Antonio Di Gennaro, un regista d'eccezione per gli ultimi 90' del film della serie A
L'ex centrocampista della Nazionale, oggi opinionista Sky, intervistato da Barlettalife
domenica 13 maggio 2012
11.38
Ex calciatore dai piedi sopraffini, oggi opinionista televisivo per l'emittente televisiva Sky Sport. Molti tifosi pugliesi lo ricordano a cavallo tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 con le maglie biancorosse di Bari e Barletta. Proprio al "Cosimo Puttilli", nell'1-1 contro il Perugia, realizzò l'ultima rete da professionista il 31 maggio 1992, valevole per la salvezza, prima di dare l'addio al calcio giocato. Nella sua carriera Verona, Fiorentina e Nazionale A. E' l'identikit di Antonio Di Gennaro: protagonista tra i relatori del recente convegno "Nuove Frontiere-Oltre i contenuti sportivi", con noi di Barlettalife.it l'ex centrocampista della Fiorentina, toscano di nascita ma pugliese d'adozione (ha famiglia a Bari, dove è anche socio di due scuole calcio), ha parlato con noi di diversi temi, dal calcioscommesse agli Europei, passando per l'ultimo turno di campionato, in programma tra il pomeriggio e la serata di oggi con tanti pronostici aperti:
Antonio Di Gennaro, come ha trovato la piazza e l'ambiente di Barletta al ritorno dopo diversi anni?
«Dal punto di vista sportivo, Barletta è una città di grande tradizione sportiva e calcistica. Della stagione calcistica vissuta qui ho un bellissimo ricordo: avevamo una squadra giovane, molto motivata, ci salvammo contro il Perugia grazie a un mio gol. Purtroppo non ho vissuto molto la città nel 1991/1992 perchè ero a Bari: quest'anno sapevo che la dirigenza aveva allestito una squadra dall'elevato potenziale, e so anche che non è andata benissimo, però spero che il Barletta arrivi al traguardo dei playoff, magari attraverso l'esito positivo del ricorso al Tnas. Lo auguro alla piazza, che per me potrebbe fare un'egregia serie B».
Lei ha citato il ricorso al Tnas: parliamo di giustizia sportiva. E' fresca la pioggia di deferimenti stabiliti dal Procuratore della Figc Stefano Palazzi nei confronti di 61 tesserati e 22 società sportive. Che idea ha? In che fase siamo del processo di "pulizia"?
«Ci stanno lavorando ben tre procure, quindi è facile immaginare che sotto ci sia qualcosa di veramente grosso. Anche il Procuratore Di Martino all'epoca ventilò l'ipotesi di un'amnistia. E' sicuramente uno scandalo importante, quello che è successo è veramente ampio e bisogna procedere giocoforza per tronconi: la giustizia dovrà fare il suo corso e punire in maniera pesante chi ha sbagliato. Chi ama il calcio pulito come me e come tanti spera ovviamente che le sanzioni siano esemplari, con squalifiche pesanti e che diano l'esempio, fatte con un certo criterio».
Si discute tanto delle modalità di attribuzione delle varie penalizzazioni: per lei sarebbe più grave lo slittamento di playout e playoff in B e Lega Pro, o l'avere ingenti penalizzazioni e probabilmente campionati falsati nella prossima stagione?
«Questo lo possono valutare correttamente solo gli organi preposti. E' normale che quest'anno i campionati, per le varie problematiche anche climatiche, hanno già subito modifiche importanti di calendario, e bisogna anche ricordarsi che gli Europei sono molto vicini, con date che non devono accavallarsi. Ripeto, saranno gli organi preposti a deciderlo; l'essenziale è che si puniscano i colpevoli».
Lei conosce bene la realtà calcistica barese: quanto è rimasto scosso da cosa è successo al Bari?
«Per me è stato un fulmine a ciel sereno, non vivo la società ma vivo il calcio barese da tifoso. Sono rimasto sconvolto soprattutto dal fatto che tanti sapevano, ma nessuno ha denunciato».
Parliamo di serie A: lo scudetto è andato alla Juventus. Lei era a Trieste per commentare la sfida tra il Cagliari e i bianconeri. Per lei ha vinto la squadra più forte o quella che l'ha più meritato?
