Calciomercato invernale, il Pagellone del Barletta

Tatò promosso a pieni voti, la palla passa a Cari ora

mercoledì 1 febbraio 2012 11.03
A cura di Luca Guerra
Mercato di riparazione. Roberto Tatò deve aver pensato al significato letterale del termine, coniato per indicare il calciomercato invernale, atto a "riparare" le malefatte di quello estivo, per pianificare a tavolino la strategia da perseguire in sede di acquisti e cessioni in questo caldo, solo metaforicamente, gennaio, che ha portato alla causa biancorossa 5 acquisti e 2 cessioni. Ieri sulla grigia Milano oltre ai copiosi fiocchi di neve sono caduti dal cielo altri due "cioccolatini" da scartare per i tifosi biancorossi, Filippo Petterini e Vincenzo De Liguori, elementi preziosi per una squadra dai piani ambiziosi quale il Barletta. L'ex terzino del Pescara e il vecchio capitano della Nocerina arrivano all'ombra di Eraclio a stretto giro di posta da Romondini, Minieri e Marino, gli altri tre acquisti portati alla corte di mister Cari, che ha perso i soli Menicozzo e Caggianelli, sin qui poco considerati dal tecnico di Ciampino ( e sulla messa in ombra del mediano di Apricena si potrebbe discutere...), ancor'oggi alla ricerca della giusta quadratura del cerchio.

Con fare autoritario e agendo in prima persona, Tatò ha messo del mastice laddove la barca aveva notevoli falle, nel cuore del campo e sulle fasce difensive, tamponando gli errori che l'ex ds biancorosso Renzo Castagnini aveva con evidenza commesso in estate. Meglio (accorgersene) tardi che mai, si potrebbe pensare: la classifica permette ancora voli pindarici e il patron del Barletta ha dimostrato di voler volare in alto, recitando un ruolo da assoluto protagonista all'Ata Hotel Executive e meritando voti di tutto rispetto nel Pagellone del calciomercato biancorosso:


PORTA- Con 5 mesi di ritardo, è finalmente arrivato quel terzo portiere che ogni squadra che voglia avere una rosa completa deve avere in squadra. Certo, galeotto fu l'infortunio di Vincenzo Sicignano (stiramento, ne avrà ancora per un mese) che ha convinto la dirigenza biancorossa ad accelerare i tempi, ma il rinforzo è di tutto rispetto. Dalla Reggina è arrivato in biancorosso il lungagnone Pietro Marino, 200 cm, proveniente dal vivaio calabrese e con 12 presenze da titolare in amaranto in stagione, nelle quali non aveva convinto. La sua esperienza, nonostante la giovane età (classe 1986) e la sua voglia di riscatto non potranno che far bene all'intera rosa. La corsa a tre per una maglia da titolare è partita. Voto 6,5.

DIFESA- Se a destra non si ride, la sinistra piange: non parliamo di politica, ma della difesa del Barletta. I buchi sulle corsie difensive stavano diventando ormai una triste consuetudine per la retroguardia biancorossa, che aveva subito un buon 60% dei gol incassati con questa modalità. Masiero e Pisani, candidati a una maglia da titolare sulla corsia di destra in avvio di stagione, non hanno convinto: il primo per i vari problemi fisici che ne hanno condizionato la preparazione, mentre il secondo si è rivelato di fatto più adatto a giocare nel cuore della difesa. Mazzarani, mancino adattato sul lato opposto, ha retto con l'esperienza, ma è andato anch'egli in barca negli ultimi turni, quando anche Cari ha capito che forse era il caso di provarlo sulla corsia del suo piede naturale. Corsia sinistra sulla quale il tecnico romano aveva provato anche ad adattare un centrale come Pelagias, con risultati alterni, dopo l'epurazione di Angeletti, di fatto fuori dai piani tecnici e societari. Tatò è intervenuto per colmare questi vuoti: ecco Michelangelo Minieri, terzino-stopper destro dal Vicenza, e Filippo Petterini, laterale sinistro di rendimento pronto a rilevare la maglia numero 3. Voto 7+.

