Barletta Calcio, parla la "vecchia guardia": intervista a Daniele Simoncelli
"Annata sottotono, ma vorrei rispettare il contratto"
venerdì 15 giugno 2012
Sebbene abbia appena 23 anni, Daniele Simoncelli è il "veterano" di questo Barletta Calcio ancora avvolto nell'incertezza per quanto concerne il proprio futuro. Il suo legame contrattuale con il sodalizio biancorosso proseguirà fino a giugno 2014, ma la sua permanenza all'ombra di Eraclio, legata al ritorno sui propri passi di patron Tatò, appare tutt'altro che scontato. Daniele, protagonista di una stagione altalenante, è stato a Barletta lunedì scorso, 11 giugno, per il saldo delle ultime mensilità, ma al pari dei suoi compagni di squadra non ha avuto sin qui delucidazioni sul futuro societario, come da lui raccontato ai nostri microfoni:
Daniele, dove stai passando le vacanze con un occhio di riguardo alle vicende biancorosse?
" Sono a casa mia, a Cattolica, con i miei genitori e la mia ragazza. A breve ho in mente di partire per un viaggio".
Pensando alla tua terra, impossibile non correre con il pensiero al sisma che ha colpito centri dell'Emilia Romagna, pur distanti da casa tua…
"Sì, da noi si è sentita qualche scossa, anche se io non ne ho sentite: dei miei parenti, però, che si svegliano presto per lavorare ne hanno sentite alcune di prima mattinata. E' stato un bruttissimo evento per questa terra, dobbiamo cercare di riprenderci quanto prima".
Parlando di calcio, come stai vivendo questi giorni travagliati per il Barletta?
"Sicuramente con la curiosità che avete anche voi addetti ai lavori. Nemmeno noi calciatori ne sappiamo molto: è ovvio che non mi aspettavo questa decisione da parte del presidente, probabilmente è stata una scelta dettata dall'amarezza per l'ultima annata dove abbiamo disatteso gli obiettivi. E' davvero un peccato per una città che merita tanto come Barletta, e per un presidente così innamorato del calcio come Tatò. Spero torni sui propri passi"
Sei uno dei pochi che già è stato a Barletta….
"Sì, ci sono stato lunedì mattina, per ritirare il saldo delle ultime mensilità e poc'altro: non ho incontrato il presidente, ma solo un suo collaboratore".
La tua intenzione è quella di restare a Barletta o cambiare aria a prescindere dai piani?
"Certamente molto dipende dai piani del presidente. Io ho ancora due anni di contratto con il Barletta, e se il presidente Tatò dovesse tornare sui propri passi, resterei qui volentieri. Diversamente, non so cosa potrebbe accadere: sono sempre stato un calciatore del Barletta con Tatò presidente, non immagino altri scenari ora".
In questa stagione eri partito bene con mister Cari, poi con Di Costanzo hai visto poco il campo. Come valuti la tua annata?
"Credo di essere partito molto bene, a prescindere dal gol segnato al Frosinone; purtroppo mi sono portato avanti per lungo tempo un problema al nervo sciatico, del quale non avevo capito l'origine, e ho giocato diverse partite senza star bene. Poi sono stato fuori due mesi, e quando è arrivato mister Di Costanzo ho giocato pur senza stare a posto fisicamente, e così è stato fino alla fine della stagione. Anche l'andamento generale della squadra non ci ha aiutato, nessuno di noi o quasi ha reso al massimo delle proprie qualità".
Tu sei uno della "vecchia guardia": hai avuto modo di confrontarti con altri calciatori che da anni sono a Barletta, come Infantino o Guerri?
"Con loro sono in contatto molto spesso, con Saveriano in particolare si è creato un rapporto di forte amicizia. Lunedì mi sono incontrato con loro due, ma la mia situazione è diversa dalla loro: Infantino e Guerri si stanno già guardando intorno, mentre chi ha un legame pluriennale come me vive con maggiore attenzione e anche preoccupazione la vicenda legata al Barletta".
Oggi a Barletta sembrano essere ormai definite le figure di allenatore, Novelli, e ds, Pavone. Un segnale incoraggiante per il futuro?
"Sì, sono scelte che hanno colpito anche me e probabilmente indicano la volontà del presidente di allestire una squadra di buon livello per la prossima stagione. Magari i programmi saranno ridimensionati, ma saranno comunque portati avanti".
Credi che le dimissioni di Tatò siano state causate anche dalle incaute ed eccessive spese con Castagnini ds? Può essere stato anche questo dispendio eccessivo a consigliare una pausa di riflessione?
"Certamente sono state fatte delle spese importanti, molto alte per la categoria e non sono state ripagate. Sinceramente, prima di partire a fine stagione mai avrei creduto che il presidente avrebbe potuto lasciare. Il resto l'ho appreso dai giornali, siamo aggrappati anche noi ai comunicati della società".
Quanto è lontano oggi il celebre "Voglio 102 punti" di Renzo Castagnini di inizio stagione?
