Barletta Calcio, i saluti e gli "scheletri nell'armadio" di mister Novelli
L'ex allenatore biancorosso si era dimesso a fine agosto. Oggi è il giorno di Stringara
martedì 30 ottobre 2012
0.36
Mentre in casa-Barletta Calcio si è vissuto ieri un giorno interlocutorio, con gli allenamenti fermi e l'attesa crescente per la nomina dell'allenatore che sostituirà l'esonerato Raffaele Novelli (Stringara in netto vantaggio su Bonacina e Vullo, come anticipato dalla nostra redazione in un'esclusiva intervista), attesa con ogni probabilità per la mattinata di oggi- proprio il 50enne tecnico di Orbetello è il maggiore indiziato a sedere sulla panchina del Barletta- è una lettera aperta alla stampa dell'allenatore salernitano a rivelare alcuni retroscena dell'avventura di Novelli in sella alla panchina biancorossa. Parole scritte di proprio pugno dall'ex tecnico biancorosso, che rivelano un rapporto non proprio idilliaco con le scelte societarie e del ds Peppino Pavone, e soprattutto rivelano come nell'atteso "progetto-giovani" portato avanti dal club di via Veneto fosse inizialmente previsto l'arrivo (o la conferma) di alcuni elementi esperti, idee non suffragate però dai fatti: un fattore che probabilmente aveva portato alle dimissioni dell'allenatore a pochi giorni dalla chiusura del mercato, respinte dalla società e mai venute alla luce sin qui. Di seguito la lettera scritta da mister Novelli, della quale evidenziamo i passaggi più significativi:
"Alla chiusura della mia purtroppo breve esperienza alla guida tecnica del Barletta Calcio, sento l'esigenza di fare alcune riflessioni a 360 gradi. Sicuramente quando ho deciso di allenare il Barletta, non l'ho fatto per un mio personale problema di contratto, visto che già lo avevo e l'ho dovuto infatti risolvere per poter affrontare questa nuova avventura professionale, ma semplicemente perché ho sposato un progetto, che mi è piaciuto, che mi stimolava e che prevedeva una stagione tranquilla con l'obiettivo di valorizzare calciatori giovani, anche ai fini del minutaggio, inseriti in un organico puntellato con alcuni elementi esperti. Avevo chiesto per la verità che la rosa fosse completata prima dell'inizio della preparazione in modo da avere un gruppo definito con cui lavorare da subito. Viceversa siamo arrivati alla fine del calciomercato, in cui sono stati fatti innesti importanti, ancorché tardivi, tanto da spingermi a dimettermi a una settimana dalla prima di campionato, dimissioni che sono state senza esitazione alcuna respinte dal direttore Pavone. Nelle prime 8 giornate di campionato, di cui 5 in trasferta, abbiamo sicuramente affrontato le squadre più forti del girone, ma mai abbiamo subito sul piano del gioco. Anzi, credo di poter affermare senza tema di smentite, che abbiamo retto il confronto con autorevolezza, soccombendo per qualche peccato di gioventù, e pagando pegno esagerato sulla base dei risultati. Ora sono costretto ad abbandonare; lo faccio con comprensibile amarezza, ma anche con la convinzione che questa squadra saprà salvarsi agevolmente, rispettando l'obiettivo che ci eravamo prefissati e che ci era stato chiesto dalla proprietà. Ringrazio comunque il Presidente per l'opportunità che mi ha offerto, però voglio estendere la mia gratitudine anche al resto della dirigenza, allo staff, che mi ha sempre garantito, in ciascuna delle sue componenti, un'assistenza sempre preziosa e puntuale. Ai calciatori un grazie sincero per l'impegno profuso e il mio augurio fiducioso per il proseguo del loro campionato. Infine, ma non certo per ordine di importanza, un ringraziamento particolare ai tifosi che hanno sempre dimostrato, e spero continuino a farlo, grande senso appartenenza e di maturità e non hanno mai cessato di farci sentire anche se delusi dal risultato, il loro incredibile sostegno. Un sincero in bocca al lupo e grazie a tutti voi".
