Calcio dilettantistico: tra favole inglesi e scempi italiani
I giorni di gloria del Marine FC, e i salti mortali del calcio pugliese (e barlettano) per continuare la stagione
mercoledì 13 gennaio 2021
Riprenderanno a giorni gli allenamenti delle squadre di Barletta 1922 , Audace e di tutte le altre compagini di Eccellenza in vista della ripresa del campionato fissata (al momento) per il primo week-end di febbraio.
Da mesi scriviamo delle immani difficoltà economiche che le società presenti in queste categorie hanno dovuto sopportare a causa della pandemia da Covid. Molti organici sono stati letteralmente stravolti a causa delle numerose partenze di calciatori che hanno trovato squadra (e soprattutto stipendio) magari in Serie D.
Anche il Barletta, nonostante la solidità economica e l'impegno personale del presidente Mario Dimiccoli a non smantellare l'organico, ha dovuto registrare gli addii dei calciatori Aprile e Grazioso che hanno rescisso il contratto che li legava alla compagine biancorossa. Certo nulla di gravissimo, specie se confrontato con quanto successo in altre realtà, anche piuttosto accreditate, del calcio dilettantistico pugliese. Un fatto che dimostra una volta ancora quale grado di considerazione (?) hanno i vertici federali del calcio dilettantistico.
Uno scenario che fa male e che fa rabbia, specialmente alla luce dell'attenzione ipocrita che tutte le maggiori testate sportive made in Italy, hanno riservato alla "favola" del Marine FC, compagine con sede a Crosby, un sobborgo di Liverpool, e militante nell'ottava serie inglese che ha giocato in FA Cup (e perso ovviamente) contro il Tottenham di Josè Mourinho.
Quanto siamo rimasti affascinati dalle casette in stile british adiacenti il minuscolo "Rossett Park" di Crosby? Quanto era pittoresca quella tribunetta in stile ottocentesco? E vogliamo parlare del tizio arrampicato ad un albero per seguire meglio la partita?
Il tutto rigorosamente trasmesso in TV. In Pay TV, che in sostanza significa diritti televisivi, ergo denaro fresco e sonante nelle casse del Marine FC , ottava serie inglese, che in sostanza equivale più o meno ad una squadra italiana di Eccellenza, visto che fino alla quarta serie (la Ligue Two) i campionati inglesi sono rigorosamente a girone unico.
Quanti titoli, quanta enfasi ipocrita sui giornali italiani. Proviamo infatti a "tradurre in italiano" la favola di Marine FC-Tottenham. Vista l'attuale posizione in classifica degli Spurs di Josè Mourinho e Harry Kane, sarebbe come se il Barletta 1922 (o l'Audace) giocasse in Coppa Italia contro la Juventus o la Roma con tanto di diretta Sky (o Dazn). Che ne dite, cari sportivi barlettani e pugliesi? Vedremo mai crociate da parte degli organi d'informazione affinché i calciofili di realtà assimilabili a Barletta, Corato o Trani possano un giorno vedere nel loro stadio gente come Dzeko, Lukaku o Cristiano Ronaldo con tanto di diretta su Pay TV e conseguente incasso di diritti televisivi nelle casse della società?
Ci rendiamo perfettamente conto che tutto questo era, è e resterà solo utopia, perché in Italia l'ipotesi di mercato riguardante ad esempio un 18enne finlandese di origine hawaiiana del quale si dice un gran bene e che potrebbe approdare in una squadra di Serie A di medio bassa classifica farà sempre più notizia di decine e decine di squadre di Serie C, Serie D ed Eccellenza che da mesi non pagano fitti, utenze, e naturalmente stipendi, già da prima del ciclone Covid.
E mentre soavemente celebriamo le favole dei dilettanti inglesi, rassegnamoci alla morte lenta e dolorosa del calcio dilettantistico made in Italy, di quella che un tempo fu la spina dorsale del calcio quattro volte campione del mondo.
Da mesi scriviamo delle immani difficoltà economiche che le società presenti in queste categorie hanno dovuto sopportare a causa della pandemia da Covid. Molti organici sono stati letteralmente stravolti a causa delle numerose partenze di calciatori che hanno trovato squadra (e soprattutto stipendio) magari in Serie D.
Anche il Barletta, nonostante la solidità economica e l'impegno personale del presidente Mario Dimiccoli a non smantellare l'organico, ha dovuto registrare gli addii dei calciatori Aprile e Grazioso che hanno rescisso il contratto che li legava alla compagine biancorossa. Certo nulla di gravissimo, specie se confrontato con quanto successo in altre realtà, anche piuttosto accreditate, del calcio dilettantistico pugliese. Un fatto che dimostra una volta ancora quale grado di considerazione (?) hanno i vertici federali del calcio dilettantistico.
Uno scenario che fa male e che fa rabbia, specialmente alla luce dell'attenzione ipocrita che tutte le maggiori testate sportive made in Italy, hanno riservato alla "favola" del Marine FC, compagine con sede a Crosby, un sobborgo di Liverpool, e militante nell'ottava serie inglese che ha giocato in FA Cup (e perso ovviamente) contro il Tottenham di Josè Mourinho.
Quanto siamo rimasti affascinati dalle casette in stile british adiacenti il minuscolo "Rossett Park" di Crosby? Quanto era pittoresca quella tribunetta in stile ottocentesco? E vogliamo parlare del tizio arrampicato ad un albero per seguire meglio la partita?
Il tutto rigorosamente trasmesso in TV. In Pay TV, che in sostanza significa diritti televisivi, ergo denaro fresco e sonante nelle casse del Marine FC , ottava serie inglese, che in sostanza equivale più o meno ad una squadra italiana di Eccellenza, visto che fino alla quarta serie (la Ligue Two) i campionati inglesi sono rigorosamente a girone unico.
Quanti titoli, quanta enfasi ipocrita sui giornali italiani. Proviamo infatti a "tradurre in italiano" la favola di Marine FC-Tottenham. Vista l'attuale posizione in classifica degli Spurs di Josè Mourinho e Harry Kane, sarebbe come se il Barletta 1922 (o l'Audace) giocasse in Coppa Italia contro la Juventus o la Roma con tanto di diretta Sky (o Dazn). Che ne dite, cari sportivi barlettani e pugliesi? Vedremo mai crociate da parte degli organi d'informazione affinché i calciofili di realtà assimilabili a Barletta, Corato o Trani possano un giorno vedere nel loro stadio gente come Dzeko, Lukaku o Cristiano Ronaldo con tanto di diretta su Pay TV e conseguente incasso di diritti televisivi nelle casse della società?
Ci rendiamo perfettamente conto che tutto questo era, è e resterà solo utopia, perché in Italia l'ipotesi di mercato riguardante ad esempio un 18enne finlandese di origine hawaiiana del quale si dice un gran bene e che potrebbe approdare in una squadra di Serie A di medio bassa classifica farà sempre più notizia di decine e decine di squadre di Serie C, Serie D ed Eccellenza che da mesi non pagano fitti, utenze, e naturalmente stipendi, già da prima del ciclone Covid.
E mentre soavemente celebriamo le favole dei dilettanti inglesi, rassegnamoci alla morte lenta e dolorosa del calcio dilettantistico made in Italy, di quella che un tempo fu la spina dorsale del calcio quattro volte campione del mondo.