Caos "calcio-scommesse", l'interrogatorio di Beppe Signori

L'ex attaccante della Nazionale italiana respinge in toto le accuse

giovedì 9 giugno 2011
A cura di Luca Guerra
Tanto rumore per nulla: quella di Beppe Signori era senza ombra di dubbio la "voce" più attesa di questi primi giorni di interrogatori, ma le sue dichiarazioni ne hanno ridimensionato il peso all'interno dell'organizzazione che avrebbe cercato di manipolare almeno 30 partite della stagione appena conclusa e della precedente tra serie A, serie B e Lega Pro. Nella giornata di ieri, presso la Procura di Cremona, l'ex attaccante di Lazio, Bologna e Sampdoria, attualmente agli arresti domiciliari per lo scandalo "calcio-scommesse", si è dichiarato estraneo a ogni addebito, affermando di non aver mai fatto parte di alcuna associazione per delinquere in grado di condizionare il risultato degli incontri al fine di avere un lucro. Il Procuratore Roberto Di Martino ha definito l'interrogatorio «interlocutorio».

«Non ho fatto nulla, non ho mai partecipato a riunioni per manipolare le partite, non conosco Erodiani e Bellavista, non ho mai visto gli assegni che avete sequestrato », questo l'esordio dell'ex giocatore davanti al gip di Cremona, Guido Salvini, al quale ha poi spiegato di aver scommesso al massimo «300-400 euro in tabaccheria ». «A Signori - ha spiegato l'avvocato Caroli, secondo quanto riporta il sito Sportmediaset - vengono addebitati due illeciti sportivi: Inter-Lecce e Atalanta-Piacenza. Per quanto riguarda la prima partita, lui è stato interrogato in merito all'incontro che il 15 marzo scorso ha avuto nello studio dei suoi commercialisti alla presenza di Erodiani e Bellavista. Durante l'incontro gli venne proposto un determinato affare. Proposta alla quale - aggiunge il legale - Signori rispose con un secco no ».

Di parere completamente opposto la dichiarazione giunta nelle scorse ore per voce dell'ex commercialista di Signori, Manlio Bruni, il quale aveva affermato che era proprio l'ex attaccante della Nazionale italiana a fungere da intermediario con i potenti scommettitori di Singapore a cui garantiva «di avere gli assegni in mano ». Una vicenda che avrà un'eco eclatante, ne siamo certi, nei mesi a venire in attesa dei giudizi della Corte Federale e della Giustizia Sportiva.