Barletta Calcio, intervista a Mimmo Di Cecco
«Ci aspetta una partita dura, ma ce la giocheremo a viso aperto»
sabato 21 aprile 2012
2.17
Una settimana di silenzio, di riposo "forzato" a causa del tragico decesso di Piermario Morosini. Si torna a giocare, per la 32^ giornata del girone B del campionato di Prima Divisione. Avversario di turno per il Barletta è la Cremonese di mister Brevi, in un match che si preannuncia molto teso, nonchè decisivo per definire le velleità di promozione dei due club. Tocca al centrocampista Domenico "Mimmo" Di Cecco parlare in esclusiva ai microfoni di Barlettalife, per analizzare il momento dei biancorossi all'indomani della doppia vittoria (Pergocrema e Siracusa) che hanno restituito morale ed entusiasmo. Il mediano, che con Di Costanzo ha ritrovato costanza e qualità di rendimento, è tornato quello dei tempi di Lanciano. Le parole di Di Cecco toccano svariati argomenti, ma sono sempre ottimiste in merito ad un traguardo lontano ma non impossibile.
Mimmo Di Cecco, siamo alle porte di una trasferta che forse deciderà il destino del Barletta in questo campionato. Come vi state avvicinando all'importante sfida con la Cremonese?
«Ci stiamo allenando bene. Purtroppo sappiamo tutti quello che è successo che ha portato tutto per le lunghe. Purtroppo è una cosa che speriamo non riaccada più. Nonostante qualche giorno di sconforto ed un'aria un po' strana tra di noi, ora pensiamo soltanto alla Cremonese, perché sappiamo che forse è la partita più importante di tutta la stagione. Siamo pronti, ci siamo preparati bene, poi sta al campo decidere chi vincerà».
Quanto vi può pesare psicologicamente e fisicamente il fatto di aver preparato due partite giocandone soltanto una?
«Un conto è fare allenamento, un altro giocare. Però abbiamo già fatto 30 partite, siamo alla fine del campionato e questo sicuramente non ci peserà più di tanto. Sappiamo che sarà una partita dura perché gli avversari sono forti, però sappiamo anche che non siamo più deboli di loro. Perciò ce la giocheremo a viso aperto».
A proposito di avversario, la Cremonese è reduce da una serie di risultati non proprio confortanti, pur rimanendo sempre ai margini della zona playoff. Che avversario vi aspettate? Chi temi maggiormente dei grigio rossi?
«Troveremo un avversario che, giocando in casa la partita più importante dell'anno, avrà voglia di vincere. Loro hanno più bisogno della vittoria di noi, perché in caso di pareggio o vittoria noi saremo avanti negli scontri diretti. Loro sono forti, li conosciamo bene. Sarà una bella partita. Tra di loro, mi piace Dettori, sia perché è stato mio compagno di squadra, sia perché è un giocatore forte, di categoria. Poi in attacco hanno giocatori forti che fanno gol, ma i nostri difensori non sono certamente inferiori».
Voi, invece, arrivate dopo due vittorie consecutive. Quella contro il Siracusa è arrivata con un pizzico di sofferenza, ma moralmente state meglio voi rispetto ai vostri avversari…
«Vedendo gli ultimi risultati, sicuramente. Abbiamo più entusiasmo, avendo raccolto 2 vittorie che portano morale ed entusiasmo, soprattutto per come sono arrivate. Però sappiamo che quando inizia una partita arriva tutto a pari, siamo 11 contro 11, e non dobbiamo esaltarci troppo, rimanendo anzi con i piedi per terra e giocarcela senza timori».
Considerando l'apporto che il pubblico biancorosso vi ha dato durante le ultime partite casalinghe, quanto vi peserà non giocare la partita più importante dell'anno al "Puttilli"?
«Se si ripensa all'ultima partita, è stato davvero bella, il pubblico ci ha dato quella spinta necessaria per vincere la partita. Però sappiamo pure che fuori casa non potremmo avere quel pubblico, quindi sta a noi lasciare tutto in ballo, perché poi dopo ci aspettano 2 partite in casa e sicuramente ci sarà il pienone».
Passiamo ad analizzare la tua evoluzione nel corso di questa stagione. Con mister Cari, sei stato un attimo messo da parte, poi sei stato rivalutato da mister Di Costanzo. Cosa è cambiato, anche nella tua testa?
«Non è cambiato tanto. Anche se devo dire la verità, anche con Cari le ultime le avevo giocate. Però si sa che quando arriva un mister nuovo, cerca di trovare sempre soluzioni alternative. D'altronde siamo tutti bravi e competitivi. Mi metto anche nei panni del mister che deve fare delle scelte. Io cerco sempre di allenarmi al meglio, cercando di farmi trovar pronto».
