Barletta Calcio, si è spenta la luce...
Biancorossi a picco nella piovosa notte di Frosinone, serve una scossa
sabato 27 ottobre 2012
1.11
Quell'antipatico sapore di "deja-vu"
Il commento sul Barletta Calcio di questi tempi è tremendamente piatto e monotono. Al di là dei risultati, delle statistiche, dei numeri, dei continui cambiamenti di formazione e degli schemi tattici, quel che in questi giorni colpisce più di ogni altro argomento o spunto di riflessione è il costante ripetersi di alcuni fattori negli incontri disputati in trasferta durante la regular season dai biancorossi. Anche nell'1-3 di Frosinone si sono ripetuti, nell'ordine, il gol incassato in avvio di gara (vedi Catanzaro e Pisa), la reazione biancorossa, il cartellino rosso a sfavore e gli errori difensivi che permettono la vittoria finale (pareggio nel caso di Pisa) all'avversario. Degli antipatici "deja-vu", che oltre che tali stanno concretamente diventando pericolosi per morale e classifica. Vada per il valore dell'avversario, vada per l'attenuante dell'inferiorità numerica, ma il rischio è che si ripeta quell'"assordante silenzio" già osservato al fischio finale contro il Latina: un silenzio che probabilmente testimoniava la rassegnazione di parte della tifoseria che sembra quasi avere la sensazione che da questo Barletta davvero di più non riesca a ricavare al momento.
Difesa con troppi buchi...
Con i tre centri incassati a Frosinone, sono diventate 14 le reti al passivo della difesa biancorossa in questo campionato. Un dato che fa di Pane e compagni la peggior retroguardia del girone, sebbene al netto di una gara in più nel computo di quelle disputate in stagione. La sensazione è che i difensori centrali siano troppo spesso esposti agli attacchi avversari e alle penetrazioni per vie laterali. Facile che questo avvenga quando in un 4-3-3 si chiede agli esterni difensivi di spingere e la squadra non è altrettanto rapida a rinculare. Inoltre gli esterni bassi, spesso chiamati agli straordinari come accaduto al "Matusa" a Calapai e a Mazzarani, non riescono a garantire la doppia fase per l'intero arco della partita, e questo favorisce le propulsioni avversarie. Non a caso, infatti, Ganci e Aurelio sono stati tra i migliori del Frosinone, a testimonianza di una certa "debolezza", per lo più fisica e non tecnica, dei terzini di volta in volta schierati dal tecnico biancorosso. Se a questo si aggiungono prove davvero opache come quella messa in mostra ieri sera da Alessandro De Leidi, il quadro è completato. Il rischio è quello di vanificare quel che di buono, non poco ieri, l'attacco crea, con un Ferreira in crescita e un La Mantia che con il gol (sono 3 in stagione) e la lotta continua ha dimostrato di essere elemento imprescindibile per la rosa.
Ultimo posto in solitaria, un rischio concreto
Stantibus rebus, al momento il Barletta è la principale candidata alla retrocessione nel girone B di Prima Divisione? Il tempo sarà galantuomo e dirà la verità finale. Oggi il campo racconta di una squadra che non ha ancora trovato una precisa identità, che paga ancora oltremodo errori sottoporta e paurosi cali di concentrazione nel reparto arretrato. Al momento sarebbe davvero uno sforzo di fantasia notevole immaginare questo Barletta fuori dalla zona-playout. Troppo spesso si sentono commentatori tecnici e avversari parlare di "squadra con ampi margini di crescita": il beffardo rischio che oggi si corre è quello di vivere un campionato di stenti, forse fatali, in attesa di una complessiva maturazione della rosa, e di terminare con la botte vuota (ultimo posto? retrocessione?) e calciatori riconsegnati più maturi ai rispettivi club di appartenenza. Tre punti in un inizio di campionato così sono un bottino davvero magro. Una falsa partenza da incubo, che sta progressivamente creando malumori all'interno della tifoseria. In molti richiedono qualche mossa da parte della dirigenza. Magari qualche innesto sul mercato degli svincolati, o la decisione di portare tutti in ritiro per mantenere il gruppo più compatto. La delusione è tanta, ma ora rassicurazioni e richieste d'aiuto non bastano più. Servono segnali sul campo, segnali da 3 punti in classifica. Giusto ora, prima che sia troppo tardi.;
Perdere aiuta a perdere?
