Calcio: Barletta, così finisce male
Toccato il punto più basso (finora) degli ultimi anni. Ma a pagare, al momento, è solo il dimissionario Ginestra
lunedì 11 dicembre 2023
11.15
"Più in fondo di così c'è solo da scavare", cantava Daniele Silvestri in "Salirò" a Sanremo nel 2002, un anno tra i più nefasti in assoluto in oltre cento anni di storia del Barletta Calcio.
"Più in fondo di così c'è solo da scavare" è la citazione perfetta per Barletta-Martina, gara disputata a porte chiuse e terminata con il punteggio di 2-5 per gli ospiti tra le rumorose contestazioni dei tifosi all'esterno dello stadio con tanto di cori "devi vendere" indirizzati al presidente (chiunque esso sia) del sodalizio biancorosso. Il tutto al culmine di una settimana tra le più difficili della recente storia del calcio barlettano nella quale è successo di tutto: dalla sanzione che ha portato alla disputa di Barletta-Martina a porte chiuse, fino all'incredibile diniego dell'accredito stampa nei confronti di alcuni nostri colleghi (perché sono da considerare tali anche i praticanti).
Sulla rovinosa e imbarazzante sconfitta contro il Martina c'è poco, pochissimo da dire. Contro l'undici di mister Pizzulli si è visto un Barletta che oseremmo definire surreale, un Barletta autore di una prestazione magari figlia proprio di quanto, purtroppo, temevamo in settimana, e cioè della difficoltà magari inconscia da parte di chi scende in campo di farlo senza essere condizionato dall'aria pesante che da troppo tempo circonda l'ambiente. Emblematica a tal proposito è stata l'azione del gol del 1-5, con Bonanno al limite dell'area barlettana che ha tutto il tempo di mirare all'angolo basso della porta di Provitolo con ben quattro difensori barlettani fermi lì, come statuette da presepe, senza che a nessuno dei quattro venisse l'uzzolo di uscire in chiusura sull'avversario.
Per non parlare dei due gol fotocopia presi nei primi tre minuti della partita e dell'ennesima ciofeca da costruzione dal basso che ha consentito a Pinto di punire i biancorossi per il secondo anno di fila al Puttilli e sempre su macroscopico errore difensivo.
Che dire, gol presi così da una squadra di metà classifica in Serie D non possono essere che figli di un contesto avvelenato da un malessere che è esploso in tutta la sua virulenza dopo che per mesi e mesi si è quasi fatto finta di nulla mentre il fuoco covava minaccioso sotto la cenere.
"E' l'ora di prendersi le responsabilità. Non si escludono scossoni" è stato detto quasi in coro dal Direttore Generale Camicia e da Ezequiel Schelotto, uniche voci materializzatesi al cospetto dei tanto vituperati organi di stampa.
E così è stato, dal momento che in serata sono arrivate le dimissioni di mister Ciro Ginestra. Un destino quasi ineluttabile quello dell'ex tecnico della Team Altamura, da tempo ormai nel mirino della tifoseria più esigente.
Una cosa tuttavia va detta: Barletta-Martina 2-5 non può essere colpa di un solo uomo, l'unica figura che in questi casi paga per tutti. Anche perché nel caso del Barletta edizione 2023/2024, Ciro Ginestra è stato l'unico in questi mesi a dire la verità sulla effettiva consistenza di questa squadra, quasi sbertucciato in quella circostanza da chi a Barletta non è andato oltre qualche patetico tentativo di insegnare l'italiano a chi l'italiano lo usa tutti i giorni per mestiere per poi salutare la compagnia a neanche un terzo del primo quadrimestre.
Che tutti, in merito all'attuale momentaccio del Barletta, debbano prendersi le loro responsabilità pare davvero il minimo sindacale, a cominciare dai calciatori, anche perché robe come quelle della litigata su chi dovesse battere un calcio di rigore, detto col massimo rispetto, sono scene che non si vedono neanche nelle partite di calcetto da dopolavoro.
Cosa succederà a livello societario nei prossimi giorni, settimane o mesi lo scopriremo solo vivendo. Certo è che se da un lato gli errori degli ultimi mesi, a livello quanto meno comunicativo, sono stati tanti e se prendersela coi giornalisti in merito alle domande sullo stato di salute della società (l'ultimo che lo ha fatto veniva dalla Liguria, di qui l'allarmismo magari eccessivo della piazza) non è certo una bella idea, dall'altro sarebbe giusto ricordare che gli ultimi presidenti duramente contestati a Barletta e invitati a lasciare sono stati Di Cosola e Tatò e che quanto combinato dai loro successori è tristemente noto a tutti i tifosi barlettani.
