Calcio & Mercato, ne parliamo con Gianluca Di Marzio
Esclusiva intervista a uno dei volti di punta di Sky Sport
martedì 17 aprile 2012
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Giornalista e telecronista per Sky Sport, esperto di calciomercato. Figlio d'arte, suo papà Gianni è stato un famoso allenatore di calcio. Ha iniziato la sua carriera con l'emittente Telenuovo di Padova. Nel 2004 passa a Sky dove ha seguito come telecronista la doppia promozione del Napoli, dalla serie C alla A, e i mondiali in Germania del 2006. Con Alessandro Bonan è protagonista della trasmissione "E' (sempre) Calciomercato", approfondimento sportivo dedicato al calciomercato. Laureato in Giurisprudenza. Testimonial della Fondazione Borgonovo. E' questo l'intenso identikit di Gianluca Di Marzio, volto di punta della redazione sportiva dell'emittente satellitare di Rupert Murdoch, protagonista di un'esclusiva intervista ai microfoni di Barlettalife. Serie A, gli "Azzurri" di Prandelli, Balotelli, Del Piero, caos-calcioscommesse, corsa-salvezza e corsa-scudetto: sono solo alcuni dei temi principali di un dialogo da vivere tutto d'un fiato. Buona lettura.
Sei giornate al termine di questo equilibrato campionato di serie A. Il torneo ha rispettato le sue aspettative?
«E' stato un torneo divertente: forse è un peccato che ci siano solo due squadre a giocarsi lo scudetto fino alla fine: sulla carta, per come erano state costruite, c'erano altre formazioni, vedi il Napoli, che avrebbero potuto ambire alla vetta fino alla fine. Invece sono state penalizzate dal fatto di disputare anche altre competizioni, il che implica una fatica superiore alle attese e i fatti dimostrano che non si riesce poi ad avere lo stesso rendimento tra il campionato e le coppe europee, e questo si paga. Non è un caso infatti che la Juventus sia fisicamente, a livello di intensità, sempre più fresca, e non abbia mai avuto cali da questo punto di vista: invece il Milan ne ha avuti, ma ha sopperito grazie all'esperienza, alla maggiore classe dei suoi campioni. Resta il fatto che se non fai le coppe, hai sicuramente un vantaggio».
Il fatto che sia in testa la squadra che corre più di tutte, la Juventus, può indicare un abbassamento del livello medio del torneo?
«Potrebbe essere un fattore, ma va detto che la squadra di Conte gioca anche bene, non corre soltanto, ha inserito in un motore ad alta velocità un campione come Pirlo; è stato lui il vero grande colpo, anche se in pochi, bisogna esser onesti, si attendevano un rendimento così elevato da parte dell'ex regista del Milan. Molti avevano storto il naso davanti al suo acquisto, e c'erano molti dubbi sulla sua adattabilità al 4-2-4 di Conte: è stato anche bravo l'allenatore bianconero ad adeguare il modulo e il tipo di gioco alla presenza di Pirlo, affiancandogli Vidal e Marchisio. La Juve gioca molto bene anche per questo».
Il recente turno infrasettimanale ha messo in evidenza le reti di Del Piero e Totti, due grandi "vecchi" del calcio italiano: di Del Piero in particolare si discute per il rinnovo del suo legame con la Juventus. Al posto di Andrea Agnelli, lei come agirebbe?
«Rinnoverei assolutamente il contratto. Nella vita si può cambiare idea, poi Del Piero può essere ancora decisivo in quelle apparizioni che gli vengono concesse. Inoltre è un professionista serissimo, che non fa certo polemiche durante la settimana: è chiaro che vorrebbe giocare, ma sta fuori con il sorriso ed è un elemento positivo in un gruppo, e quando viene chiamato in causa è sempre importante, riesce ancora a fare la differenza senza creare problemi all'allenatore di turno. E' per questo, per le prestazioni e l'atteggiamento che ha, che non vedo motivi validi per cui Del Piero non dovrebbe rinnovare il contratto con la Juventus e perchè non dovrebbe finire la carriera con la maglia bianconera addosso. Vederlo finire in America, o negli Emirati, mi darebbe un pò i brividi: lui, Totti, o come è stato per Maldini, sono bandiere ed è bello che completino l'intera carriera in una squadra. Sinceramente, sono poco convinto che al momento ci siano alte possibilità che Del Piero rinnovi con la Juve, però a furor di popolo spesso si cambia anche idea».
