Centenario Biancorosso: Eccellenza, questa sconosciuta - Ottava parte
1995-1998: il Barletta post-fallimento, tra cocenti delusioni, avversari imprevisti e giovani che si faranno
giovedì 17 marzo 2022
E adesso che succede? Il caro vecchio e per certi versi glorioso Barletta Calcio Sport Spa, è appena stato dichiarato fallito al termine di un lungo e malinconico gioco del candelotto fantozziano (sotto forma di progressivo indebitamento della società) durato ben quattro anni, e che alla fine è esploso nelle mani di Onofrio Perina, forse il meno colpevole fra tutti gli amministratori del Barletta succedutisi al timone della società dopo l'addio della famiglia Di Cosola.
Siamo nell'agosto del 1995 e c'è da ridare una squadra ad una città di 90mila abitanti e a una tifoseria tra le più calde di Puglia, se non dell'intero mezzogiorno d'Italia. A raccogliere quel che resta del calcio barlettano è l'imprenditore agricolo Dino Maffione, che assieme ad alcuni soci riesce in extremis ad iscrivere il neonato A.C. Barletta al campionato di Eccellenza pugliese e ad allestire una rosa fatta per lo più da ragazzi cresciuti nelle giovanili biancorosse quali Zagaria, Bollino, Tanzi, il "fratello d'arte" Giuseppe Lanotte e il futuro capitano Savino Daleno. A questi si aggiungeranno via via elementi come il portiere Giordano, l'attaccante Trotta e il cavallo di ritorno Claudio Minincleri, che faceva parte della rosa che solo otto anni conquistava la Serie B. A guidare la squadra viene chiamato mister Benito Scarpa, un'altra vecchia gloria del calcio barlettano che fu.
L'esordio del Barletta nel campionato di Eccellenza pugliese è fissato per domenica 17 settembre 1995 sul terreno in terra battuta del campo sportivo "Madonna delle Grazie" di Laterza, piccolo centro agricolo dell'entroterra tarantino.
Quando una squadra più o meno blasonata è reduce da un fallimento e dalla conseguente rovinosa caduta nelle categorie inferiori, spesso l'ambiente considera la vittoria di questi campionati poco più che una formalità, finendo così con l'andare incontro ad ulteriori grosse delusioni. A Barletta ce ne accorgiamo molto presto, visti i tre miseri pareggi ottenuti dai biancorossi nelle prime tre gare di campionato contro Laterza, Brindisi (toh, chi si rivede) e Gravina.
Ci accorgeremo molto presto che il campionato di Eccellenza ha anche un'altra fastidiosa caratteristica per le ambizioni di primato di una piazza come Barletta: il fatto che ogni anno, più o meno dal nulla, spunta fuori il classico imprenditore (tanto facoltoso quanto di passaggio) che allestisce il classico squadrone destinato a dominare la massima categoria dilettantistica pugliese. Nel campionato di Eccellenza 1995/96 la corazzata di turno pronta a sbarrare la strada al nobile decaduto Barletta, per la serie "corsi e ricorsi storici", si chiama Martina.
Lo scontro diretto contro i biancazzurri della Valle d'Itria è in programma al "Comunale" domenica 8 ottobre 1995 e coinciderà con la prima vittoria in campionato del Barletta, ottenuta peraltro grazie ad una bella rimonta che riaccende si l'entusiasmo della tifoseria, ma che non tiene conto della caratteristica forse più importante del campionato di Eccellenza: quella della continuità di risultati necessaria per vincere questo torneo. E mentre il Martina procede in maniera abbastanza spedita e regolare, il Barletta inciampa ora con piccole realtà come Lucera, Tuglie o Castellana, ora in vecchie conoscenze come Marcello Prima (fatale ad Ostuni una sua doppietta ai biancorossi), ora in quelle che si riveleranno autentiche bestie nere come il Noicattaro, contro il quale, non solo il Barletta subisce la prima sconfitta in campionato, ma viene fermato in casa da un pareggio che probabilmente tronca in maniera definitiva le speranze di promozione diretta.
