Barletta 1922 e Luigi Pavarese, storia di un amore mai nato
Dopo appena 4 mesi finisce l'avventura del dirigente avellinese in biancorosso
mercoledì 11 ottobre 2023
19.59
Quella tra il Barletta 1922 e Luigi Pavarese è la storia di un amore mai nato. Dopo appena tre mesi e mezzo, l'avventura in biancorosso del 58enne dirigente avellinese è già finita. Era arrivato il 27 giugno tra grandi speranze, lui proveniente dal calcio che conta, dal Napoli e dal Torino (storia ripetuta fino allo sfinimento), lui amico di Luciano Moggi (a pensarci bene, a livello sportivo non comprendiamo cosa ci sia da vantarsi.
Peró, de gustibus). È andato via l'11 di ottobre quasi di nascosto e sbertucciato da una piazza che no, non l'ha mai amato. Magari vi chiederete perchè, la risposta è molto semplice.
Con quell'aria un po' così da dirigente navigato che «ora vi faccio vedere io come si fa il pallone», il nostro direttore si accomodava in conferenza stampa il 14 luglio facendoci sapere, tra e altre cose, che in sede di calciomercato lui «non ha mai accettato ricatti a livello professionistico, figuriamoci a livello dilettantistico». Ma direttore, il Barletta è una squadra che si colloca all'82° posto nella classifica del blasone Figc delle società calcistiche italiane e lei ,che ci è venuto a insegnare il senso di appartenenza che tante volte ha decantato, avrebbe dovuto saperlo, ma la perdoniamo. Del resto come si fa a criticare un uomo che ha portato a Barletta Ezequiel Schelotto? Vero, ma con lui sono arrivati tanti altri calciatori dei quali ancora ci chiediamo il perchè. La rosa biancorossa consta oggi di 30 calciatori, si 30, per una sola competizione. Su uno in particolare vorremo soffermarci, Duilio Evangelista, 28 anni, da Avellino. Negli ultimi tre anni il centrocampista irpino ha giocato solo 25 partite tra Arezzo, Lechi e Pistoia. Con gli arancioni i minuti giocati nella scorsa stagione sono appena 7'. Ci si chiedeva allora, perchè ingaggiarlo? La domanda rivolta al ragazzo nella conferenza stampa dell'8 di agosto riceveva la seguente risposta «in passato ho fatto scelte sbagliate, non giocavo per questo». Beh, a giudicare da quanto avvenuto dopo con una manciata di minuti nelle amichevoli precampionato e nessuna convocazione in stagione, Duilio ha sbagliato anche stavolta o magari ha sbagliato chi ha deciso di portarlo qui. Di lui si sono perse le tracce così come dell'attaccante Giuseppe Glorioso. Che dire poi degli obiettivi. Prima convinto di poter «vincere il campionato», il direttore ha poi affermato di «avere la presunzione di aver allestito una squadra pronta per il vertice» salvo poi rendersi conto il 16 di agosto di avere davanti squadre più forti e di poter esser al massimo «la mina vagante».
Il direttore non si è mai definito un grande conoscitore di calcio e forse sarà per questo che il 23 agosto nel fresco di Rivisondoli ingaggiava una sfida dialettica con mister Ginestra alla cui richiesta di rinforzi rispondeva così: «Il mercato è chiuso, forse il mister avrà bisogno di qualcosa stasera a cena perchè c'era difficoltà per la reperibilità di qualche elemento. Noi riteniamo di aver completato l'organico, ma nello stesso tempo siamo vigili. Abbiamo la presunzione di credere di avere una squadra che sicuramente dirà la sua in questo campionato, non dico altro perchè sono stato oggetto di critiche per le mie dichiarazioni. Chiedo sostegno a voi per aiutarmi a spiegare a chi non arriva a capire la lingua italiana. Questa squadra rispetto alla passata stagione ha cambiato almeno 24 giocatori su 28, abbiamo bisogno di cercare amalgama e unità di intenti e per questo chiedevo ai tifosi di trasmetterci senso di appartenenza e amore per la maglia». Queste dichiarazioni sono la summa del Pavarese pensiero, e non importa se in sede di presentazione aveva dichiarato come fosse una sua precisa scelta quella di voler cambiare la rosa, che sarà mai, chi è che non cambia idea.
Dopo quella performance il nostro direttore si è eclissato. L'ultima apparizione è stata il 23 settembre alla presentazione di Guido Marilungo quando ci chiedeva se «avessimo bisogno di lui e di qualche sua dichiarazione». La risposta fu no, direttore, non abbiamo bisogno di lei. La congediamo chiedendoci dove fosse domenica durante la partita e sciorinando una piccola statistica. Quella 2023-2024 è la sesta stagione di fila nella quale non porta a termine il suo incarico. In precedenza, aveva concluso anzitempo le esperienze con Modena, Campobasso, Rieti, Nola e Afragolese tutte terminate non oltre la prima metà di novembre. Buona fortuna per il suo futuro, siamo certi che sarà in grado di rendere edotti i suoi nuovi tifosi.
