Angolo-amarcord: parla Roberto Scarnecchia
Esclusiva intervista all'ex-idolo del Barletta Calcio
sabato 11 febbraio 2012
Nella "hall of fame" della Barletta biancorossa il cui cuore palpita ogni domenica per una partita di calcio, il romanissimo Roberto Scarnecchia merita un poster di dimensioni cubitali. In tanti lo ricorderanno cavalcare la fascia nella stagione 1986-1987, quella della storica promozione in B, l'ultima del club biancorosso nella seconda serie del calcio professionistico italiano, un obiettivo che il sodalizio di patron Tatò sta cercando di ripetere in questa stagione: ieri artefice di un meraviglioso miracolo calcistico, con il presidente Franco Discosola, il direttore sportivo Enzo Nucifora, i suoi storici compagni Roberto Renzi, Renzo Castagnini, Lello Sciannimanico, Claudio Cocco, Nicola D'Ottavio (con il quale componeva un atomico attacco), Bruno Incarbona, Vincenzo Marino, Vito Petruzzelli, oggi stimato allenatore e commentatore televisivo. Nella sua bacheca dei ricordi, che annovera le platee dell'"Olimpico" di Roma, del "Giuseppe Meazza" di Milano e del "San Paolo di Napoli, dove ha giocato con le maglie di Roma ( 2 coppe Italia in giallorosso), Milan e Napoli, la passione del "Cosimo Puttilli" occupa ancora una posizione di rilievo, come lo stesso Roberto Scarnecchia ha rivelato ai nostri microfoni in una esclusiva intervista dal sapore di amarcord, nella quale memorie del passato e speranze per il futuro ("mi piacerebbe allenare il Barletta") che speriamo possa essere di buon auspicio per la causa del Barletta Calcio:
1) Roberto Scarnecchia, sono passati 24 anni dalla sua ultima apparizione con la maglia del Barletta. Cosa prova ripensando a quei giorni?
" Sono sicuramente bellissimi ricordi; nonostante siano passati 24 anni, sento ancora il mio nome legato al Barletta e nei cuori dei tifosi. Il mio amore per la città e per i colori del Barletta è ancora intatto. E' chiaro che il tempo non cancella le cose positive, e l'avventura di Barletta, con una promozione e una salvezza insperata, è sicuramente nel mio cassetto dei miei migliori ricordi sportivi".
2) Ci ha riportato alla mente ricordi felici. Oggi come 25 anni fa, si punta alla promozione in B. La squadra ha le carte in regola per farcela secondo lei?
"Si, quest'anno ho visto alcune volte il Barletta, so che la società è molto seria, c'è un progetto importante e so che è quinta in classifica. In avvio di stagione so che c'era il mio ex-compagno Renzo Castagnini, con il quale ho giocato nell'anno della promozione in serie B, nei panni di ds, e so che ci sono tanti calciatori di categoria in rosa. So che la squadra ha cambiato allenatore di recente, e dico con sincerità che avrei avuto desiderio, per crescita professionale oltre che per piacere personale, di poter un giorno sedere sulla panchina del Barletta. Devo essere onesto, il non essere nemmeno stato preso in considerazione mi è un pò dispiaciuto: probabilmente la società aveva altre idee, però posso dire che diventare un giorno allenatore del Barletta".
3) Mi ha anticipato la prossima domanda: le piacerebbe quindi un giorno tornare a Barletta nelle vesti di dirigente, allenatore o collaboratore?
" Assolutamente sì. Ora vedremo poi quali saranno le situazioni professionali, ma sostanzialmente sarei entusiasta di tornare a lavorare a Barletta".
4) Ha ancora degli amici qui?
"Sì, ho diversi amici tifosi, con i quali mi vedo e mi sento poco, ma un legame c'è, con alcuni mi sono anche visto a Milano; ci sono contatti, però il mio sarebbe un bel ritorno anche per rivedere qualche amico".
5) Nel Barletta, oggi come un quarto di secolo fa, c'è una forte componente di lazialità anche oggi, ci sono ben 6 romani, oltre all'allenatore Di Costanzo. Può essere di buon auspicio?
"Sicuramente può essere un filo rosso che lega le formazioni, può essere molto positivo. Anche noi avevamo parecchi romani, ed era nato un feeling particolare, spero possa succedere anche quest'anno".
6) C'è un suo alter-ego nel calcio di oggi?
"Nel calcio moderno ci sono pochi esterni "alti" autentici, che ricordino il mio modo di giocare. Se proprio devo indicarne uno, mi viene in mente Lamela della Roma: è mancino come me, ben piazzato fisicamente e ha dei bei piedi. Io giocavo meno centrale di lui, ma bene o male ci siamo".
7) Nella sua carriera troviamo le maglie di Roma, Milan, Napoli e Pisa: come e perché scelse Barletta e la C1 a soli 28 anni?