Per accedere alla Serie D (allora Campionato Nazionale Dilettanti) il Barletta deve ora battere nei playoff interregionali il Corigliano Calabro. Un avversario che sembra decisamente alla portata dei biancorossi, ora guidati da Filippo Amici, soprattutto alla luce della gara di andata persa per 1-2 in rimonta nei minuti finali dopo avere in lungo e in largo dominato l'avversario.
Nella gara di ritorno sarebbe comunque sufficiente vincere per 1-0 per centrare la promozione. Ma purtroppo quello che al "Comunale" sarebbe dovuto essere, per dirla alla Piripicchio, "un bel giorno di maggio" condito da gol, spettacolo e festeggiamenti biancorossi, si tramuterà purtroppo per il Barletta in 90 minuti di vano e sterile assedio all'arcigno muro difensivo sapientemente eretto dei calabresi, che al triplice fischio del direttore di gara festeggeranno una tanto inaspettata, quanto tutto sommato meritata promozione nel CND.
Al Barletta invece non resta che una grande delusione (la prima di una lunga serie) e gli inevitabili favori del pronostico per la stagione 1996/97. Una stagione che vede il Barletta subito protagonista grazie soprattutto ad un reparto offensivo decisamente migliore di quello della stagione precedente, e che vede in Petrella e Viggiano i trascinatori della squadra.
I biancorossi hanno un buon passo e paiono i chiari favoriti in una lotta al salto di categoria che vede protagonisti anche Galatina, Noicattaro e Rutigliano. Il Barletta resta imbattuto fino alla 19a giornata, quando perde per 0-1 in maniera del tutto inaspettata al "Bianco" di Gallipoli. Un incidente di percorso, si dirà. Anzi, si disse, questa sconfitta potrebbe essere addirittura salutare, soprattutto in vista dello scontro diretto al "Comunale" contro il Noicattaro, dove Petrella e compagni potrebbero dare forse un indirizzo ben preciso al campionato.
Finisce purtroppo che, dopo l'illusorio vantaggio del Barletta su autorete, Caserta e Antonicelli, con una doppietta a testa, passeggiano letteralmente sulle ambizioni biancorosse di primato, trascinando così il Noicattaro allo scatto decisivo verso la promozione. Per il Barletta (aspramente contestato a fine partita) sarà invece crollo verticale fino all'anonimo sesto posto con il quale concluderà un torneo iniziato con grandi ambizioni poi miseramente naufragate alla prima battuta d'arresto.
Nel frattempo la società è passata da Dino Maffione ai fratelli Di Vittorio, imprenditori del ramo calzaturiero che alzano decisamente l'asticella ingaggiando elementi di assoluto valore come Zito, Cenicola, Curci, l'esterno basso barlettano Ruggiero Piccolo, il talentuoso esterno offensivo (anch'egli barlettano) Alessandro Stea, ma soprattutto l'attaccante ex Rutigliano Ciccio Pascazio e l'ex capitano del Bari Giovanni Loseto. A guidare la squadra viene chiamato l'esperto Dino Bitetto: una garanzia in queste categorie. Inutile quindi dire quale sia sulla carta la grande favorita per la vittoria del torneo di Eccellenza pugliese, edizione 1997/98.
Ma anche stavolta a contendere il primato al Barletta, spunta il classico avversario imprevisto. La classica meteora utile più che altro a mettere i bastoni tra le ruote alle ambizioni biancorosse: si tratta del neopromosso Aradeo del tanto pittoresco quanto smisuratamente ambizioso presidente Tramacere, guidato da un bravo tecnico come Salvatore Merico. Insomma la classica corazzata di Eccellenza pugliese, venuta fuori quasi dal nulla, della quale parlavamo poc'anzi. Una piccola grande realtà destinata si a durare poco (a fine stagione il titolo sportivo dell'Aradeo passerà infatti al Galatina), ma purtroppo quanto basta a complicare i piani di un Barletta a cui non basteranno un'andatura piuttosto sostenuta e i numeri record del bomber Pascazio per vincere il campionato.