Peró, de gustibus). È andato via l'11 di ottobre quasi di nascosto e sbertucciato da una piazza che no, non l'ha mai amato. Magari vi chiederete perchè, la risposta è molto semplice.
Con quell'aria un po' così da dirigente navigato che «ora vi faccio vedere io come si fa il pallone», il nostro direttore si accomodava in conferenza stampa il 14 luglio facendoci sapere, tra e altre cose, che in sede di calciomercato lui «non ha mai accettato ricatti a livello professionistico, figuriamoci a livello dilettantistico». Ma direttore, il Barletta è una squadra che si colloca all'82° posto nella classifica del blasone Figc delle società calcistiche italiane e lei ,che ci è venuto a insegnare il senso di appartenenza che tante volte ha decantato, avrebbe dovuto saperlo, ma la perdoniamo. Del resto come si fa a criticare un uomo che ha portato a Barletta Ezequiel Schelotto? Vero, ma con lui sono arrivati tanti altri calciatori dei quali ancora ci chiediamo il perchè. La rosa biancorossa consta oggi di 30 calciatori, si 30, per una sola competizione. Su uno in particolare vorremo soffermarci, Duilio Evangelista, 28 anni, da Avellino. Negli ultimi tre anni il centrocampista irpino ha giocato solo 25 partite tra Arezzo, Lechi e Pistoia. Con gli arancioni i minuti giocati nella scorsa stagione sono appena 7'. Ci si chiedeva allora, perchè ingaggiarlo? La domanda rivolta al ragazzo nella conferenza stampa dell'8 di agosto riceveva la seguente risposta «in passato ho fatto scelte sbagliate, non giocavo per questo». Beh, a giudicare da quanto avvenuto dopo con una manciata di minuti nelle amichevoli precampionato e nessuna convocazione in stagione, Duilio ha sbagliato anche stavolta o magari ha sbagliato chi ha deciso di portarlo qui. Di lui si sono perse le tracce così come dell'attaccante Giuseppe Glorioso. Che dire poi degli obiettivi. Prima convinto di poter «vincere il campionato», il direttore ha poi affermato di «avere la presunzione di aver allestito una squadra pronta per il vertice» salvo poi rendersi conto il 16 di agosto di avere davanti squadre più forti e di poter esser al massimo «la mina vagante».
Il direttore non si è mai definito un grande conoscitore di calcio e forse sarà per questo che il 23 agosto nel fresco di Rivisondoli ingaggiava una sfida dialettica con mister Ginestra alla cui richiesta di rinforzi rispondeva così: «Il mercato è chiuso, forse il mister avrà bisogno di qualcosa stasera a cena perchè c'era difficoltà per la reperibilità di qualche elemento. Noi riteniamo di aver completato l'organico, ma nello stesso tempo siamo vigili. Abbiamo la presunzione di credere di avere una squadra che sicuramente dirà la sua in questo campionato, non dico altro perchè sono stato oggetto di critiche per le mie dichiarazioni. Chiedo sostegno a voi per aiutarmi a spiegare a chi non arriva a capire la lingua italiana. Questa squadra rispetto alla passata stagione ha cambiato almeno 24 giocatori su 28, abbiamo bisogno di cercare amalgama e unità di intenti e per questo chiedevo ai tifosi di trasmetterci senso di appartenenza e amore per la maglia». Queste dichiarazioni sono la summa del Pavarese pensiero, e non importa se in sede di presentazione aveva dichiarato come fosse una sua precisa scelta quella di voler cambiare la rosa, che sarà mai, chi è che non cambia idea.
Dopo quella performance il nostro direttore si è eclissato. L'ultima apparizione è stata il 23 settembre alla presentazione di Guido Marilungo quando ci chiedeva se «avessimo bisogno di lui e di qualche sua dichiarazione». La risposta fu no, direttore, non abbiamo bisogno di lei. La congediamo chiedendoci dove fosse domenica durante la partita e sciorinando una piccola statistica. Quella 2023-2024 è la sesta stagione di fila nella quale non porta a termine il suo incarico. In precedenza, aveva concluso anzitempo le esperienze con Modena, Campobasso, Rieti, Nola e Afragolese tutte terminate non oltre la prima metà di novembre. Buona fortuna per il suo futuro, siamo certi che sarà in grado di rendere edotti i suoi nuovi tifosi.