Calcio, intervista a Cosimo Pistillo, responsabile dell'area tecnica del Barletta

Il racconto del nuovo incarico ai microfoni di Barlettalife

sabato 17 marzo 2012
A cura di Luca Guerra
Il passaggio dal Settore Giovanile biancorosso all'organigramma della Prima Squadra, le attese per il finale di campionato, le repliche ai mugugni arrivati per il nuovo incarico, il rapporto con mister Di Costanzo e patron Tatò, un obiettivo di nome playoff da conquistare con squadra e dirigenza. Questi e altri gli argomenti toccati nella "prima" intervista ufficiale rilasciata a Barlettalife da Cosimo Pistillo nei panni di Responsabile dell'Area Tecnica del Barletta Calcio, ruolo nel quale si sta misurando dal 28 febbraio scorso.

Mimmo Pistillo, con quale stato d'animo ti sei avvicinato a questo nuovo ruolo? Quanto senti le responsabilità e quanto sei onorato per questo incarico?
«Da barlettano e tifoso del Barletta le responsabilità che sento sono tantissime, ma fanno parte del mestiere. Il discorso fondamentale da fare oggi è pensare al bene del Barletta, evitando di dare giudizi affrettati perchè è la mia prima esperienza da direttore dell'area tecnica. Sono comunque nel mondo del calcio da 30 anni, e a chi pensa che io abbia poco esperienza rispondo che durante il mio percorso calcistico, passato dalle mie collaborazioni con Albinoleffe e Bari (come osservatore, ndr) e che da due anni prosegue qui a Barletta, credo di aver accumulato l'esperienza necessaria per svolgere questa funzione»-

In questo momento in cui il mercato è chiuso, possiamo pensare che il tuo ruolo sia più quello di mediare i rapporti tra squadra e dirigenza? O c'è stata la mano di Pistillo già nel calciomercato invernale?
«A gennaio non ho assolutamente scelto io i giocatori che sono arrivati. L'ufficializzazione del mio ruolo è avvenuta a mercato finito, quindi vorrei esser giudicato da quel momento. Il presidente Tatò mi ha assegnato questo incarico fino al 30 giugno prossimo, e il mio obiettivo è far rendere al massimo tutte le componenti dell'organico, cercando di far dare il meglio a tutti, dai calciatori allo staff. Posso assicurare che seguendo i calciatori ogni giorno negli allenamenti, il mio compito è quello di capire come si può migliorare il rendimento dell'azienda Barletta Calcio».

Il tuo contratto da direttore dell'area tecnica ha come scadenza il 30 giugno 2012. Credi che un'eventuale riconferma potrebbe dipendere più dal rendimento della squadra o da una valutazione esclusiva del tuo operato?
«Non penso alla riconferma per ora. Io resto semplicemente un uomo della società, e mi sono messo a disposizione del presidente in un momento in cui dall'azienda era richiesta una persona di fiducia che seguisse le dinamiche interne alla squadra 24 ore su 24. Quando poi tornerò a ricoprire il ruolo di responsabile del settore giovanile del Barletta, sarò felicissimo perchè quella è la nostra, la mia creatura, della quale sono orgoglioso».

Quando ti è stato offerto questo ruolo, con relativi onori e oneri, ti sei consultato con qualcuno prima di accettare o hai detto subito sì?
«Ho accettato subito. Sono fiero del fatto che il presidente abbia scelto me, ma certamente se raggiungeremo certi risultati non ne vorrò gli eventuali meriti. Semplicemente chiedo di essere valutato senza pregiudizi: io sono un uomo dell'azienda Barletta Calcio che deve valutare i calciatori lungo la settimana, nei loro comportamenti a 360 gradi. Dovrò aiutare tutti i calciatori a dare il massimo, ponendoli tutti sullo stesso livello».

Passiamo al campo: mancano otto partite al termine della regular season. Pensavi di trovare un Barletta a 37 punti dopo 26 turni a inizio stagione, quando la squadra era stata presentata come seria candidata al primo posto?
«Purtroppo, siamo stati coinvolti in questo campionato "pazzo", con risultati inattesi ogni domenica. Se guardiamo ad esempio alle nostre prestazioni contro Trapani e Triestina, avremmo meritato la vittoria, che purtroppo non è arrivata. Proprio l'insondabilità di questo campionato può far pensare che ogni partita sia l'"ultima spiaggia", ma è sbagliato vivere così, da parte sia della squadra che del pubblico, tutte le partite. E' normale riconoscere che intorno a questa squadra erano state create tantissime attese, e quindi le critiche per un pareggio vengano di seguito, come avvenuto due settimane fa contro la Triestina..»