Una pericolosa tendenza, quella messa in mostra dalla squadra, che sembra mollare quando si avvicina il fatidico traguardo- nel caso di ieri un punto sul campo della capolista- o quando serve l'ultima accelerazione. E' successo ieri, ma già era accaduto ad Avellino, quando non c'era stato l'atteso forcing finale e contro Nocerina e Perugia al "Puttilli", con finali di gara al ribasso. Una questione di condizione fisica, innegabile, ma anche psicologica: urge quanto prima una vittoria, in questo momento più per il morale che per la classifica, certo quest'ultima non aiutata da un calendario davvero ostico in avvio, perchè se "vincere aiuta a vincere"- come si suol dire- è altrettanto vero che ogni passo falso potrebbe pericolosamente "calamitarne" altri. Il bel gioco e l'idea di manovra restano sempre evidenti, forse è tempo di ottenere il primo successo, magari anche sacrificando i "ricami" in nome di un maggiore pragmatismo;
Questo Barletta vede "rosso" troppo spesso
Quattro espulsioni a carico in otto partite stagionali: troppe per una squadra che ha bisogno della corsa di undici calciatori per 90 minuti e oltre per raggiungere l'agognata salvezza. "Se non andiamo a mille, è difficile contro tutti" ha spesso ripetuto mister Novelli. Ne consegue che in 10 diventa quasi impossibile arrivare ai tre punti. Fuori Dall'Oglio contro il Catanzaro, gol del 4-3 subìto. Fuori De Leidi contro il Perugia, termina 0-1. Fuori Piccinni contro il Pisa, e nerazzurri in vantaggio per 2-1 (poi arrivò il centro di La Mantia); ieri espulsione per un Mazzarani apparso evidentemente stanco, e via libera alle due reti frusinati. Cartellini rossi che hanno pesato tanto sul cammino barlettano: urge "tiratina d'orecchie"…;
Simoncelli fuori dopo 22', ottava formazione in altrettanti impegni: sintomo di confusione?
In nome del "camaleontismo" al quale ha ormai abituato la platea barlettana, anche ieri mister Novelli ha apportato un cambiamento, dovuti anche a rientri da infortuni e a scelte dettate dal terreno di gioco appesantito dalla pioggia, all'"undici" di partenza: rispetto alla squadra che aveva ben figurato a Gubbio, fuori Meucci, spedito in tribuna e dentro Mazzarani. Una varianza limitata rispetto ad alcuni precedenti, che testimonia però del "saliscendi" (campo-tribuna-panchina-campo) che sta caratterizzando la stagione di alcuni calciatori, in attesa della quadratura del cerchio. Un sintomo di confusione lo dobbiamo però registrare al minuto 67: Barletta in dieci uomini per il "rosso" a Mazzarani (sanzione probabilmente "prevedibile", visto che il capitano aveva già dato "segnali" di stanchezza), e l'allenatore decide giustamente di inserire Menegaz per uno dei componenti del tridente. Restano però in campo La Mantia e Ferreira e lascia il posto Simoncelli, subentrato a Barbuti nell'intervallo e positivo fino a quel momento. In 10 uomini, Novelli ha preferito "sacrificare" il più fresco dei suoi con Dezi, altro subentrato: un cambio che certo avrà avvilito l'esterno bresciano, rilanciato dopo un mese ai margini, e resta difficile da spiegarsi. Certamente l'ex La Mantia e il brasiliano Ferreira fino a quel momento erano stati tra i migliori in campo, ma la rinuncia alla freschezza atletica di Simoncelli è probabilmente il sintomo di una mancanza di lucidità in un momento in cui la squadra aveva anche bisogno di sbocchi e ripartenze;
Novelli: contro l'Andria l'ultima spiaggia?