«Credo entrambe: i bianconeri hanno chiuso imbattuti, esprimendo un calcio piacevole, moderno, creando una mentalità nuova, capaci sempre di cambiare modulo e imporre i propri schemi. Conte l'avevo conosciuto a Bari e sapevo quali fossero le sue potenzialità. Credevo fosse un predestinato: ha dimostrato grande carattere in una piazza complicata. Il Milan a livello di rosa era certamente più forte, ma ha pagato i tanti infortuni e poco cinismo contro le grandi: certo poi dobbiamo valutare anche le polemiche, le sviste ci sono sempre, quella sul "famoso" gol di Muntari è stata sicuramente grave, ma non credo assolutamente abbia deciso il campionato. Sarebbe qualunquista pensare il contrario».
Delusione e sorpresa del torneo.
«Mi hanno deluso tanto Fiorentina e Genoa, mentre mi ha stupito tanto l'Atalanta: i bergamaschi hanno giocato un torneo straordinario, con un cammino quasi da Champions».
I due pronostici aperti questa sera riguardano salvezza e terza piazza, valida per la Champions League. Secondo lei come andrà a finire?
«Penso che per il terzo posto l'Udinese abbia un gran vantaggio, ossia gli basta un pareggio e gioca a Catania, anche se gli etnei vorranno coronare un campionato splendido con un successo. Con Guidolin ho giocato a Verona e glielo auguro dal punto di vista affettivo: credo che i friulani abbiano un 70% di chance di conquistare il terzo posto. Per quanto riguarda la salvezza, credo che il Lecce abbia ormai poche speranze, considerando che al Genoa basta un pari contro il Palermo».
Chiudiamo con uno sguardo agli Europei: l'Italia sta lentamente ritrovando Cassano, ha perso Giuseppe Rossi e deve gestire il caso-Balotelli. Che peso hanno questi fattori a meno di un mese dall'esordio ufficiale?
«Credo molto nel lavoro di Prandelli: il Ct valuta il lavoro sui campi, lavora bene e puntigliosamente, capisce tanto di tattica calcistica e credo davvero che l'Italia potrà fare un ottimo Europeo. C'è poi un fattore di "cabala" (ride, ndr): quando avviene qualche scandalo in Italia, la Nazionale offre grandi prove, vedi Germania 2006. Per quanto concerne i calciatori, Cassano mi sembra stia davvero bene, Giuseppe Rossi ha subito davvero due brutti colpi, una ricaduta che potrebbe essere davvero pesante per il futuro, Balotelli è un fenomeno ma è difficile da gestire, e credo che per questo Cesare ci penserà bene prima di gettarlo nella mischia. Credo comunque che possiamo arrivare in fondo alla competizione».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Antonio Di Gennaro, come ha trovato la piazza e l'ambiente di Barletta al ritorno dopo diversi anni?
«Dal punto di vista sportivo, Barletta è una città di grande tradizione sportiva e calcistica. Della stagione calcistica vissuta qui ho un bellissimo ricordo: avevamo una squadra giovane, molto motivata, ci salvammo contro il Perugia grazie a un mio gol. Purtroppo non ho vissuto molto la città nel 1991/1992 perchè ero a Bari: quest'anno sapevo che la dirigenza aveva allestito una squadra dall'elevato potenziale, e so anche che non è andata benissimo, però spero che il Barletta arrivi al traguardo dei playoff, magari attraverso l'esito positivo del ricorso al Tnas. Lo auguro alla piazza, che per me potrebbe fare un'egregia serie B».
Lei ha citato il ricorso al Tnas: parliamo di giustizia sportiva. E' fresca la pioggia di deferimenti stabiliti dal Procuratore della Figc Stefano Palazzi nei confronti di 61 tesserati e 22 società sportive. Che idea ha? In che fase siamo del processo di "pulizia"?
«Ci stanno lavorando ben tre procure, quindi è facile immaginare che sotto ci sia qualcosa di veramente grosso. Anche il Procuratore Di Martino all'epoca ventilò l'ipotesi di un'amnistia. E' sicuramente uno scandalo importante, quello che è successo è veramente ampio e bisogna procedere giocoforza per tronconi: la giustizia dovrà fare il suo corso e punire in maniera pesante chi ha sbagliato. Chi ama il calcio pulito come me e come tanti spera ovviamente che le sanzioni siano esemplari, con squalifiche pesanti e che diano l'esempio, fatte con un certo criterio».
