Calcio, la Domenica delle Palme è lontana per il Barletta
C'è tanto da lavorare dopo il ko di Salò
martedì 20 marzo 2012
10.05
Troppo brutto per essere vero; troppo docile per poter conquistare i tre punti; troppe assenze, ma poche attenuanti. E' un Barletta nel segno dell'eccesso quello che riprenderà oggi pomeriggio gli allenamenti a 48 ore dal ko subito al "Turina" di Salò contro la Feralpi di mister Remondina, colpito al cuore dal centro dell'1-0 finale, messo a segno dallo stopper lombardo Blanchard quando stavano per avere inizio i tre minuti di recupero del secondo tempo. Agli eccessi sul campo corrisponde un pugno di mosche in classifica, dove 2 sono i punti arrivati nelle ultime 4 partite, e la "mazzata" psicologica derivante dalla penalizzazione di un punto inflitta la scorsa settimana dalla Corte di Giustizia Federale non è stata affatto cancellata. E' finito il tempo degli scivoloni inattesi, e la scossa promessa con l'arrivo di mister Di Costanzo tarda ad arrivare.
Non si guarisce dal mal di trasferta
Dopo il pari di Trapani, dove si era vista una squadra gagliarda, capace di tener testa alla capolista del torneo e di restare in vantaggio gestendo con tranquillità la gara fino all'opinabile espulsione di Mengoni, si attendeva la vittoria della svolta, quel successo che in campionato manca ora dallo scorso 12 febbraio (1-0 al Bassano Virtus tra le mura del "Puttilli") e che lontano da Barletta non si vede da ben cinque mesi, dal 17 ottobre 2011, quando al "Rocco" di Trieste la doppietta di Mazzeo griffò il 2-1 finale sulla Triestina. Così non è stato: in campo è tornato il Barletta formato "Mister Hyde" già visto in precedenza a Latina e in parte anche a Bolzano contro il Sud Tirol. Una squadra abulica, svuotata nella mente ancor prima che nelle gambe, e soprattutto incapace di imporre il proprio ritmo e le proprie idee a formazioni sulla carta più deboli, ma maggiormente "affamate" alla prova del campo.
Quando mancano i leader, nessuno guida la squadra
Avevano tenuto banco in settimana le sei pesanti assenze con le quali la squadra avrebbe dovuto fare i conti nella trasferta del "Lino Turina": nel dettaglio gli infortunati Minieri, Di Gennaro e Mazzeo, oltre agli squalificati Mengoni, Masiero e Schetter. Quattro titolari certi uniti a due alternative importanti, che certo hanno condizionato le scelte di mister Di Costanzo in materia di formazione da opporre alla Feralpi, ma non possono bastare per spiegare la mancanza di personalità lasciata trapelare dalle timide giocate viste tra centrocampo e attacco: lanci lunghi profusi verso un Infantino stretto nella morsa del trio Turato-Leonarduzzi-Blanchard, fantasisti poco ispirati, con l'asse destro Mazzarani-Simoncelli che ha funzionato a intermittenza. E' mancato l'uomo capace di prendere per mano i propri compagni, lo Schetter del caso, tanto che il Barletta ha aumentato i propri ritmi solo nei primi 15' della ripresa, quando la Feralpi ha rifiatato: la conferma di una squadra che lontano da casa continua a farsi imporre il tema tattico dagli avversari.
Equivoci tattici e scelte a sorpresa. Franchini, se non ora, quando?
Il Barletta in riva al Lago di Garda è …scivolato sul piano della corsa e dell'aggressività: la scelta di mister Di Costanzo di confermare il 4-3-3 nonostante lo schieramento speculare fosse adottato dagli avversari non ha pagato. La miglior forma degli esterni lombardi, Bracaletti e Savoia in particolare, e la scarsa vena in fase di copertura del trio di fantasisti, Romondini e Cerone in particolare, ha spesso prodotto la superiorità numerica dei padroni di casa nel cuore del campo. Il centrocampista romano ha spesso vagato per il campo pestando i piedi prima a De Liguori e Guerri, poi a Infantino, quasi avesse smarrito l'effetto-sorpresa maturato al "Provinciale" di Trapani nell'inedita posizione di fantasista. Fuori posizione è parso anche Cerone: l'ex fantasista del Pisa perde la giusta rotta quando è costretto a decentrarsi, e tanti sono gli interrogativi che portano a chiedersi perché nel ruolo di attaccante mancino non sia stato lanciato Franchini, al quale si continua a chiedere un impiego "alla Altafini". L'altra sorpresa ha riguardato la scelta di mandare in panchina Di Cecco, confermando un Guerri certo positivo a Trapani, dove però l'ex capitano della Virtus Lanciano non aveva demeritato: una girandola di cambiamenti che non fa certo bene alla squadra.