A proposito, quanto temi la concorrenza a centrocampo?
«Più che concorrenza, noi siamo un gruppo di persone fin troppo brave, senza atteggiamenti sopra le righe. C'è una concorrenza leale, che poi è quella che fa bene alla squadra: serve per migliorarsi e dare sempre il massimo».
Dando uno sguardo al campionato, dove può arrivare questo Barletta? Quante possibilità ha di arrivare laddove i tifosi sperano?
«Per fortuna, in una settimana, senza far troppi giri di parole, ci si gioca tutto. Secondo me, tutto dipenderà da queste ultime due partite. Troviamo le squadre (Cremonese e Spezia) che sono vicine a noi o sopra di noi. Secondo me è meglio pensare partita dopo partita, perché nel campionato abbiamo visto che pensi di fare grandi cose e poi ti ritrovi a fallire. Ogni partita ha una sua storia, e se riusciamo a pensare partita per partita, secondo me andremo avanti».
Vogliamo dare uno sguardo ai tuoi ex compagni del Lanciano, che si sono dimostrati la rivelazione di questo campionato. In Abruzzo la programmazione prevedeva un campionato quasi "anonimo" di media classifica, e invece si sono ritrovati a 5 punti dalla vetta in piena zona playoff. Qualche rimpianto?
«No, rimpianti non ce ne sono, perché alla fine io ho fatto la scelta di venire qui e ne sono felice. Ho conosciuto tanti ragazzi con cui resterò amico per tanto tempo. Il Lanciano ha fatto un campionato che nessuno si aspettava, ma non sono né invidioso, né geloso. Anzi, sono davvero contento, perché se lo meritano e hanno un mister che farà sicuramente tanta strada e ragazzi in gamba. La mia speranza è di incontrarli nuovamente tra qualche partita, per poter dare loro un bel dispiacere. Però, sicuramente non tifo contro il Lanciano, anzi mi fa piacere che stiano facendo un grande campionato».
Probabilmente quest'anno sono mancati anche i tuoi gol considerando quello che hai fatto l'anno scorso. Forse è cambiata anche la tua posizione in campo: cosa è mancato?
«L'anno scorso, giocando a 3, ho fatto la mezzala e avevo più possibilità di spingermi in avanti e trovare buone soluzioni, e spesso mi è andata bene. Quest'anno, giocando a 2, le possibilità sono inferiori. Poi, abbiamo tanti giocatori offensivi, ed è meglio che i centrocampisti pensino più a difendere».
Chiudiamo con un saluto ai lettori di Barlettalife e al pubblico biancorosso che vi è sempre vicino.
«Più che un saluto è un augurio: quello di ritrovarci a giocare nelle ultime due partite "quello che non diciamo più" (sorride, ndr). Sicuramente il loro apporto ci darà quella spinta in più».
Concentrazione ed umiltà e serenità sono gli ingredienti per il successo…
Mimmo Di Cecco, siamo alle porte di una trasferta che forse deciderà il destino del Barletta in questo campionato. Come vi state avvicinando all'importante sfida con la Cremonese?
«Ci stiamo allenando bene. Purtroppo sappiamo tutti quello che è successo che ha portato tutto per le lunghe. Purtroppo è una cosa che speriamo non riaccada più. Nonostante qualche giorno di sconforto ed un'aria un po' strana tra di noi, ora pensiamo soltanto alla Cremonese, perché sappiamo che forse è la partita più importante di tutta la stagione. Siamo pronti, ci siamo preparati bene, poi sta al campo decidere chi vincerà».
Quanto vi può pesare psicologicamente e fisicamente il fatto di aver preparato due partite giocandone soltanto una?
«Un conto è fare allenamento, un altro giocare. Però abbiamo già fatto 30 partite, siamo alla fine del campionato e questo sicuramente non ci peserà più di tanto. Sappiamo che sarà una partita dura perché gli avversari sono forti, però sappiamo anche che non siamo più deboli di loro. Perciò ce la giocheremo a viso aperto».
A proposito di avversario, la Cremonese è reduce da una serie di risultati non proprio confortanti, pur rimanendo sempre ai margini della zona playoff. Che avversario vi aspettate? Chi temi maggiormente dei grigio rossi?
«Troveremo un avversario che, giocando in casa la partita più importante dell'anno, avrà voglia di vincere. Loro hanno più bisogno della vittoria di noi, perché in caso di pareggio o vittoria noi saremo avanti negli scontri diretti. Loro sono forti, li conosciamo bene. Sarà una bella partita. Tra di loro, mi piace Dettori, sia perché è stato mio compagno di squadra, sia perché è un giocatore forte, di categoria. Poi in attacco hanno giocatori forti che fanno gol, ma i nostri difensori non sono certamente inferiori».
