Barletta 1922: finalmente un'estate all’insegna dell’ottimismo
Tra stadio e allargamento societario, cresce il desiderio di tornare a tifare
lunedì 29 giugno 2020
C'è ottimismo finalmente per quel che riguarda le sorti del Barletta 1922 dopo tante estati all'insegna della precarietà societaria, dell'incertezza economica e di una squadra di calcio senza fissa dimora nel senso più autentico e letterale del termine.
L'allargamento della compagine societaria a nuovi soci, le più che rassicuranti immagini del nuovo Puttilli, la concreta prospettiva di un ripescaggio in Serie D, sono tutti fattori che, in quello che nelle scienze economiche viene definito come "breve periodo", autorizzano la tifoseria biancorossa se non a sognare in grande, per lo meno a ritrovare quel sano entusiasmo, quella voglia di calcio che a partire dalla infausta primavera-estate 2015 era letteralmente andata a farsi benedire tra scoppole subite in campi dal pedigree tutt'altro che glorioso come ad esempio quelli di Novoli, Ostuni o Hellas Taranto, e partite casalinghe disputate in un Manzi-Chiapulin in condizioni che definire sconcertanti pare esercizio di puro eufemismo.
Certo, in attesa del tanto sospirato ma vicino ritorno a una normalità fatta di uno stadio che finalmente faccia dimenticare quello da Età del Bronzo degli ultimi trent'anni o quasi, al Barletta 1922 (e ai suoi tifosi, Covid 19 permettendo ovviamente) tocca ancora qualche mese di traversata nel deserto. Non si sa se a Canosa, Trinitapoli o altrove, l'impressione è che molto dipenderà dalla categoria nella quale militerà il Barletta calcio edizione 2020/21.
Poche settimane di ulteriore penitenza che le importanti dichiarazioni della società contribuiscono però a rendere decisamente più sopportabili.
Una società già impegnata, a quanto pare, nell'allestimento di una rosa competitiva che sia in grado, nella peggiore delle ipotesi, di primeggiare nel campionato di Eccellenza, e nella migliore delle ipotesi, di non sfigurare eccessivamente in quello di Serie D.
Tutto questo in proiezione della stagione 2021/2022, quella del centenario, dove ci si aspetta un Barletta protagonista in ben altri scenari che quello degli ultimi desolanti campionati di Eccellenza.
Questo è il target della nuova e allargata compagine societaria che naturalmente da barlettani e da tifosi biancorossi auspichiamo e ci auguriamo sia centrato in pieno.
E in tutto questo iniziare a scorgere gli spalti del nuovo Puttilli non può non infondere in tutti noi una certa dose di cauto ottimismo accompagnato da quell'inconscia consapevolezza di un domani biancorosso finalmente all'altezza della sua storia.
Non chiamatela irrazionalità, ma piuttosto voglia e speranza rinnovata di vedere nel futuro prossimo del Barletta, quella tanto sospirata luce in fondo al tunnel. Un tunnel, durato tanti, troppi anni, per una città come la nostra.
L'allargamento della compagine societaria a nuovi soci, le più che rassicuranti immagini del nuovo Puttilli, la concreta prospettiva di un ripescaggio in Serie D, sono tutti fattori che, in quello che nelle scienze economiche viene definito come "breve periodo", autorizzano la tifoseria biancorossa se non a sognare in grande, per lo meno a ritrovare quel sano entusiasmo, quella voglia di calcio che a partire dalla infausta primavera-estate 2015 era letteralmente andata a farsi benedire tra scoppole subite in campi dal pedigree tutt'altro che glorioso come ad esempio quelli di Novoli, Ostuni o Hellas Taranto, e partite casalinghe disputate in un Manzi-Chiapulin in condizioni che definire sconcertanti pare esercizio di puro eufemismo.
Certo, in attesa del tanto sospirato ma vicino ritorno a una normalità fatta di uno stadio che finalmente faccia dimenticare quello da Età del Bronzo degli ultimi trent'anni o quasi, al Barletta 1922 (e ai suoi tifosi, Covid 19 permettendo ovviamente) tocca ancora qualche mese di traversata nel deserto. Non si sa se a Canosa, Trinitapoli o altrove, l'impressione è che molto dipenderà dalla categoria nella quale militerà il Barletta calcio edizione 2020/21.
Poche settimane di ulteriore penitenza che le importanti dichiarazioni della società contribuiscono però a rendere decisamente più sopportabili.
Una società già impegnata, a quanto pare, nell'allestimento di una rosa competitiva che sia in grado, nella peggiore delle ipotesi, di primeggiare nel campionato di Eccellenza, e nella migliore delle ipotesi, di non sfigurare eccessivamente in quello di Serie D.
Tutto questo in proiezione della stagione 2021/2022, quella del centenario, dove ci si aspetta un Barletta protagonista in ben altri scenari che quello degli ultimi desolanti campionati di Eccellenza.
Questo è il target della nuova e allargata compagine societaria che naturalmente da barlettani e da tifosi biancorossi auspichiamo e ci auguriamo sia centrato in pieno.
E in tutto questo iniziare a scorgere gli spalti del nuovo Puttilli non può non infondere in tutti noi una certa dose di cauto ottimismo accompagnato da quell'inconscia consapevolezza di un domani biancorosso finalmente all'altezza della sua storia.
Non chiamatela irrazionalità, ma piuttosto voglia e speranza rinnovata di vedere nel futuro prossimo del Barletta, quella tanto sospirata luce in fondo al tunnel. Un tunnel, durato tanti, troppi anni, per una città come la nostra.