"E' una storia un pò particolare, si sono unite una serie di circostanze. Dapprima il tira-e-molla tra Milan e Pisa per il mio cartellino, che produsse una situazione nella quale la proprietà del mio cartellino non fu mai chiarita. Così arrivammo a ottobre e decisi di trovare contatti al calciomercato: qui conobbi il presidente del Barletta Franco Di Cosola che mi offrì un contratto con cifre astronomiche. Io avevo già fatto dieci anni di serie A ed ero infastidito dal discorso per il mio cartellino tra Milan e Pisa: questo anche mi spinse ad accettare il biennale offertomi dal Barletta, che aveva piani ambiziosi, e ho conosciuto una città meravigliosa e delle persone davvero splendide".
8) Lei ha smesso di giocare a 32 anni: oggi a quell'età si è nel pieno della maturità. Ci spiega quella scelta? E di cosa si occupa oggi Roberto Scarnecchia fuori dal campo?
"Dopo Barletta ho fatto due anni con la Pro Patria, perchè avevo bisogno di spostarmi vicino Milano: dopo mi sono laureato, poi una serie di circostanze mi hanno portato a smettere. Ho percorso altre strade, ho studiato negli Usa (master in Business Management presso Harvard, ndr) diventando consulente aziendale, ho preso il patentino da allenatore, mi sono completato come uomo e manager sportivo. Come detto, faccio il consulente aziendale, insegno Scienze della Comunicazione presso l'Università "Bocconi" di Milano, e seguo qualche attività imprenditoriale di mia proprietà."
9) Ha anche intrapreso l'attività di allenatore in Lombardia...
"Sì, ho allenato Seregno e Merate, in serie D, e ho accettato esperienze importanti. Ora ho deciso di lavorare solo per realtà importanti, con obiettivi prestigiosi, del resto non ho interesse ad andare in squadre più piccole, preferisco restare vicino a Milano. Se ovviamente arrivasse una chiamata da Barletta o altre realtà importanti mi sposterei ben volentieri: a tal proposito faccio un grande in bocca al lupo al presidente Roberto Tatò, e gli dico che se vuole può affacciarsi anche alla mia finestra (ride, ndr)..."
10) A prescindere da un arrivo in panchina, ha comunque in mente di tornare presto a Barletta?
"Certo. Tornerò in primavera per vedere una partita, e avvertirò tutti gli amici che ho a Barletta e anche la dirigenza: spero di poter conoscere la squadra e salutare la piazza".
11) Siamo arrivati alla fine di questa piacevole intervista. Come vuole salutare città e tifoseria?
" Mando un abbraccio forte a tutti i tifosi e gli amici che ho lasciato a Barletta. Ho tutti nel cuore, e spero che quando tornerò mi permetteranno di fare un giro di campo per salutare tutti i tifosi".
E noi speriamo di vederla qui presto, magari per festeggiare insieme di nuovo qualcosa che inizia con la lettera B....
1) Roberto Scarnecchia, sono passati 24 anni dalla sua ultima apparizione con la maglia del Barletta. Cosa prova ripensando a quei giorni?
" Sono sicuramente bellissimi ricordi; nonostante siano passati 24 anni, sento ancora il mio nome legato al Barletta e nei cuori dei tifosi. Il mio amore per la città e per i colori del Barletta è ancora intatto. E' chiaro che il tempo non cancella le cose positive, e l'avventura di Barletta, con una promozione e una salvezza insperata, è sicuramente nel mio cassetto dei miei migliori ricordi sportivi".
2) Ci ha riportato alla mente ricordi felici. Oggi come 25 anni fa, si punta alla promozione in B. La squadra ha le carte in regola per farcela secondo lei?
"Si, quest'anno ho visto alcune volte il Barletta, so che la società è molto seria, c'è un progetto importante e so che è quinta in classifica. In avvio di stagione so che c'era il mio ex-compagno Renzo Castagnini, con il quale ho giocato nell'anno della promozione in serie B, nei panni di ds, e so che ci sono tanti calciatori di categoria in rosa. So che la squadra ha cambiato allenatore di recente, e dico con sincerità che avrei avuto desiderio, per crescita professionale oltre che per piacere personale, di poter un giorno sedere sulla panchina del Barletta. Devo essere onesto, il non essere nemmeno stato preso in considerazione mi è un pò dispiaciuto: probabilmente la società aveva altre idee, però posso dire che diventare un giorno allenatore del Barletta".
3) Mi ha anticipato la prossima domanda: le piacerebbe quindi un giorno tornare a Barletta nelle vesti di dirigente, allenatore o collaboratore?
" Assolutamente sì. Ora vedremo poi quali saranno le situazioni professionali, ma sostanzialmente sarei entusiasta di tornare a lavorare a Barletta".
4) Ha ancora degli amici qui?
"Sì, ho diversi amici tifosi, con i quali mi vedo e mi sento poco, ma un legame c'è, con alcuni mi sono anche visto a Milano; ci sono contatti, però il mio sarebbe un bel ritorno anche per rivedere qualche amico".
5) Nel Barletta, oggi come un quarto di secolo fa, c'è una forte componente di lazialità anche oggi, ci sono ben 6 romani, oltre all'allenatore Di Costanzo. Può essere di buon auspicio?
