molte speranze. Le parole sul suo conto, però, rivelano molto dell'arbitro che proprio per la sua simpatia nerazzurra non avrebbe dovuto arbitrare un match così importante per il destino dell'Inter. Tra i particolari che emergono nell'articolo di Foschini c'è quel neo che sa di macchia difficile da cancellare, "Interista da sempre", nonostante il giornalista di Repubblica a dimostrazione di come il tifo tra gli arbitri non conti, cita un episodio che vedeva protagonista l'arbitro barlettano in un lontano 1997 durante la finale di allievi tra l'Inter e la Lazio. Infatti il fischietto barlettano non ci pensò due volte a fischiare un rigore dubbio in favore della squadra romana, anche se poi il rigore fu fallito, con la conseguente vittoria della squadra milanese.
Nell'articolo poi c'è spazio ai ricordi, la mente vaga tra i campi calpestati da anonimi giocatori diventati poi grandi, si va da Pinzi dell'Udinese a Marazzina del Chievo, da Daniele Conti fino ad arrivare a Cassano per cui non nasconde una chiara simpatia. L'unica difesa per l'arbitro barlettano è arrivato da uno dei più apprezzati tra i giornalisti sportivi italiani, Gianni Mura, qualche giorno fa commentando la partita proprio su Repubblica - scriveva: "A Rosella Sensi non è piaciuto l'arbitraggio: in effetti Damato ha sorvolato su un mani di Zauri in area, ma non mi è parso prevenuto né persecutorio".
Non è della stessa idea la Presidente Rossella Sensi il quale non è stata tenera con il fischietto barlettano: "Non mi piace fare polemica e non voglio alimentare i sospetti. Ma sicuramente non posso fare a meno di sottolineare quanto hanno visto tutti: è stata una conduzione inadeguata per l'importanza della partita. Soprattutto per come è stata gestita. Sempre senza polemizzare, mi sembra che per gare di questo livello occorrano persone preparate e professionali".
Insomma, in quanti credono alla buona fede dell'arbitro barlettano?