Per i biancorossi il ritorno in campo è ora fissato per domenica 4 novembre, e non avverrà certo in una sfida "qualunque": al "Cosimo Puttilli" arriverà l'Andria, per un derby denso di significati territoriali e "emozionali", se dovesse essere confermato l'arrivo dei Di Cosola, con Falcone dg e Castagnini consulente di mercato, ai vertici del club biancazzurro. Peraltro i cugini stanno attraversando un periodo di grande forma, rinvigoriti dalla "cura-Cosco", e arriveranno al derby con la massima serenità possibile. Per i biancorossi, invece, il derby deve rappresentare una delle ultime possibilità di poter ricucire uno strappo contro le altre squadre che già domenica potrebbe diventare importante. Mister Novelli è stato a più riprese confermato a voce dalla dirigenza nelle scorse settimane, ma la sensazione, a meno di clamorosi ribaltoni nelle prossime ore, è che per l'allenatore salernitano il match contro i "cugini" andriesi abbia davvero il sapore dell'ultima spiaggia...;
(Twitter: @GuerraLuca88)
Il commento sul Barletta Calcio di questi tempi è tremendamente piatto e monotono. Al di là dei risultati, delle statistiche, dei numeri, dei continui cambiamenti di formazione e degli schemi tattici, quel che in questi giorni colpisce più di ogni altro argomento o spunto di riflessione è il costante ripetersi di alcuni fattori negli incontri disputati in trasferta durante la regular season dai biancorossi. Anche nell'1-3 di Frosinone si sono ripetuti, nell'ordine, il gol incassato in avvio di gara (vedi Catanzaro e Pisa), la reazione biancorossa, il cartellino rosso a sfavore e gli errori difensivi che permettono la vittoria finale (pareggio nel caso di Pisa) all'avversario. Degli antipatici "deja-vu", che oltre che tali stanno concretamente diventando pericolosi per morale e classifica. Vada per il valore dell'avversario, vada per l'attenuante dell'inferiorità numerica, ma il rischio è che si ripeta quell'"assordante silenzio" già osservato al fischio finale contro il Latina: un silenzio che probabilmente testimoniava la rassegnazione di parte della tifoseria che sembra quasi avere la sensazione che da questo Barletta davvero di più non riesca a ricavare al momento.
Difesa con troppi buchi...
Con i tre centri incassati a Frosinone, sono diventate 14 le reti al passivo della difesa biancorossa in questo campionato. Un dato che fa di Pane e compagni la peggior retroguardia del girone, sebbene al netto di una gara in più nel computo di quelle disputate in stagione. La sensazione è che i difensori centrali siano troppo spesso esposti agli attacchi avversari e alle penetrazioni per vie laterali. Facile che questo avvenga quando in un 4-3-3 si chiede agli esterni difensivi di spingere e la squadra non è altrettanto rapida a rinculare. Inoltre gli esterni bassi, spesso chiamati agli straordinari come accaduto al "Matusa" a Calapai e a Mazzarani, non riescono a garantire la doppia fase per l'intero arco della partita, e questo favorisce le propulsioni avversarie. Non a caso, infatti, Ganci e Aurelio sono stati tra i migliori del Frosinone, a testimonianza di una certa "debolezza", per lo più fisica e non tecnica, dei terzini di volta in volta schierati dal tecnico biancorosso. Se a questo si aggiungono prove davvero opache come quella messa in mostra ieri sera da Alessandro De Leidi, il quadro è completato. Il rischio è quello di vanificare quel che di buono, non poco ieri, l'attacco crea, con un Ferreira in crescita e un La Mantia che con il gol (sono 3 in stagione) e la lotta continua ha dimostrato di essere elemento imprescindibile per la rosa.
Ultimo posto in solitaria, un rischio concreto
Stantibus rebus, al momento il Barletta è la principale candidata alla retrocessione nel girone B di Prima Divisione? Il tempo sarà galantuomo e dirà la verità finale. Oggi il campo racconta di una squadra che non ha ancora trovato una precisa identità, che paga ancora oltremodo errori sottoporta e paurosi cali di concentrazione nel reparto arretrato. Al momento sarebbe davvero uno sforzo di fantasia notevole immaginare questo Barletta fuori dalla zona-playout. Troppo spesso si sentono commentatori tecnici e avversari parlare di "squadra con ampi margini di crescita": il beffardo rischio che oggi si corre è quello di vivere un campionato di stenti, forse fatali, in attesa di una complessiva maturazione della rosa, e di terminare con la botte vuota (ultimo posto? retrocessione?) e calciatori riconsegnati più maturi ai rispettivi club di appartenenza. Tre punti in un inizio di campionato così sono un bottino davvero magro. Una falsa partenza da incubo, che sta progressivamente creando malumori all'interno della tifoseria. In molti richiedono qualche mossa da parte della dirigenza. Magari qualche innesto sul mercato degli svincolati, o la decisione di portare tutti in ritiro per mantenere il gruppo più compatto. La delusione è tanta, ma ora rassicurazioni e richieste d'aiuto non bastano più. Servono segnali sul campo, segnali da 3 punti in classifica. Giusto ora, prima che sia troppo tardi.;
Perdere aiuta a perdere?
