Calcio, l'ultimatum del Presidente di Lega Pro Mario Macalli
Tempi stretti per la riforma del calcio professionistico
venerdì 17 giugno 2011
Mario Macalli rilancia e gioca d'attacco. Toni duri quelli adottati dal Presidente di Lega Pro ieri sera nel programma televisivo Studio1 Stadio su Studio1canale 80: il Presidente ha parlato di tempi strettissimi per la riforma del calcio "pro". «Abbiamo un progetto per la riforma del calcio professionistico, ma dev'essere approvata entro il 30 giugno» ha tuonato Macalli durante la trasmissione televisiva, spiegando che «L´obiettivo è quello di passare da 90 a 60 squadre entro tre anni. Spero che il Consiglio Federali decida di approvarlo prima della formazione dei nuovi calendari.».
Una riforma atta a "snellire" il numero di squadre iscritte ai tornei di Lega Pro, intervento che porterebbe alla netta diminuzione di società poco "sane" economicamente, fattore indicato negli ultimi giorni tra i motivi che avrebbero portato alcuni calciatori della terza divisione del calcio italiano a far parte dell'organizzazione del caso "calcio-scommesse". Macalli sulla vicenda ha espresso un parere contrastante all'opinione della critica: «Anch´io ho le mie sensazioni, ma sono opposte rispetto a quelle del gip di Cremona – ha spiegato il Presidente -. Mi sembra una cosa artigianale, fatta male e da poche persone».
L'ultimo parere è stato riservato da Macalli al la battaglia legale tra la Lega Pro e i vertici del calcio sulla ripartizione dei ricavi da diritti tv: «Con la legge Melandri abbiamo perso 100 milioni di euro, entro il 31 agosto si dovrebbe esprimere il Tribunale sportivo del Coni. Oltre alla denuncia al tribunale civile di Milano non escludo anche di ricorrere presso la Procura del capoluogo lombardo per "appropriazione indebita" ».
Una riforma atta a "snellire" il numero di squadre iscritte ai tornei di Lega Pro, intervento che porterebbe alla netta diminuzione di società poco "sane" economicamente, fattore indicato negli ultimi giorni tra i motivi che avrebbero portato alcuni calciatori della terza divisione del calcio italiano a far parte dell'organizzazione del caso "calcio-scommesse". Macalli sulla vicenda ha espresso un parere contrastante all'opinione della critica: «Anch´io ho le mie sensazioni, ma sono opposte rispetto a quelle del gip di Cremona – ha spiegato il Presidente -. Mi sembra una cosa artigianale, fatta male e da poche persone».
L'ultimo parere è stato riservato da Macalli al la battaglia legale tra la Lega Pro e i vertici del calcio sulla ripartizione dei ricavi da diritti tv: «Con la legge Melandri abbiamo perso 100 milioni di euro, entro il 31 agosto si dovrebbe esprimere il Tribunale sportivo del Coni. Oltre alla denuncia al tribunale civile di Milano non escludo anche di ricorrere presso la Procura del capoluogo lombardo per "appropriazione indebita" ».