Le importanti attese create sulla squadra: un bene o un male secondo te?
«Purtroppo hanno fatto male, mettendo pressioni mentali enormi sui nostri calciatori. Abbiamo dei tifosi fantastici, calorosi, che sostiengono la squadra per tutta la partita, poi può capitare che in partite come quella contro la Triestina, alla fine guardino al risultato e manifestino la loro amarezza con i fischi. Posso però assicurare che i ragazzi sputano sangue durante gli allenamenti, e sono concentratissimi sull'obiettivo finale».

Ti aspettavi un girone B così equilibrato guardando la griglia di inizio stagione?
«E' un campionato nel quale servono testa e gambe. Nella nostra rosa sono arrivati calciatori con grande storia nelle società di provenienza: è complicato creare un amalgama. Chiedo ai tifosi che amano il Barletta, e sono la stragrande maggioranza, di dimenticare quanto di sbagliato è stato fatto sin qui nella costruzione della rosa, e di sostenere la squadra per queste ultime otto partite. Alla fine, se l'obiettivo non sarà raggiunto, ogni contestazione sarà legittima».

Che rapporto si sta creando tra te e mister Di Costanzo?
«Devo ammettere che non l'avevo mai conosciuto di persona. Lui è subentrato in una situazione difficile, a mercato concluso, ma ha dimostrato subito di essere un grandissimo professionista, come lo è mister Cari d'altronde. Di mister Di Costanzo mi colpisce tanto però la cura capillare dei dettagli, dall'attenzione all'alimentazione fino alla partenza anticipata al venerdì per le trasferte, alla conferenza stampa pre-gara. Sto imparando davvero tanto da lui e dalla sua impostazione del lavoro. Posso tranquillamente dire che, andato via un professionista serio come Cari, ne è arrivato un altro altrettanto serio».

Sei molto vicino al presidente Tatò: l'hai visto provato dagli sviluppi derivanti dal deferimento e dalla conseguente penalizzazione?
«Il presidente è la persona che più tiene alla squadra, e più soffre per ogni singola partita. Non è stato scosso dagli eventi, lui è sicuro della sua buona fede: l'ha scosso maggiormente cosa è successo sul campo, perchè soffre oltre che per il discorso economico, soprattutto da primo tifoso del Barletta».

Quali sono le coordinate del lavoro tuo e del Barletta Calcio per questi due mesi che ci separano dalla fine della stagione?
«Io, mi ripeto, ci metterò come tutta la dirigenza e tutta la rosa, il massimo impegno e un enorme professionalità. Abbiamo massima fiducia nel gruppo a nostra disposizione per le partite finali».

Giocheremo le ultime otto partite contro squadre motivatissime, tutte con obiettivi ancora "in ballo": può essere un bene per questo Barletta, che non ha deluso sin qui negli scontri diretti?
«Quello che ho visto nei ragazzi è il rammarico per le chances perse durante il campionato, con scivoloni magari determinati anche dall'eccessiva voglia di fare. Da uomo di calcio devo analizzare le prestazioni però: contro la Triestina, ad esempio, abbiamo giocato benissimo ma abbiamo preso due tiri in porta rischiando quasi di perdere nel finale. A Trapani abbiamo pagato un episodio sfavorevole come l'espulsione di Mengoni. Ora affronteremo tante squadre di alta classifica, domenica troviamo una squadra in forma come la Feralpisalò, un impegno che temo particolarmente, quasi più delle partite contro formazioni di nome, come quelle che affronteremo in seguito. Sono però convinto del fatto che la nostra squadra abbia ormai acquisito una mentalità che le permette di giocare contro ogni tipo di formazione nello stesso modo. E' fondamentale trovare un equilibrio e compattare l'ambiente, giocando le prossime gare con l'agonismo di una finale, con la consapevolezza che il campionato regala altre opportunità. Sono molto fiducioso, la squadra può farcela!».

E Barletta intera, con la sua bella tifoseria, continua a credere e sperare in questi playoff...