Vincere e convincere: l'unico modo per riappacificarsi nella Domenica delle Palme
Domenica, a distanza di 21 giorni dalla sfida pareggiata contro la Triestina, si torna in campo al "Cosimo Puttilli" contro un'altra rappresentante del Nord-Est: il Portogruaro, che condivide con il Barletta l'ottava posizione in graduatoria, a quota 36 punti. Per i biancorossi il cartello "VIETATO SBAGLIARE" ora appare davvero valido e ben lampeggiante: dopo l'impegno contro i veneti, il calendario proporrà 5 scontri diretti, contro Pergocrema, Siracusa, Spezia, Cremonese e Carrarese, indubbiamente determinanti per la corsa-playoff. Dopo la prova negativa vista a Salò, la delusione dei tifosi biancorossi su forum e social networks è montante: serviranno una prova di carattere e una vittoria convincente per potersi riappacificare con i supporters feriti. Un indizio potrebbe lasciar sperare bene: si gioca nella settimana che precede la Domenica delle Palme, il giorno del perdono per antonomasia nella tradizione cristiana.
Non si guarisce dal mal di trasferta
Dopo il pari di Trapani, dove si era vista una squadra gagliarda, capace di tener testa alla capolista del torneo e di restare in vantaggio gestendo con tranquillità la gara fino all'opinabile espulsione di Mengoni, si attendeva la vittoria della svolta, quel successo che in campionato manca ora dallo scorso 12 febbraio (1-0 al Bassano Virtus tra le mura del "Puttilli") e che lontano da Barletta non si vede da ben cinque mesi, dal 17 ottobre 2011, quando al "Rocco" di Trieste la doppietta di Mazzeo griffò il 2-1 finale sulla Triestina. Così non è stato: in campo è tornato il Barletta formato "Mister Hyde" già visto in precedenza a Latina e in parte anche a Bolzano contro il Sud Tirol. Una squadra abulica, svuotata nella mente ancor prima che nelle gambe, e soprattutto incapace di imporre il proprio ritmo e le proprie idee a formazioni sulla carta più deboli, ma maggiormente "affamate" alla prova del campo.
Quando mancano i leader, nessuno guida la squadra
Avevano tenuto banco in settimana le sei pesanti assenze con le quali la squadra avrebbe dovuto fare i conti nella trasferta del "Lino Turina": nel dettaglio gli infortunati Minieri, Di Gennaro e Mazzeo, oltre agli squalificati Mengoni, Masiero e Schetter. Quattro titolari certi uniti a due alternative importanti, che certo hanno condizionato le scelte di mister Di Costanzo in materia di formazione da opporre alla Feralpi, ma non possono bastare per spiegare la mancanza di personalità lasciata trapelare dalle timide giocate viste tra centrocampo e attacco: lanci lunghi profusi verso un Infantino stretto nella morsa del trio Turato-Leonarduzzi-Blanchard, fantasisti poco ispirati, con l'asse destro Mazzarani-Simoncelli che ha funzionato a intermittenza. E' mancato l'uomo capace di prendere per mano i propri compagni, lo Schetter del caso, tanto che il Barletta ha aumentato i propri ritmi solo nei primi 15' della ripresa, quando la Feralpi ha rifiatato: la conferma di una squadra che lontano da casa continua a farsi imporre il tema tattico dagli avversari.
Equivoci tattici e scelte a sorpresa. Franchini, se non ora, quando?
Il Barletta in riva al Lago di Garda è …scivolato sul piano della corsa e dell'aggressività: la scelta di mister Di Costanzo di confermare il 4-3-3 nonostante lo schieramento speculare fosse adottato dagli avversari non ha pagato. La miglior forma degli esterni lombardi, Bracaletti e Savoia in particolare, e la scarsa vena in fase di copertura del trio di fantasisti, Romondini e Cerone in particolare, ha spesso prodotto la superiorità numerica dei padroni di casa nel cuore del campo. Il centrocampista romano ha spesso vagato per il campo pestando i piedi prima a De Liguori e Guerri, poi a Infantino, quasi avesse smarrito l'effetto-sorpresa maturato al "Provinciale" di Trapani nell'inedita posizione di fantasista. Fuori posizione è parso anche Cerone: l'ex fantasista del Pisa perde la giusta rotta quando è costretto a decentrarsi, e tanti sono gli interrogativi che portano a chiedersi perché nel ruolo di attaccante mancino non sia stato lanciato Franchini, al quale si continua a chiedere un impiego "alla Altafini". L'altra sorpresa ha riguardato la scelta di mandare in panchina Di Cecco, confermando un Guerri certo positivo a Trapani, dove però l'ex capitano della Virtus Lanciano non aveva demeritato: una girandola di cambiamenti che non fa certo bene alla squadra.
Vincere e convincere: l'unico modo per riappacificarsi nella Domenica delle Palme
Domenica, a distanza di 21 giorni dalla sfida pareggiata contro la Triestina, si torna in campo al "Cosimo Puttilli" contro un'altra rappresentante del Nord-Est: il Portogruaro, che condivide con il Barletta l'ottava posizione in graduatoria, a quota 36 punti. Per i biancorossi il cartello "VIETATO SBAGLIARE" ora appare davvero valido e ben lampeggiante: dopo l'impegno contro i veneti, il calendario proporrà 5 scontri diretti, contro Pergocrema, Siracusa, Spezia, Cremonese e Carrarese, indubbiamente determinanti per la corsa-playoff. Dopo la prova negativa vista a Salò, la delusione dei tifosi biancorossi su forum e social networks è montante: serviranno una prova di carattere e una vittoria convincente per potersi riappacificare con i supporters feriti. Un indizio potrebbe lasciar sperare bene: si gioca nella settimana che precede la Domenica delle Palme, il giorno del perdono per antonomasia nella tradizione cristiana.