"Sicuramente può essere un filo rosso che lega le formazioni, può essere molto positivo. Anche noi avevamo parecchi romani, ed era nato un feeling particolare, spero possa succedere anche quest'anno".
6) C'è un suo alter-ego nel calcio di oggi?
"Nel calcio moderno ci sono pochi esterni "alti" autentici, che ricordino il mio modo di giocare. Se proprio devo indicarne uno, mi viene in mente Lamela della Roma: è mancino come me, ben piazzato fisicamente e ha dei bei piedi. Io giocavo meno centrale di lui, ma bene o male ci siamo".
7) Nella sua carriera troviamo le maglie di Roma, Milan, Napoli e Pisa: come e perché scelse Barletta e la C1 a soli 28 anni?
"E' una storia un pò particolare, si sono unite una serie di circostanze. Dapprima il tira-e-molla tra Milan e Pisa per il mio cartellino, che produsse una situazione nella quale la proprietà del mio cartellino non fu mai chiarita. Così arrivammo a ottobre e decisi di trovare contatti al calciomercato: qui conobbi il presidente del Barletta Franco Di Cosola che mi offrì un contratto con cifre astronomiche. Io avevo già fatto dieci anni di serie A ed ero infastidito dal discorso per il mio cartellino tra Milan e Pisa: questo anche mi spinse ad accettare il biennale offertomi dal Barletta, che aveva piani ambiziosi, e ho conosciuto una città meravigliosa e delle persone davvero splendide".
8) Lei ha smesso di giocare a 32 anni: oggi a quell'età si è nel pieno della maturità. Ci spiega quella scelta? E di cosa si occupa oggi Roberto Scarnecchia fuori dal campo?
"Dopo Barletta ho fatto due anni con la Pro Patria, perchè avevo bisogno di spostarmi vicino Milano: dopo mi sono laureato, poi una serie di circostanze mi hanno portato a smettere. Ho percorso altre strade, ho studiato negli Usa (master in Business Management presso Harvard, ndr) diventando consulente aziendale, ho preso il patentino da allenatore, mi sono completato come uomo e manager sportivo. Come detto, faccio il consulente aziendale, insegno Scienze della Comunicazione presso l'Università "Bocconi" di Milano, e seguo qualche attività imprenditoriale di mia proprietà."
9) Ha anche intrapreso l'attività di allenatore in Lombardia...
"Sì, ho allenato Seregno e Merate, in serie D, e ho accettato esperienze importanti. Ora ho deciso di lavorare solo per realtà importanti, con obiettivi prestigiosi, del resto non ho interesse ad andare in squadre più piccole, preferisco restare vicino a Milano. Se ovviamente arrivasse una chiamata da Barletta o altre realtà importanti mi sposterei ben volentieri: a tal proposito faccio un grande in bocca al lupo al presidente Roberto Tatò, e gli dico che se vuole può affacciarsi anche alla mia finestra (ride, ndr)..."
10) A prescindere da un arrivo in panchina, ha comunque in mente di tornare presto a Barletta?
"Certo. Tornerò in primavera per vedere una partita, e avvertirò tutti gli amici che ho a Barletta e anche la dirigenza: spero di poter conoscere la squadra e salutare la piazza".
11) Siamo arrivati alla fine di questa piacevole intervista. Come vuole salutare città e tifoseria?
" Mando un abbraccio forte a tutti i tifosi e gli amici che ho lasciato a Barletta. Ho tutti nel cuore, e spero che quando tornerò mi permetteranno di fare un giro di campo per salutare tutti i tifosi".
E noi speriamo di vederla qui presto, magari per festeggiare insieme di nuovo qualcosa che inizia con la lettera B....
Roberto Scarnecchia
Paese: Italia
Nato il: 20 giugno 1958
Nato a: Roma
DATI DA CALCIATORE
Ruolo: Centrocampista-attaccante
Carriera Giovanili
1976-1977 Almas Roma
Squadre di club
ANNO SQUADRA PRESENZE RETI
1977-1982 Roma 71 (3)
1982-1983 Napoli 15 (0)
1983-1984 Pisa 13 (1)
1984-1985 Milan 11 (0)
1985-1986 Pisa 0 (0)
1986-1988 Barletta 33 (2)
1988-1990 Pro Patria
ESPERIENZE DA ALLENATORE:
2007 Seregno D
2008 Merate D
Paese: Italia
Nato il: 20 giugno 1958
Nato a: Roma
DATI DA CALCIATORE
Ruolo: Centrocampista-attaccante
Carriera Giovanili
1976-1977 Almas Roma
Squadre di club
ANNO SQUADRA PRESENZE RETI
1977-1982 Roma 71 (3)
1982-1983 Napoli 15 (0)
1983-1984 Pisa 13 (1)
1984-1985 Milan 11 (0)
1985-1986 Pisa 0 (0)
1986-1988 Barletta 33 (2)
1988-1990 Pro Patria
ESPERIENZE DA ALLENATORE:
2007 Seregno D
2008 Merate D