In conclusione, ora che uno scossone c'è effettivamente stato con le dimissioni di Ginestra (ripetiamo, l'unico al momento a pagare per tutti), la piazza tutta di Barletta, stanca di tifare un continuo cantiere aperto camuffato da squadra di calcio, attende una svolta vera e non le solite "assunzioni di responsabilità" di circostanza.
"Più in fondo di così c'è solo da scavare" è la citazione perfetta per Barletta-Martina, gara disputata a porte chiuse e terminata con il punteggio di 2-5 per gli ospiti tra le rumorose contestazioni dei tifosi all'esterno dello stadio con tanto di cori "devi vendere" indirizzati al presidente (chiunque esso sia) del sodalizio biancorosso. Il tutto al culmine di una settimana tra le più difficili della recente storia del calcio barlettano nella quale è successo di tutto: dalla sanzione che ha portato alla disputa di Barletta-Martina a porte chiuse, fino all'incredibile diniego dell'accredito stampa nei confronti di alcuni nostri colleghi (perché sono da considerare tali anche i praticanti).
Sulla rovinosa e imbarazzante sconfitta contro il Martina c'è poco, pochissimo da dire. Contro l'undici di mister Pizzulli si è visto un Barletta che oseremmo definire surreale, un Barletta autore di una prestazione magari figlia proprio di quanto, purtroppo, temevamo in settimana, e cioè della difficoltà magari inconscia da parte di chi scende in campo di farlo senza essere condizionato dall'aria pesante che da troppo tempo circonda l'ambiente. Emblematica a tal proposito è stata l'azione del gol del 1-5, con Bonanno al limite dell'area barlettana che ha tutto il tempo di mirare all'angolo basso della porta di Provitolo con ben quattro difensori barlettani fermi lì, come statuette da presepe, senza che a nessuno dei quattro venisse l'uzzolo di uscire in chiusura sull'avversario.
Per non parlare dei due gol fotocopia presi nei primi tre minuti della partita e dell'ennesima ciofeca da costruzione dal basso che ha consentito a Pinto di punire i biancorossi per il secondo anno di fila al Puttilli e sempre su macroscopico errore difensivo.
Che dire, gol presi così da una squadra di metà classifica in Serie D non possono essere che figli di un contesto avvelenato da un malessere che è esploso in tutta la sua virulenza dopo che per mesi e mesi si è quasi fatto finta di nulla mentre il fuoco covava minaccioso sotto la cenere.
"E' l'ora di prendersi le responsabilità. Non si escludono scossoni" è stato detto quasi in coro dal Direttore Generale Camicia e da Ezequiel Schelotto, uniche voci materializzatesi al cospetto dei tanto vituperati organi di stampa.
E così è stato, dal momento che in serata sono arrivate le dimissioni di mister Ciro Ginestra. Un destino quasi ineluttabile quello dell'ex tecnico della Team Altamura, da tempo ormai nel mirino della tifoseria più esigente.
Una cosa tuttavia va detta: Barletta-Martina 2-5 non può essere colpa di un solo uomo, l'unica figura che in questi casi paga per tutti. Anche perché nel caso del Barletta edizione 2023/2024, Ciro Ginestra è stato l'unico in questi mesi a dire la verità sulla effettiva consistenza di questa squadra, quasi sbertucciato in quella circostanza da chi a Barletta non è andato oltre qualche patetico tentativo di insegnare l'italiano a chi l'italiano lo usa tutti i giorni per mestiere per poi salutare la compagnia a neanche un terzo del primo quadrimestre.
Che tutti, in merito all'attuale momentaccio del Barletta, debbano prendersi le loro responsabilità pare davvero il minimo sindacale, a cominciare dai calciatori, anche perché robe come quelle della litigata su chi dovesse battere un calcio di rigore, detto col massimo rispetto, sono scene che non si vedono neanche nelle partite di calcetto da dopolavoro.
Cosa succederà a livello societario nei prossimi giorni, settimane o mesi lo scopriremo solo vivendo. Certo è che se da un lato gli errori degli ultimi mesi, a livello quanto meno comunicativo, sono stati tanti e se prendersela coi giornalisti in merito alle domande sullo stato di salute della società (l'ultimo che lo ha fatto veniva dalla Liguria, di qui l'allarmismo magari eccessivo della piazza) non è certo una bella idea, dall'altro sarebbe giusto ricordare che gli ultimi presidenti duramente contestati a Barletta e invitati a lasciare sono stati Di Cosola e Tatò e che quanto combinato dai loro successori è tristemente noto a tutti i tifosi barlettani.
In conclusione, ora che uno scossone c'è effettivamente stato con le dimissioni di Ginestra (ripetiamo, l'unico al momento a pagare per tutti), la piazza tutta di Barletta, stanca di tifare un continuo cantiere aperto camuffato da squadra di calcio, attende una svolta vera e non le solite "assunzioni di responsabilità" di circostanza.