CENTROCAMPO- Anche qui ci si è messi alla pari, e anche di più, con le migliori di un girone dove si corre di meno e si ragiona di più rispetto alla scorsa stagione. Si accenderà finalmente la fatidica "lampadina" nel cuore del terreno di gioco. La mediana muscolare e poco geometrica, colma di doppioni, male allestita in estate da Castagnini, al quale oggi fischieranno le orecchie, è stata "smascherata" dalla sessione invernale di calciomercato. Cari sin qui le aveva provate tutte, alternando ben 9 coppie davanti alla difesa, cercando anche di adattare in regia due fantasisti come Hanine e Cerone, ma ha dovuto aspettare la fine di gennaio per avere fosforo in mediana. Non un calciatore dai piedi buoni, ma due: Tatò ha voluto abbondare, e ha portato all'ombra di Eraclio Fabrizio Romondini e Tommaso De Liguori, due big per la categoria. Il primo era promesso sposo dei biancorossi sin da luglio, e la parentesi a Crema ne ha solo rinviato le "nozze", mentre il secondo ha rappresentato un colpo last-minute favorito anche dai buoni rapporti con il ds della Nocerina Marcello Pitino. In uscita ha salutato la truppa, direzione Pergocrema, un veterano della rosa, Michele Menicozzo, uno degli idoli della tifoseria, sacrificato da Cari che gli ha spesso preferito Guerri, Di Cecco e Zappacosta. Voto 8+.

ATTACCO-
Tutti attendevano l'arrivo di un centravanti, considerando il topolino (2 reti) che la montagna costituita da Di Gennaro e Infantino aveva portato in dote sin qui. L'esplosione di Mazzeo, il rifiuto di C. Ciano (Crotone) di scendere di categoria e le difficoltà per arrivare a Castaldo (Nocerina), Ginestra (Sorrento) e Ciofani (Gubbio) e l'assenza di offerte per i due attaccanti hanno di fatto mantenuto il reparto inalterato. Reputato poco pronto il brasiliano Wilson, passato in prova dal Lecce e subito scartato. Assimilato il passaggio al 4-2- fantasia con Mazzeo prima punta, respinti gli assalti di Nocerina e Grosseto per Schetter, forse avrebbe fatto comodo un esterno in più, visti i continui guai fisici di Simoncelli. Una strategia inattesa. Tatò l'ha motivata sul sito ufficiale del club biancorosso: "E' stata una scelta molto semplice. Abbiamo un giocatore, Di Gennaro, che è in recupero, un altro Infantino è in grande spolvero e poi c'è l'eccellente Mazzeo il cui valore non mi sembra che possa essere messo in discussione. Adesso mi aspetto una serie di risultati positivi e voglio vedere la squadra giocare con grande qualità". Voto 6-.

ROBERTO TATO'- One man show. Dopo la separazione con il ds Castagnini, quasi un'ammissione di colpa per aver dato troppa fiducia a un dirigente che da qualche tempo suscitava perplessità nell'ambiente, ha preferito curare da sé il mercato, affidandosi solo a qualche consulenza esterna come surrogato d'esperienza. Affamato di successi e sognatore al pari del comune tifoso, il presidente ha optato per l'ennesimo sacrificio economico, allentando notevolmente i cordoni della borsa nell'ultima settimana di mercato, dove nei salotti dell'Ata Hotel Executive di Milano lo si è visto intento in diverse e fruttuose trattative. Vuole la B, e l'ha dimostrato con i fatti. Voto 8.

MARCO CARI- Tolta la spina, passato il dolore? Lo vedremo. Che tra l'allenatore di Ciampino, il ds Castagnini e il team manager Urban non corressero buone acque era un "mistero di Pulcinella", e questo aveva probabilmente influito in sede di calciomercato estivo, quando Cari aveva rigettato l'idea del regista davanti alla difesa con la partenza di Rajcic e aveva avallato gli arrivi di tanti muscoli e poco fosforo in squadra. Fattori che si sono ripercossi sul rendimento del tecnico e dell'organico, spesso in confusione tattica durante la stagione. Ora che tutti (o quasi) i tasselli sono a posto, starà a Cari comporre il giusto mosaico. Quando si guida un'auto di grossa cilindrata su strade irte di difficoltà come quelle della Lega pro bisogna saper dosare le marce e capire quando e come accelerare, a Cari il compito di indossare i guanti e guidare nella giusta direzione. Voto 6 di stima.