Barletta 1922, tra ombre e divisioni

La svolta societaria è arrivata (forse), ma le macerie da raccogliere sono tantissime

domenica 9 giugno 2024 12.46
A cura di Adriano Antonucci
«Giudicatemi per quello che farò». Il manifesto della conferenza stampa di presentazione del nuovo presidente del Barletta 1922 Marco Arturo Romano è tutto qui. L'ingegnere venuto da Viterbo ha rotto la monotonia delle innumerevoli trattative che ci hanno accompagnato in questi mesi acquisendo il 60% della società: tutto bene? Sì, o forse no. Su di lui, oltre alle ombre provenienti dal Lazio e caratterizzate dal burrascoso addio alla Viterbese, dapprima guidata per 4 anni in C e poi "abbandonata" in Promozione, c'è un ombra ancora più grande: quella di Mario Dimiccoli. Il 40% della società biancorossa è infatti in mano a Francesco Dimiccoli, figlio dell'ormai ex presidente onorario. Questo, al di là delle spiegazioni fornite da Romano che indicano la presenza dei Dimiccoli's come garanzia per evitare di ritrovarsi solo davanti a inaspettati debiti pregressi, rappresenta indubbiamente un peso grandissimo sulle spalle di un neo-presidente che dovrà dimostrare di essere credibile e di aver dato un taglio netto con il passato. Volendo fare un paragone ciclistico, Romano dovrà scalare il Mortirolo con una pedalata degna del miglior Pantani per conquistarsi la fiducia di un pubblico logorato da una stagione calcistica disastrosa e da un mese post retrocessione fatto di chiacchiere, bluff e trattative sparse. A contare, come sempre, saranno i fatti, ma i dubbi restano e sono tantissimi.

Sullo sfondo di questo nuovo corso, che completamente nuovo non è, c'è Michele Dibenedetto con il suo progetto Audace. Il famoso "pacchetto di patatine" alla fine l'ha acquistato Romano e per lui non c'è stato nulla da fare. Il progetto Audace che forse a breve diventerà Barletta Calcio Sport, è animato da imprenditori barlettani volenterosi di fare calcio e di farlo con chiarezza e genuinità. Tutto bello, per carità, ma non è il Barletta 1922 che è e resta uno solo, senza alcun tipo di discussioni. Lo sa Dibenedetto, lo sanno tutti coloro i quali lo accompagnano e creare un dualismo non può che essere inutile e dannoso. Inevitabilmente, però, questo sta accadendo: i barlettani sono divisi, c'è chi di Dimiccoli non vuole più sentir parlare (praticamente la stragrande maggioranza della città) e afferma di voler seguire l'Audace (questa è però una sparuta minoranza). C'è chi invece è pronto a seguire il Barletta solo in trasferta, ma non contempla la possibilità di seguire l'Audace. Entrambe le squadre giocheranno al "Puttilli", entrambe sono in attesa di possibile ripescaggio (chi in serie D e chi in Promozione) ed entrambe manifestano ambizione. Uno scenario, quello che andiamo ad affrontare, che francamente avremmo voluto evitare e che nasce, manco a dirlo, da un responsabile in particolare: Mario Dimiccoli. Sì, proprio lui.

La sua ostinazione nel non mollare la presa, perchè non l'ha mollata, sta logorando i barlettani sempre più disorientati. La sua assenza al fianco di Romano in conferenza stampa (a proposito, ottima mossa) è, ad oggi, solo uno specchietto per le allodole e l'ostaggio è ben lungi dall'esser stato lasciato. Del resto, nella patetica lettera di scuse alla città per la retrocessione (un'offesa all'intelligenza dei tifosi) arrivata fuori tempo massimo non c'è nessuna traccia di addio. Il tempo è galantuomo e ci dirà la verità, come sempre accade. All'editoriale di oggi abbiamo voluto dare un taglio diverso, più serio e riflessivo. Per questo motivo non rivolgiamo più le classiche 11 domande a Dimiccoli (chissà, forse un giorno risponderà), una però la vogliamo rivolgere a chiunque voglia risponderci ed è quella che sta tenendo banco tra tutti i tifosi biancorossi.

Da mercoledì 5 giugno alle ore 11.30, osservando alla destra di Marco Arturo Romano, tutti si chiedono: chi è Paolo? Anche in questo caso, il tempo ci dirà.