Barletta, il punto dopo la vittoria sul Bassano

L'impronta di Di Costanzo, in attesa di un rinnovato entusiasmo

lunedì 13 febbraio 2012 18.19
Il Barletta di oggi sembra il classico malaticcio, convalescente sulla via della guarigione e in attesa del pieno recupero del suo stato di salute. Nessuna medicina da prescrivere ma solo un po' di attesa per poter tornare ad esprimere le potenzialità inespresse. E' questo il quadro che risulta dopo una settimana di cura Di Costanzo, suggellata dalla vittoria sul Bassano ottenuta solamente ieri nel gelido pomeriggio del Puttilli.

Sulla strada giusta
Il nuovo allenatore si è trovato a dover gestire l'equilibrio psicofisico di una rosa che chiedeva solo di essere "innescata" a dovere, non potendo più vivacchiare su di un trend di risultati decisamente poco convincente. Per il momento il nuovo allenatore ha interpretato a dovere la missione affidatagli. Nello Di Costanzo infatti ha mantenuto fede alle promesse fatte nella conferenza di sua presentazione, senza stravolgere l'assetto di squadra fino a quel momento impresso dall'ex Cari ma cominciando ad anticipare quelle che saranno soluzioni, tattiche e non, che con ogni probabilità rivedremo proposte nelle prossime giornate. Tutt'attorno un lavoro per motivare un gruppo che a livello psicologico stava cominciando a patire tremendamente i primi tempi di gioco. Chi si aspettava un Barletta rivoltato come un guanto sarà uscito non troppo soddisfatto nonostante la vittoria ; del resto il doppio miracolo di Pane sugli sviluppi del rigore assegnato al Bassano e lì a testimoniare che la strada da percorrere è ancora lunga ma forse meno tortuosa.

Un Di Costanzo camaleontico (?)
Analizzando la squadra sotto l'aspetto più squisitamente tattico, il Barletta non ha tradito le attese della vigilia ed è stato schierato con quello che pare ormai il conclamato marchio di fabbrica di Di Costanzo: il 4-4-2 offensivo. Ma siamo sicuri che sarà sempre così? L'interrogativo si pone legittimo se si considera l'ingresso di Cerone nel secondo tempo, con il ritorno al tanto criticato 4-2-3-1. Sarebbe oltremodo presuntuoso imporre aprioristicamente il proprio credo tattico ignorando la "storia" di una squadra fino a un dato momento della stagione. Se a questo aggiungiamo una rosa composta con elementi più propensi ad essere schierati con il 4-3-3, non è difficile immaginare una girandola di moduli nel corso delle prossime partite. Del resto si fa fatica ad immaginare un filotto di oltre dieci gare in cui i non proprio giovanissimi Romondini e De Liguori dovrebbero sobbarcarsi compiti di copertura per una squadra schierata con due punte e due ali offensive. Non si disperino quindi i vari Zappacosta, Di Cecco e Guerri perché in un contesto del genere avranno le loro chance da titolari.

Entusiasmo cercasi
La nota a margine riguarda invece la questione tifo. Ieri il presidente ha manifestato la sua amarezza nel vedere un Puttilli non propriamente gremito. Le attenuanti per il pubblico non mancano, perché se da un lato c'era attesa per il "nuovo" Barletta, dall'altro una giornata decisamente rigida e un Puttilli nella sua perenne condizione disastrata continuano a remare contro agli intenti di pienone. Se lo stesso problema si ripresenterà anche in futuro, con temperature magari più miti, sarà allora lecito porsi qualche interrogativo. Bisogna comunque rendere merito allo zoccolo duro di una tifoseria che neanche ieri ha mancato di far sentire il proprio appoggio, nonostante la pioggia e qualche fiocco di neve. In attesa chissà di un rinnovato entusiasmo, in attesa chissà di un nuovo stadio…

Marco Bruno