Da un ex campione della Nazionale a un calciatore che dovrebbe essere un riferimento azzurro come Mario Balotelli, di nuovo agli onori delle cronache per alcuni discutibili comportamenti in campo. Balotelli è ancora solo una risorsa o sta lentamente diventando un problema?
«Io credo che nella vita si matura, si cresce. Anche Cassano ne ha combinate tante da giovane, magari non peggiori perchè ad esempio Balotelli ha a volte commesso brutti falli, un fattore questo mai imputato a Cassano. Ha però fatto anche lui "cassanate" con gli arbitri: Cassano è maturato tardi, all'età di Mario lui ne combinava tante. Spero che Balotelli abbia l'intelligenza di capire che sta buttando via tanto tempo, e magari anche il matrimonio lo potrebbe aiutare, anche il diventare papà lo potrebbe maturare e potrebbe dargli quella serenità sul campo che oggi non ha».
Torniamo appunto al campo: chi ti ha deluso e chi ti ha sorpreso positivamente in serie A?
«La delusione più grande è senza dubbio la Fiorentina, che non credevo assolutamente rischiasse la retrocessione: i viola hanno ottimi calciatori come Jovetic, come Behrami, che anche a gennaio era stato richiesto dalla Juventus. Hanno grandi calciatori come Montolivo, Vargas, che hanno reso molto al di sotto delle attese, ma restano atleti di grande qualità. Pensavo che per la Fiorentina questo sarebbe stato l'anno del riscatto, ma così non è stato. Mi ha deluso molto anche il Genoa, che ha investito tanto sul mercato, spendendo per esempio 8 milioni per Gilardino a gennaio, ha trattenuto Palacio, e pensare che possa rischiare la retrocessione è certo sorprendente. Come sorpresa cito ancora l'Udinese: hanno venduto Inler e Sanchez, e in tanti pensavamo avrebbe disputato un torneo anonimo, ma ciononostante è riuscita a trovare altri validi calciatori, come Pereyra, Fernandes, Danilo, a confermare Di Natale su livelli altissimi, e a pensare che i friulani possano ancora arrivare terzi nonostante le perdite importanti si possono solo fare complimenti».
Per quanto riguarda la lotta-salvezza, può essere il Lecce aiutato dalla mentalità dei suoi atleti a conquistare punti rispetto a Fiorentina e Genoa, che non hanno in rosa calciatori abituati a giocarsi la permanenza in A?
« Riguardo al Lecce, mi viene da pensare ai pareggi contro Novara e Cesena, o a quello casalingo contro il Genoa: vincendo almeno 2 di quelle 3 partite, oggi sarebbe virtualmente salvo. Sono contento per il Lecce, perchè Cosmi era stato additato come un allenatore "alla frutta", che non curava bene gli aspetti tattici delle proprie squadre, ma in Salento si è riscattato alla grande: lavora molto sul piano motivazionale, questo è vero, ma anche a livello tattico penso che abbia dato una bella impronta al Lecce».
Proprio i salentini sono invischiati nel bubbone del calcioscommesse, che sta investendo in questi giorni il calcio italiano. A che punto siamo e quanto bisogno di repulisti c'è oggi?
«Io non ho seguito in maniera approfondita queste indagini. Dico solo che spero che finisca tutto il prima possibile e che spero che chi ha sbagliato paghi, e paghi un conto salato. Il mio unico desiderio è quello di tornare a sfogliare i giornali sportivi che parlino solo di talenti emergenti, squadre che fanno bene alle categorie inferiori, crescita del nostro calcio. Spero solo questo».
In chiusura parliamo di calciomercato: chi saranno i principali protagonisti in estate in Italia?