Si discute tanto delle modalità di attribuzione delle varie penalizzazioni: per lei sarebbe più grave lo slittamento di playout e playoff in B e Lega Pro, o l'avere ingenti penalizzazioni e probabilmente campionati falsati nella prossima stagione?
«Questo lo possono valutare correttamente solo gli organi preposti. E' normale che quest'anno i campionati, per le varie problematiche anche climatiche, hanno già subito modifiche importanti di calendario, e bisogna anche ricordarsi che gli Europei sono molto vicini, con date che non devono accavallarsi. Ripeto, saranno gli organi preposti a deciderlo; l'essenziale è che si puniscano i colpevoli».
Lei conosce bene la realtà calcistica barese: quanto è rimasto scosso da cosa è successo al Bari?
«Per me è stato un fulmine a ciel sereno, non vivo la società ma vivo il calcio barese da tifoso. Sono rimasto sconvolto soprattutto dal fatto che tanti sapevano, ma nessuno ha denunciato».
Parliamo di serie A: lo scudetto è andato alla Juventus. Lei era a Trieste per commentare la sfida tra il Cagliari e i bianconeri. Per lei ha vinto la squadra più forte o quella che l'ha più meritato?
«Credo entrambe: i bianconeri hanno chiuso imbattuti, esprimendo un calcio piacevole, moderno, creando una mentalità nuova, capaci sempre di cambiare modulo e imporre i propri schemi. Conte l'avevo conosciuto a Bari e sapevo quali fossero le sue potenzialità. Credevo fosse un predestinato: ha dimostrato grande carattere in una piazza complicata. Il Milan a livello di rosa era certamente più forte, ma ha pagato i tanti infortuni e poco cinismo contro le grandi: certo poi dobbiamo valutare anche le polemiche, le sviste ci sono sempre, quella sul "famoso" gol di Muntari è stata sicuramente grave, ma non credo assolutamente abbia deciso il campionato. Sarebbe qualunquista pensare il contrario».
Delusione e sorpresa del torneo.
«Mi hanno deluso tanto Fiorentina e Genoa, mentre mi ha stupito tanto l'Atalanta: i bergamaschi hanno giocato un torneo straordinario, con un cammino quasi da Champions».
I due pronostici aperti questa sera riguardano salvezza e terza piazza, valida per la Champions League. Secondo lei come andrà a finire?
«Penso che per il terzo posto l'Udinese abbia un gran vantaggio, ossia gli basta un pareggio e gioca a Catania, anche se gli etnei vorranno coronare un campionato splendido con un successo. Con Guidolin ho giocato a Verona e glielo auguro dal punto di vista affettivo: credo che i friulani abbiano un 70% di chance di conquistare il terzo posto. Per quanto riguarda la salvezza, credo che il Lecce abbia ormai poche speranze, considerando che al Genoa basta un pari contro il Palermo».
Chiudiamo con uno sguardo agli Europei: l'Italia sta lentamente ritrovando Cassano, ha perso Giuseppe Rossi e deve gestire il caso-Balotelli. Che peso hanno questi fattori a meno di un mese dall'esordio ufficiale?
«Credo molto nel lavoro di Prandelli: il Ct valuta il lavoro sui campi, lavora bene e puntigliosamente, capisce tanto di tattica calcistica e credo davvero che l'Italia potrà fare un ottimo Europeo. C'è poi un fattore di "cabala" (ride, ndr): quando avviene qualche scandalo in Italia, la Nazionale offre grandi prove, vedi Germania 2006. Per quanto concerne i calciatori, Cassano mi sembra stia davvero bene, Giuseppe Rossi ha subito davvero due brutti colpi, una ricaduta che potrebbe essere davvero pesante per il futuro, Balotelli è un fenomeno ma è difficile da gestire, e credo che per questo Cesare ci penserà bene prima di gettarlo nella mischia. Credo comunque che possiamo arrivare in fondo alla competizione».
(Twitter: @GuerraLuca88)