Parole secche, che da un lato trasudano sincero apprezzamento per l'ambiente e per i ragazzi in rosa, volenterosi nonostante inseriti- come da Novelli stesso ammesso- in un progetto tecnico da completare, ma d'altra parte evidenziano crepe che silentemente si sono fatte largo nell'ambiente biancorosso, tanto in fase di costruzione quanto di gestione della rosa. Più volte è stato ribadito da società e allenatore che la rosa era completa così com'era e che non c'era bisogno di intervenire sugli svincolati: perchè allora queste parole di Novelli? Frutto di un "misunderstanding" o di una silenziosa accettazione di una realtà alla quale il tecnico si era rassegnato? L'ex allenatore biancorosso nella sua lettera parla di "inserimenti tardivi", come sono stati quelli di Molina, Burzigotti e La Mantia, che lo spinsero addirittura a dare delle dimissioni delle quali nulla era trapelato dagli ambienti societari. La lettera di Novelli conferma tra le righe i contrasti con Pavone, spesso smentiti dalle due parti, e mette in luce delle parti sin qui nascoste, degli "scheletri nell'armadio": ora c'è da attendersi la replica del sodalizio di via Vittorio Veneto.
(Twitter: @GuerraLuca88)
"Alla chiusura della mia purtroppo breve esperienza alla guida tecnica del Barletta Calcio, sento l'esigenza di fare alcune riflessioni a 360 gradi. Sicuramente quando ho deciso di allenare il Barletta, non l'ho fatto per un mio personale problema di contratto, visto che già lo avevo e l'ho dovuto infatti risolvere per poter affrontare questa nuova avventura professionale, ma semplicemente perché ho sposato un progetto, che mi è piaciuto, che mi stimolava e che prevedeva una stagione tranquilla con l'obiettivo di valorizzare calciatori giovani, anche ai fini del minutaggio, inseriti in un organico puntellato con alcuni elementi esperti. Avevo chiesto per la verità che la rosa fosse completata prima dell'inizio della preparazione in modo da avere un gruppo definito con cui lavorare da subito. Viceversa siamo arrivati alla fine del calciomercato, in cui sono stati fatti innesti importanti, ancorché tardivi, tanto da spingermi a dimettermi a una settimana dalla prima di campionato, dimissioni che sono state senza esitazione alcuna respinte dal direttore Pavone. Nelle prime 8 giornate di campionato, di cui 5 in trasferta, abbiamo sicuramente affrontato le squadre più forti del girone, ma mai abbiamo subito sul piano del gioco. Anzi, credo di poter affermare senza tema di smentite, che abbiamo retto il confronto con autorevolezza, soccombendo per qualche peccato di gioventù, e pagando pegno esagerato sulla base dei risultati. Ora sono costretto ad abbandonare; lo faccio con comprensibile amarezza, ma anche con la convinzione che questa squadra saprà salvarsi agevolmente, rispettando l'obiettivo che ci eravamo prefissati e che ci era stato chiesto dalla proprietà. Ringrazio comunque il Presidente per l'opportunità che mi ha offerto, però voglio estendere la mia gratitudine anche al resto della dirigenza, allo staff, che mi ha sempre garantito, in ciascuna delle sue componenti, un'assistenza sempre preziosa e puntuale. Ai calciatori un grazie sincero per l'impegno profuso e il mio augurio fiducioso per il proseguo del loro campionato. Infine, ma non certo per ordine di importanza, un ringraziamento particolare ai tifosi che hanno sempre dimostrato, e spero continuino a farlo, grande senso appartenenza e di maturità e non hanno mai cessato di farci sentire anche se delusi dal risultato, il loro incredibile sostegno. Un sincero in bocca al lupo e grazie a tutti voi".
Parole secche, che da un lato trasudano sincero apprezzamento per l'ambiente e per i ragazzi in rosa, volenterosi nonostante inseriti- come da Novelli stesso ammesso- in un progetto tecnico da completare, ma d'altra parte evidenziano crepe che silentemente si sono fatte largo nell'ambiente biancorosso, tanto in fase di costruzione quanto di gestione della rosa. Più volte è stato ribadito da società e allenatore che la rosa era completa così com'era e che non c'era bisogno di intervenire sugli svincolati: perchè allora queste parole di Novelli? Frutto di un "misunderstanding" o di una silenziosa accettazione di una realtà alla quale il tecnico si era rassegnato? L'ex allenatore biancorosso nella sua lettera parla di "inserimenti tardivi", come sono stati quelli di Molina, Burzigotti e La Mantia, che lo spinsero addirittura a dare delle dimissioni delle quali nulla era trapelato dagli ambienti societari. La lettera di Novelli conferma tra le righe i contrasti con Pavone, spesso smentiti dalle due parti, e mette in luce delle parti sin qui nascoste, degli "scheletri nell'armadio": ora c'è da attendersi la replica del sodalizio di via Vittorio Veneto.
(Twitter: @GuerraLuca88)