« Parlavi del Lecce, e mi viene da pensare a Cuadrado e Muriel, che sono però di proprietà dell'Udinese, a dimostrare per l'ennesima volta che si può fare bene anche senza blasone, ma con una rete di osservatori e uno scouting collaudato. Loro rappresentano i due talenti del futuro, talenti purissimi: per quanto riguarda Muriel in particolare, credo che l'Udinese potrebbe tenerlo un altro anno a Udine e non venderlo a 15 milioni, la sua valutazione attuale, ma anche a 30, se in Friuli rendesse bene. Potrebbe essere lui il crack estivo».
Piedi buoni, pallone e rettangolo verde: è questo il sale del calcio...
(Twitter @GuerraLuca88)
Sei giornate al termine di questo equilibrato campionato di serie A. Il torneo ha rispettato le sue aspettative?
«E' stato un torneo divertente: forse è un peccato che ci siano solo due squadre a giocarsi lo scudetto fino alla fine: sulla carta, per come erano state costruite, c'erano altre formazioni, vedi il Napoli, che avrebbero potuto ambire alla vetta fino alla fine. Invece sono state penalizzate dal fatto di disputare anche altre competizioni, il che implica una fatica superiore alle attese e i fatti dimostrano che non si riesce poi ad avere lo stesso rendimento tra il campionato e le coppe europee, e questo si paga. Non è un caso infatti che la Juventus sia fisicamente, a livello di intensità, sempre più fresca, e non abbia mai avuto cali da questo punto di vista: invece il Milan ne ha avuti, ma ha sopperito grazie all'esperienza, alla maggiore classe dei suoi campioni. Resta il fatto che se non fai le coppe, hai sicuramente un vantaggio».
Il fatto che sia in testa la squadra che corre più di tutte, la Juventus, può indicare un abbassamento del livello medio del torneo?
«Potrebbe essere un fattore, ma va detto che la squadra di Conte gioca anche bene, non corre soltanto, ha inserito in un motore ad alta velocità un campione come Pirlo; è stato lui il vero grande colpo, anche se in pochi, bisogna esser onesti, si attendevano un rendimento così elevato da parte dell'ex regista del Milan. Molti avevano storto il naso davanti al suo acquisto, e c'erano molti dubbi sulla sua adattabilità al 4-2-4 di Conte: è stato anche bravo l'allenatore bianconero ad adeguare il modulo e il tipo di gioco alla presenza di Pirlo, affiancandogli Vidal e Marchisio. La Juve gioca molto bene anche per questo».
Il recente turno infrasettimanale ha messo in evidenza le reti di Del Piero e Totti, due grandi "vecchi" del calcio italiano: di Del Piero in particolare si discute per il rinnovo del suo legame con la Juventus. Al posto di Andrea Agnelli, lei come agirebbe?
«Rinnoverei assolutamente il contratto. Nella vita si può cambiare idea, poi Del Piero può essere ancora decisivo in quelle apparizioni che gli vengono concesse. Inoltre è un professionista serissimo, che non fa certo polemiche durante la settimana: è chiaro che vorrebbe giocare, ma sta fuori con il sorriso ed è un elemento positivo in un gruppo, e quando viene chiamato in causa è sempre importante, riesce ancora a fare la differenza senza creare problemi all'allenatore di turno. E' per questo, per le prestazioni e l'atteggiamento che ha, che non vedo motivi validi per cui Del Piero non dovrebbe rinnovare il contratto con la Juventus e perchè non dovrebbe finire la carriera con la maglia bianconera addosso. Vederlo finire in America, o negli Emirati, mi darebbe un pò i brividi: lui, Totti, o come è stato per Maldini, sono bandiere ed è bello che completino l'intera carriera in una squadra. Sinceramente, sono poco convinto che al momento ci siano alte possibilità che Del Piero rinnovi con la Juve, però a furor di popolo spesso si cambia anche idea».
Da un ex campione della Nazionale a un calciatore che dovrebbe essere un riferimento azzurro come Mario Balotelli, di nuovo agli onori delle cronache per alcuni discutibili comportamenti in campo. Balotelli è ancora solo una risorsa o sta lentamente diventando un problema?