Ma questa volta la promozione arriva ai play-off interregionali, dove il Barletta, pur privo del suo bomber principe Ciccio Pascazio, supera prima i molisani della Turris di Santa Croce di Magliano con un doppio 1-0, e poi i lucani del Villa d'Agri, pareggiando per 0-0 in Basilicata e vincendo per 2-0 (doppetta di Corbo) al "Comunale" di Via Vittorio Veneto.
Fonte foto: copia della Gazzetta del Mezzogiorno, Calvaresi, 1998
Siamo nell'agosto del 1995 e c'è da ridare una squadra ad una città di 90mila abitanti e a una tifoseria tra le più calde di Puglia, se non dell'intero mezzogiorno d'Italia. A raccogliere quel che resta del calcio barlettano è l'imprenditore agricolo Dino Maffione, che assieme ad alcuni soci riesce in extremis ad iscrivere il neonato A.C. Barletta al campionato di Eccellenza pugliese e ad allestire una rosa fatta per lo più da ragazzi cresciuti nelle giovanili biancorosse quali Zagaria, Bollino, Tanzi, il "fratello d'arte" Giuseppe Lanotte e il futuro capitano Savino Daleno. A questi si aggiungeranno via via elementi come il portiere Giordano, l'attaccante Trotta e il cavallo di ritorno Claudio Minincleri, che faceva parte della rosa che solo otto anni conquistava la Serie B. A guidare la squadra viene chiamato mister Benito Scarpa, un'altra vecchia gloria del calcio barlettano che fu.
L'esordio del Barletta nel campionato di Eccellenza pugliese è fissato per domenica 17 settembre 1995 sul terreno in terra battuta del campo sportivo "Madonna delle Grazie" di Laterza, piccolo centro agricolo dell'entroterra tarantino.
Quando una squadra più o meno blasonata è reduce da un fallimento e dalla conseguente rovinosa caduta nelle categorie inferiori, spesso l'ambiente considera la vittoria di questi campionati poco più che una formalità, finendo così con l'andare incontro ad ulteriori grosse delusioni. A Barletta ce ne accorgiamo molto presto, visti i tre miseri pareggi ottenuti dai biancorossi nelle prime tre gare di campionato contro Laterza, Brindisi (toh, chi si rivede) e Gravina.
Ci accorgeremo molto presto che il campionato di Eccellenza ha anche un'altra fastidiosa caratteristica per le ambizioni di primato di una piazza come Barletta: il fatto che ogni anno, più o meno dal nulla, spunta fuori il classico imprenditore (tanto facoltoso quanto di passaggio) che allestisce il classico squadrone destinato a dominare la massima categoria dilettantistica pugliese. Nel campionato di Eccellenza 1995/96 la corazzata di turno pronta a sbarrare la strada al nobile decaduto Barletta, per la serie "corsi e ricorsi storici", si chiama Martina.
Lo scontro diretto contro i biancazzurri della Valle d'Itria è in programma al "Comunale" domenica 8 ottobre 1995 e coinciderà con la prima vittoria in campionato del Barletta, ottenuta peraltro grazie ad una bella rimonta che riaccende si l'entusiasmo della tifoseria, ma che non tiene conto della caratteristica forse più importante del campionato di Eccellenza: quella della continuità di risultati necessaria per vincere questo torneo. E mentre il Martina procede in maniera abbastanza spedita e regolare, il Barletta inciampa ora con piccole realtà come Lucera, Tuglie o Castellana, ora in vecchie conoscenze come Marcello Prima (fatale ad Ostuni una sua doppietta ai biancorossi), ora in quelle che si riveleranno autentiche bestie nere come il Noicattaro, contro il quale, non solo il Barletta subisce la prima sconfitta in campionato, ma viene fermato in casa da un pareggio che probabilmente tronca in maniera definitiva le speranze di promozione diretta.
Per accedere alla Serie D (allora Campionato Nazionale Dilettanti) il Barletta deve ora battere nei playoff interregionali il Corigliano Calabro. Un avversario che sembra decisamente alla portata dei biancorossi, ora guidati da Filippo Amici, soprattutto alla luce della gara di andata persa per 1-2 in rimonta nei minuti finali dopo avere in lungo e in largo dominato l'avversario.