Una pericolosa tendenza, quella messa in mostra dalla squadra, che sembra mollare quando si avvicina il fatidico traguardo- nel caso di ieri un punto sul campo della capolista- o quando serve l'ultima accelerazione. E' successo ieri, ma già era accaduto ad Avellino, quando non c'era stato l'atteso forcing finale e contro Nocerina e Perugia al "Puttilli", con finali di gara al ribasso. Una questione di condizione fisica, innegabile, ma anche psicologica: urge quanto prima una vittoria, in questo momento più per il morale che per la classifica, certo quest'ultima non aiutata da un calendario davvero ostico in avvio, perchè se "vincere aiuta a vincere"- come si suol dire- è altrettanto vero che ogni passo falso potrebbe pericolosamente "calamitarne" altri. Il bel gioco e l'idea di manovra restano sempre evidenti, forse è tempo di ottenere il primo successo, magari anche sacrificando i "ricami" in nome di un maggiore pragmatismo;
Questo Barletta vede "rosso" troppo spesso
Quattro espulsioni a carico in otto partite stagionali: troppe per una squadra che ha bisogno della corsa di undici calciatori per 90 minuti e oltre per raggiungere l'agognata salvezza. "Se non andiamo a mille, è difficile contro tutti" ha spesso ripetuto mister Novelli. Ne consegue che in 10 diventa quasi impossibile arrivare ai tre punti. Fuori Dall'Oglio contro il Catanzaro, gol del 4-3 subìto. Fuori De Leidi contro il Perugia, termina 0-1. Fuori Piccinni contro il Pisa, e nerazzurri in vantaggio per 2-1 (poi arrivò il centro di La Mantia); ieri espulsione per un Mazzarani apparso evidentemente stanco, e via libera alle due reti frusinati. Cartellini rossi che hanno pesato tanto sul cammino barlettano: urge "tiratina d'orecchie"…;
Simoncelli fuori dopo 22', ottava formazione in altrettanti impegni: sintomo di confusione?
In nome del "camaleontismo" al quale ha ormai abituato la platea barlettana, anche ieri mister Novelli ha apportato un cambiamento, dovuti anche a rientri da infortuni e a scelte dettate dal terreno di gioco appesantito dalla pioggia, all'"undici" di partenza: rispetto alla squadra che aveva ben figurato a Gubbio, fuori Meucci, spedito in tribuna e dentro Mazzarani. Una varianza limitata rispetto ad alcuni precedenti, che testimonia però del "saliscendi" (campo-tribuna-panchina-campo) che sta caratterizzando la stagione di alcuni calciatori, in attesa della quadratura del cerchio. Un sintomo di confusione lo dobbiamo però registrare al minuto 67: Barletta in dieci uomini per il "rosso" a Mazzarani (sanzione probabilmente "prevedibile", visto che il capitano aveva già dato "segnali" di stanchezza), e l'allenatore decide giustamente di inserire Menegaz per uno dei componenti del tridente. Restano però in campo La Mantia e Ferreira e lascia il posto Simoncelli, subentrato a Barbuti nell'intervallo e positivo fino a quel momento. In 10 uomini, Novelli ha preferito "sacrificare" il più fresco dei suoi con Dezi, altro subentrato: un cambio che certo avrà avvilito l'esterno bresciano, rilanciato dopo un mese ai margini, e resta difficile da spiegarsi. Certamente l'ex La Mantia e il brasiliano Ferreira fino a quel momento erano stati tra i migliori in campo, ma la rinuncia alla freschezza atletica di Simoncelli è probabilmente il sintomo di una mancanza di lucidità in un momento in cui la squadra aveva anche bisogno di sbocchi e ripartenze;
Novelli: contro l'Andria l'ultima spiaggia?
Per i biancorossi il ritorno in campo è ora fissato per domenica 4 novembre, e non avverrà certo in una sfida "qualunque": al "Cosimo Puttilli" arriverà l'Andria, per un derby denso di significati territoriali e "emozionali", se dovesse essere confermato l'arrivo dei Di Cosola, con Falcone dg e Castagnini consulente di mercato, ai vertici del club biancazzurro. Peraltro i cugini stanno attraversando un periodo di grande forma, rinvigoriti dalla "cura-Cosco", e arriveranno al derby con la massima serenità possibile. Per i biancorossi, invece, il derby deve rappresentare una delle ultime possibilità di poter ricucire uno strappo contro le altre squadre che già domenica potrebbe diventare importante. Mister Novelli è stato a più riprese confermato a voce dalla dirigenza nelle scorse settimane, ma la sensazione, a meno di clamorosi ribaltoni nelle prossime ore, è che per l'allenatore salernitano il match contro i "cugini" andriesi abbia davvero il sapore dell'ultima spiaggia...;
(Twitter: @GuerraLuca88)
Si ringrazia Enrico Gorgoglione per la gentile collaborazione nella stesura dell'articolo.