«Io credo che nella vita si matura, si cresce. Anche Cassano ne ha combinate tante da giovane, magari non peggiori perchè ad esempio Balotelli ha a volte commesso brutti falli, un fattore questo mai imputato a Cassano. Ha però fatto anche lui "cassanate" con gli arbitri: Cassano è maturato tardi, all'età di Mario lui ne combinava tante. Spero che Balotelli abbia l'intelligenza di capire che sta buttando via tanto tempo, e magari anche il matrimonio lo potrebbe aiutare, anche il diventare papà lo potrebbe maturare e potrebbe dargli quella serenità sul campo che oggi non ha».
Torniamo appunto al campo: chi ti ha deluso e chi ti ha sorpreso positivamente in serie A?
«La delusione più grande è senza dubbio la Fiorentina, che non credevo assolutamente rischiasse la retrocessione: i viola hanno ottimi calciatori come Jovetic, come Behrami, che anche a gennaio era stato richiesto dalla Juventus. Hanno grandi calciatori come Montolivo, Vargas, che hanno reso molto al di sotto delle attese, ma restano atleti di grande qualità. Pensavo che per la Fiorentina questo sarebbe stato l'anno del riscatto, ma così non è stato. Mi ha deluso molto anche il Genoa, che ha investito tanto sul mercato, spendendo per esempio 8 milioni per Gilardino a gennaio, ha trattenuto Palacio, e pensare che possa rischiare la retrocessione è certo sorprendente. Come sorpresa cito ancora l'Udinese: hanno venduto Inler e Sanchez, e in tanti pensavamo avrebbe disputato un torneo anonimo, ma ciononostante è riuscita a trovare altri validi calciatori, come Pereyra, Fernandes, Danilo, a confermare Di Natale su livelli altissimi, e a pensare che i friulani possano ancora arrivare terzi nonostante le perdite importanti si possono solo fare complimenti».
Per quanto riguarda la lotta-salvezza, può essere il Lecce aiutato dalla mentalità dei suoi atleti a conquistare punti rispetto a Fiorentina e Genoa, che non hanno in rosa calciatori abituati a giocarsi la permanenza in A?
« Riguardo al Lecce, mi viene da pensare ai pareggi contro Novara e Cesena, o a quello casalingo contro il Genoa: vincendo almeno 2 di quelle 3 partite, oggi sarebbe virtualmente salvo. Sono contento per il Lecce, perchè Cosmi era stato additato come un allenatore "alla frutta", che non curava bene gli aspetti tattici delle proprie squadre, ma in Salento si è riscattato alla grande: lavora molto sul piano motivazionale, questo è vero, ma anche a livello tattico penso che abbia dato una bella impronta al Lecce».
Proprio i salentini sono invischiati nel bubbone del calcioscommesse, che sta investendo in questi giorni il calcio italiano. A che punto siamo e quanto bisogno di repulisti c'è oggi?
«Io non ho seguito in maniera approfondita queste indagini. Dico solo che spero che finisca tutto il prima possibile e che spero che chi ha sbagliato paghi, e paghi un conto salato. Il mio unico desiderio è quello di tornare a sfogliare i giornali sportivi che parlino solo di talenti emergenti, squadre che fanno bene alle categorie inferiori, crescita del nostro calcio. Spero solo questo».
In chiusura parliamo di calciomercato: chi saranno i principali protagonisti in estate in Italia?
« Parlavi del Lecce, e mi viene da pensare a Cuadrado e Muriel, che sono però di proprietà dell'Udinese, a dimostrare per l'ennesima volta che si può fare bene anche senza blasone, ma con una rete di osservatori e uno scouting collaudato. Loro rappresentano i due talenti del futuro, talenti purissimi: per quanto riguarda Muriel in particolare, credo che l'Udinese potrebbe tenerlo un altro anno a Udine e non venderlo a 15 milioni, la sua valutazione attuale, ma anche a 30, se in Friuli rendesse bene. Potrebbe essere lui il crack estivo».
Piedi buoni, pallone e rettangolo verde: è questo il sale del calcio...
(Twitter @GuerraLuca88)
Intervista realizzata il 12 aprile 2012