"Tanto, sicuramente tanto, sembra passata un'eternità, purtroppo la nostra è stata un'annata sfortunata, e non abbiamo reso secondo le aspettative e le nostre potenzialità. D'altra parte, dire sin dall'inizio che volevamo vincere il campionato o che addirittura avremmo fatto 100 punti non ha fatto bene, ma non sono certo scusanti per noi".
Quindi il diktat per la prossima stagione è semplice: più umiltà da parte di tutti?
"Giusto, esattamente".
Umiltà e pochi proclami: che sia questa la ricetta giusta per il nuovo Barletta...?
(Twitter: @GuerraLuca88)
Daniele, dove stai passando le vacanze con un occhio di riguardo alle vicende biancorosse?
" Sono a casa mia, a Cattolica, con i miei genitori e la mia ragazza. A breve ho in mente di partire per un viaggio".
Pensando alla tua terra, impossibile non correre con il pensiero al sisma che ha colpito centri dell'Emilia Romagna, pur distanti da casa tua…
"Sì, da noi si è sentita qualche scossa, anche se io non ne ho sentite: dei miei parenti, però, che si svegliano presto per lavorare ne hanno sentite alcune di prima mattinata. E' stato un bruttissimo evento per questa terra, dobbiamo cercare di riprenderci quanto prima".
Parlando di calcio, come stai vivendo questi giorni travagliati per il Barletta?
"Sicuramente con la curiosità che avete anche voi addetti ai lavori. Nemmeno noi calciatori ne sappiamo molto: è ovvio che non mi aspettavo questa decisione da parte del presidente, probabilmente è stata una scelta dettata dall'amarezza per l'ultima annata dove abbiamo disatteso gli obiettivi. E' davvero un peccato per una città che merita tanto come Barletta, e per un presidente così innamorato del calcio come Tatò. Spero torni sui propri passi"
Sei uno dei pochi che già è stato a Barletta….
"Sì, ci sono stato lunedì mattina, per ritirare il saldo delle ultime mensilità e poc'altro: non ho incontrato il presidente, ma solo un suo collaboratore".
La tua intenzione è quella di restare a Barletta o cambiare aria a prescindere dai piani?
"Certamente molto dipende dai piani del presidente. Io ho ancora due anni di contratto con il Barletta, e se il presidente Tatò dovesse tornare sui propri passi, resterei qui volentieri. Diversamente, non so cosa potrebbe accadere: sono sempre stato un calciatore del Barletta con Tatò presidente, non immagino altri scenari ora".
In questa stagione eri partito bene con mister Cari, poi con Di Costanzo hai visto poco il campo. Come valuti la tua annata?
"Credo di essere partito molto bene, a prescindere dal gol segnato al Frosinone; purtroppo mi sono portato avanti per lungo tempo un problema al nervo sciatico, del quale non avevo capito l'origine, e ho giocato diverse partite senza star bene. Poi sono stato fuori due mesi, e quando è arrivato mister Di Costanzo ho giocato pur senza stare a posto fisicamente, e così è stato fino alla fine della stagione. Anche l'andamento generale della squadra non ci ha aiutato, nessuno di noi o quasi ha reso al massimo delle proprie qualità".
Tu sei uno della "vecchia guardia": hai avuto modo di confrontarti con altri calciatori che da anni sono a Barletta, come Infantino o Guerri?
"Con loro sono in contatto molto spesso, con Saveriano in particolare si è creato un rapporto di forte amicizia. Lunedì mi sono incontrato con loro due, ma la mia situazione è diversa dalla loro: Infantino e Guerri si stanno già guardando intorno, mentre chi ha un legame pluriennale come me vive con maggiore attenzione e anche preoccupazione la vicenda legata al Barletta".
Oggi a Barletta sembrano essere ormai definite le figure di allenatore, Novelli, e ds, Pavone. Un segnale incoraggiante per il futuro?
"Sì, sono scelte che hanno colpito anche me e probabilmente indicano la volontà del presidente di allestire una squadra di buon livello per la prossima stagione. Magari i programmi saranno ridimensionati, ma saranno comunque portati avanti".
Credi che le dimissioni di Tatò siano state causate anche dalle incaute ed eccessive spese con Castagnini ds? Può essere stato anche questo dispendio eccessivo a consigliare una pausa di riflessione?
"Certamente sono state fatte delle spese importanti, molto alte per la categoria e non sono state ripagate. Sinceramente, prima di partire a fine stagione mai avrei creduto che il presidente avrebbe potuto lasciare. Il resto l'ho appreso dai giornali, siamo aggrappati anche noi ai comunicati della società".
Quanto è lontano oggi il celebre "Voglio 102 punti" di Renzo Castagnini di inizio stagione?
"Tanto, sicuramente tanto, sembra passata un'eternità, purtroppo la nostra è stata un'annata sfortunata, e non abbiamo reso secondo le aspettative e le nostre potenzialità. D'altra parte, dire sin dall'inizio che volevamo vincere il campionato o che addirittura avremmo fatto 100 punti non ha fatto bene, ma non sono certo scusanti per noi".
Quindi il diktat per la prossima stagione è semplice: più umiltà da parte di tutti?
"Giusto, esattamente".
Umiltà e pochi proclami: che sia questa la ricetta giusta per il nuovo Barletta...?
(Twitter: @GuerraLuca88)