Nella gara di ritorno sarebbe comunque sufficiente vincere per 1-0 per centrare la promozione. Ma purtroppo quello che al "Comunale" sarebbe dovuto essere, per dirla alla Piripicchio, "un bel giorno di maggio" condito da gol, spettacolo e festeggiamenti biancorossi, si tramuterà purtroppo per il Barletta in 90 minuti di vano e sterile assedio all'arcigno muro difensivo sapientemente eretto dei calabresi, che al triplice fischio del direttore di gara festeggeranno una tanto inaspettata, quanto tutto sommato meritata promozione nel CND.
Al Barletta invece non resta che una grande delusione (la prima di una lunga serie) e gli inevitabili favori del pronostico per la stagione 1996/97. Una stagione che vede il Barletta subito protagonista grazie soprattutto ad un reparto offensivo decisamente migliore di quello della stagione precedente, e che vede in Petrella e Viggiano i trascinatori della squadra.
I biancorossi hanno un buon passo e paiono i chiari favoriti in una lotta al salto di categoria che vede protagonisti anche Galatina, Noicattaro e Rutigliano. Il Barletta resta imbattuto fino alla 19a giornata, quando perde per 0-1 in maniera del tutto inaspettata al "Bianco" di Gallipoli. Un incidente di percorso, si dirà. Anzi, si disse, questa sconfitta potrebbe essere addirittura salutare, soprattutto in vista dello scontro diretto al "Comunale" contro il Noicattaro, dove Petrella e compagni potrebbero dare forse un indirizzo ben preciso al campionato.
Finisce purtroppo che, dopo l'illusorio vantaggio del Barletta su autorete, Caserta e Antonicelli, con una doppietta a testa, passeggiano letteralmente sulle ambizioni biancorosse di primato, trascinando così il Noicattaro allo scatto decisivo verso la promozione. Per il Barletta (aspramente contestato a fine partita) sarà invece crollo verticale fino all'anonimo sesto posto con il quale concluderà un torneo iniziato con grandi ambizioni poi miseramente naufragate alla prima battuta d'arresto.
Nel frattempo la società è passata da Dino Maffione ai fratelli Di Vittorio, imprenditori del ramo calzaturiero che alzano decisamente l'asticella ingaggiando elementi di assoluto valore come Zito, Cenicola, Curci, l'esterno basso barlettano Ruggiero Piccolo, il talentuoso esterno offensivo (anch'egli barlettano) Alessandro Stea, ma soprattutto l'attaccante ex Rutigliano Ciccio Pascazio e l'ex capitano del Bari Giovanni Loseto. A guidare la squadra viene chiamato l'esperto Dino Bitetto: una garanzia in queste categorie. Inutile quindi dire quale sia sulla carta la grande favorita per la vittoria del torneo di Eccellenza pugliese, edizione 1997/98.
Ma anche stavolta a contendere il primato al Barletta, spunta il classico avversario imprevisto. La classica meteora utile più che altro a mettere i bastoni tra le ruote alle ambizioni biancorosse: si tratta del neopromosso Aradeo del tanto pittoresco quanto smisuratamente ambizioso presidente Tramacere, guidato da un bravo tecnico come Salvatore Merico. Insomma la classica corazzata di Eccellenza pugliese, venuta fuori quasi dal nulla, della quale parlavamo poc'anzi. Una piccola grande realtà destinata si a durare poco (a fine stagione il titolo sportivo dell'Aradeo passerà infatti al Galatina), ma purtroppo quanto basta a complicare i piani di un Barletta a cui non basteranno un'andatura piuttosto sostenuta e i numeri record del bomber Pascazio per vincere il campionato.
Ma questa volta la promozione arriva ai play-off interregionali, dove il Barletta, pur privo del suo bomber principe Ciccio Pascazio, supera prima i molisani della Turris di Santa Croce di Magliano con un doppio 1-0, e poi i lucani del Villa d'Agri, pareggiando per 0-0 in Basilicata e vincendo per 2-0 (doppetta di Corbo) al "Comunale" di Via Vittorio Veneto.
Fonte foto: copia della Gazzetta del Mezzogiorno, Calvaresi, 1998