Voi, invece, arrivate dopo due vittorie consecutive. Quella contro il Siracusa è arrivata con un pizzico di sofferenza, ma moralmente state meglio voi rispetto ai vostri avversari…
«Vedendo gli ultimi risultati, sicuramente. Abbiamo più entusiasmo, avendo raccolto 2 vittorie che portano morale ed entusiasmo, soprattutto per come sono arrivate. Però sappiamo che quando inizia una partita arriva tutto a pari, siamo 11 contro 11, e non dobbiamo esaltarci troppo, rimanendo anzi con i piedi per terra e giocarcela senza timori».
Considerando l'apporto che il pubblico biancorosso vi ha dato durante le ultime partite casalinghe, quanto vi peserà non giocare la partita più importante dell'anno al "Puttilli"?
«Se si ripensa all'ultima partita, è stato davvero bella, il pubblico ci ha dato quella spinta necessaria per vincere la partita. Però sappiamo pure che fuori casa non potremmo avere quel pubblico, quindi sta a noi lasciare tutto in ballo, perché poi dopo ci aspettano 2 partite in casa e sicuramente ci sarà il pienone».
Passiamo ad analizzare la tua evoluzione nel corso di questa stagione. Con mister Cari, sei stato un attimo messo da parte, poi sei stato rivalutato da mister Di Costanzo. Cosa è cambiato, anche nella tua testa?
«Non è cambiato tanto. Anche se devo dire la verità, anche con Cari le ultime le avevo giocate. Però si sa che quando arriva un mister nuovo, cerca di trovare sempre soluzioni alternative. D'altronde siamo tutti bravi e competitivi. Mi metto anche nei panni del mister che deve fare delle scelte. Io cerco sempre di allenarmi al meglio, cercando di farmi trovar pronto».
A proposito, quanto temi la concorrenza a centrocampo?
«Più che concorrenza, noi siamo un gruppo di persone fin troppo brave, senza atteggiamenti sopra le righe. C'è una concorrenza leale, che poi è quella che fa bene alla squadra: serve per migliorarsi e dare sempre il massimo».
Dando uno sguardo al campionato, dove può arrivare questo Barletta? Quante possibilità ha di arrivare laddove i tifosi sperano?
«Per fortuna, in una settimana, senza far troppi giri di parole, ci si gioca tutto. Secondo me, tutto dipenderà da queste ultime due partite. Troviamo le squadre (Cremonese e Spezia) che sono vicine a noi o sopra di noi. Secondo me è meglio pensare partita dopo partita, perché nel campionato abbiamo visto che pensi di fare grandi cose e poi ti ritrovi a fallire. Ogni partita ha una sua storia, e se riusciamo a pensare partita per partita, secondo me andremo avanti».
Vogliamo dare uno sguardo ai tuoi ex compagni del Lanciano, che si sono dimostrati la rivelazione di questo campionato. In Abruzzo la programmazione prevedeva un campionato quasi "anonimo" di media classifica, e invece si sono ritrovati a 5 punti dalla vetta in piena zona playoff. Qualche rimpianto?
«No, rimpianti non ce ne sono, perché alla fine io ho fatto la scelta di venire qui e ne sono felice. Ho conosciuto tanti ragazzi con cui resterò amico per tanto tempo. Il Lanciano ha fatto un campionato che nessuno si aspettava, ma non sono né invidioso, né geloso. Anzi, sono davvero contento, perché se lo meritano e hanno un mister che farà sicuramente tanta strada e ragazzi in gamba. La mia speranza è di incontrarli nuovamente tra qualche partita, per poter dare loro un bel dispiacere. Però, sicuramente non tifo contro il Lanciano, anzi mi fa piacere che stiano facendo un grande campionato».
Probabilmente quest'anno sono mancati anche i tuoi gol considerando quello che hai fatto l'anno scorso. Forse è cambiata anche la tua posizione in campo: cosa è mancato?
«L'anno scorso, giocando a 3, ho fatto la mezzala e avevo più possibilità di spingermi in avanti e trovare buone soluzioni, e spesso mi è andata bene. Quest'anno, giocando a 2, le possibilità sono inferiori. Poi, abbiamo tanti giocatori offensivi, ed è meglio che i centrocampisti pensino più a difendere».
Chiudiamo con un saluto ai lettori di Barlettalife e al pubblico biancorosso che vi è sempre vicino.
«Più che un saluto è un augurio: quello di ritrovarci a giocare nelle ultime due partite "quello che non diciamo più" (sorride, ndr). Sicuramente il loro apporto ci darà quella spinta in più».
Concentrazione ed umiltà e serenità sono gli ingredienti per il successo…