Ciao Rocco. Riposa in pace e perdonaci
Dopo una strenua lotta contro un male terribile è scomparso il calciatore Rocco Augelli
sabato 19 settembre 2020
11.19
Questo non è, e soprattutto non vuole essere, il commiato a mezzo stampa di un ragazzo, Rocco Augelli, che ha dedicato al pallone anima e corpo. Un corpo, l'ennesimo corpo, sconfitto da quella bestia immonda chiamata cancro.
Questo non è un commiato caro Rocco, questa è una confessione. E' la confessione di un cronista improvvisato del pallone (i cronisti veri sono altri). La confessione del classico tifoso da Pay TV che del film della tua vita conosce purtroppo solo i titoli di coda. Perché io, come tantissimi altri barlettani, di Rocco Augelli non solo non ne conoscevo l'età, ma neanche sapevo in quale anno hai corso e sudato per la mia amata maglia biancorossa. Una maglia che ho sempre amato, anche se a partire dal fallimento del Barletta di Onofrio Perina si è trattato del classico amore a distanza, di quelli da Televideo RAI tanto per intenderci, se si esclude la breve ma intensa parentesi del Barletta dei Romano, dei Laviano, dei Tangorra e dei Daleno. L'ultimo Barletta che mi ha entusiasmato.
Non ti conoscevo caro Rocco per quello che hai dato sul campo e me ne scuso, anche se di questo stramaledetto calcio moderno, pur in ruoli molto diversi, siamo vittime entrambi. Io, costretto a scegliere tra lo stadio e il divano di casa a seconda della categoria di appartenenza della squadra della mia città, e tu, che passata l'onda emotiva della tua scomparsa difficilmente da lassù (se un "lassù" ci sarà) vedrai tornei, coppe o targhe a te dedicate che vadano oltre la strettissima dimensione locale. Perché tu non facevi parte del cosiddetto salotto buono del calcio, quello dove un singolo calciatore costa praticamente quanto l'intera Serie C e dove colleghi ben più illustri che hanno dovuto combattere il tuo stesso terribile nemico, a prescindere dall'esito finale, lo hanno fatto senza aver bisogno di quella fantastica solidarietà che nei tuoi confronti non è certo mancata, soprattutto da parte di chi a te è stato moralmente e materialmente più vicino.
Tu, Rocco, facevi parte del cosiddetto "calcio minore". Quello che i vertici federali da qualche decennio gestiscono con una mentalità prossima a quella delle zolfatare siciliane di fine Ottocento di verghiana memoria, altro che "calcio moderno".
Tu, Rocco, facevi parte di quel calcio che ci ha "donato" il campionato di Eccellenza a 13 squadre. Facevi parte di quel calcio dove per impellenti necessità economiche, a pochi chilometri da qui, qualcuno si è giocato carriera e onorabilità per qualche migliaio di euro. Facevi parte di quel calcio dove una squadra passa nel volgere di qualche mese dai propositi di dominio assoluto alla mancata iscrizione al campionato.
Di tutto questo ne siamo colpevoli in maniera importante anche noi cronisti (da quelli di Sky a quelli di TeleFrattulloInferiore) che ci appassioniamo e ci incazziamo per le "bombe di mercato" mentre tra la nostra indifferenza la squadra della nostra città non sa dove allenarsi, e che proprio in ragione di questa mentalità in tanti di te conoscono solo lo sfortunato rettilineo finale della tua vita.
Per questo ti chiedo scusa. Scusami Rocco se non ti conoscevo.
Questo non è un commiato caro Rocco, questa è una confessione. E' la confessione di un cronista improvvisato del pallone (i cronisti veri sono altri). La confessione del classico tifoso da Pay TV che del film della tua vita conosce purtroppo solo i titoli di coda. Perché io, come tantissimi altri barlettani, di Rocco Augelli non solo non ne conoscevo l'età, ma neanche sapevo in quale anno hai corso e sudato per la mia amata maglia biancorossa. Una maglia che ho sempre amato, anche se a partire dal fallimento del Barletta di Onofrio Perina si è trattato del classico amore a distanza, di quelli da Televideo RAI tanto per intenderci, se si esclude la breve ma intensa parentesi del Barletta dei Romano, dei Laviano, dei Tangorra e dei Daleno. L'ultimo Barletta che mi ha entusiasmato.
Non ti conoscevo caro Rocco per quello che hai dato sul campo e me ne scuso, anche se di questo stramaledetto calcio moderno, pur in ruoli molto diversi, siamo vittime entrambi. Io, costretto a scegliere tra lo stadio e il divano di casa a seconda della categoria di appartenenza della squadra della mia città, e tu, che passata l'onda emotiva della tua scomparsa difficilmente da lassù (se un "lassù" ci sarà) vedrai tornei, coppe o targhe a te dedicate che vadano oltre la strettissima dimensione locale. Perché tu non facevi parte del cosiddetto salotto buono del calcio, quello dove un singolo calciatore costa praticamente quanto l'intera Serie C e dove colleghi ben più illustri che hanno dovuto combattere il tuo stesso terribile nemico, a prescindere dall'esito finale, lo hanno fatto senza aver bisogno di quella fantastica solidarietà che nei tuoi confronti non è certo mancata, soprattutto da parte di chi a te è stato moralmente e materialmente più vicino.
Tu, Rocco, facevi parte del cosiddetto "calcio minore". Quello che i vertici federali da qualche decennio gestiscono con una mentalità prossima a quella delle zolfatare siciliane di fine Ottocento di verghiana memoria, altro che "calcio moderno".
Tu, Rocco, facevi parte di quel calcio che ci ha "donato" il campionato di Eccellenza a 13 squadre. Facevi parte di quel calcio dove per impellenti necessità economiche, a pochi chilometri da qui, qualcuno si è giocato carriera e onorabilità per qualche migliaio di euro. Facevi parte di quel calcio dove una squadra passa nel volgere di qualche mese dai propositi di dominio assoluto alla mancata iscrizione al campionato.
Di tutto questo ne siamo colpevoli in maniera importante anche noi cronisti (da quelli di Sky a quelli di TeleFrattulloInferiore) che ci appassioniamo e ci incazziamo per le "bombe di mercato" mentre tra la nostra indifferenza la squadra della nostra città non sa dove allenarsi, e che proprio in ragione di questa mentalità in tanti di te conoscono solo lo sfortunato rettilineo finale della tua vita.
Per questo ti chiedo scusa. Scusami Rocco se non ti conoscevo.