Amarcord biancorosso: Nicolas Jesus Laviano da Rosario

Gol, classe, sudore e “garra” al servizio del Barletta

martedì 30 giugno 2020
A cura di Cosimo Campanella
Rosario 14 giugno 1978: Estadio "Gigante de Arroyito". Trascinata da un Mario Kempes finalmente all'altezza della sua fama, l'Argentina guidata da Luis Cesar Menotti detto "El Flaco", supera per 2-0 la forte Polonia e mette il primo decisivo tassello per la conquista del suo primo, discusso, titolo mondiale. Lo fa in uno stadio e in una città che per il calcio argentino, e non solo, è sentimento puro, un qualcosa di quasi mistico.

Rosario ha dato i natali a Ernesto "Che" Guevara ed è anche uno dei tanti luoghi dove è ambientato il celebre racconto "dagli Appennini alle Ande" di De Amicis. Rosario è la città che ha visto le gesta del più grande tra gli incompiuti del calcio, il semileggendario Tomàs "El Trinche" Carlovich.

Rosario, tornando ai giorni nostri, è la città teatro di una delle rivalità calcistiche più sentite del pianeta, quella tra il Newell's Old Boys e il Rosario Central, nonchè la città natale di Maurito Icardi e soprattutto del marziano per eccellenza del calcio mondiale: Lionèl Messi.

Tornando ai giorni del Mundial '78, tra le tantissime famiglie di chiara origine italiana residenti a Rosario, ce n'è una che alla gioia grande ma pur sempre effimera per il trionfo mondiale dell'Argentina del "Caudillo" Daniel Passarella e compagni, vi aggiunge quella ben più importante dell'arrivo di un figlio che verrà alla luce il 22 Febbraio 1979. A quel bambino, trent'anni più tardi, gli ultras della Nord dello stadio Puttilli di Barletta dedicheranno un coro. Quel bambino, nato a Rosario al tempo dei desaparecidos e delle madri di Plaza de Mayo, si chiama Nicolas Jesus Laviano.

Come tanti ragazzi nati a quelle latitudini, il giovane Nicolas per sfuggire alle gravi restrizioni economiche dell'Argentina della bancarotta e del "corralito" deve scegliere tra la vita grama e pericolosa dei barrìos rosarini e il fùtbol. Fortunatamente per lui e per noi sceglie il fùtbol. Ma per continuare a correre dietro un pallone deve lasciare la sua Argentina per approdare nel 2003 a Genzano, in Lucania - in quella che probabilmente è la terra d'origine dei suoi antenati - per poi accasarsi a Bitonto, dove con altri suoi connazionali come Pignatta e Buttazzoni, negli anni a venire delizierà con le sue giocate la tifoseria nero-verde.
E' vero, il calcio dilettantistico pugliese non era certo lo scenario che sognava Nicolas, un ragazzo cresciuto col mito della "Hinchada de las Canallas" (la tifoseria delle canaglie) dello stadio "Gigante de Arroyito", che nel 1987 spinse il suo amatissimo Rosario Central al suo quarto e sin qui ultimo titolo argentino. Tuttavia Laviano ci mette pochissimo ad adattarsi alla sua nuova realtà, e lo fa a suon di gol e di giocate di gran classe, abbinate a una forza fisica devastante per la categoria.

La Barletta biancorossa, suo malgrado, inizia a conoscere Nicolas Laviano nel dicembre 2006, quando in un Bitonto-Barletta valevole per il campionato di Serie D, l'argentino fa ammattire la difesa barlettana a tal punto che, dopo l'inevitabile sconfitta (1-3), la nuova società capitanata dal presidente Sfrecola vorrebbe portarlo all'ombra di Eraclio già durante la sessione invernale di mercato. Sarà il presidente del Bitonto in persona a bloccare il trasferimento del suo pupillo.
Ma l'arrivo di Nicolas Jesus Laviano a Barletta è solo rimandato e si concretizza nell'estate 2007, quando il presidente Sfrecola allestisce una vera e propria corazzata che ha come dichiarato obiettivo quello di centrare la promozione diretta in Serie C.

L'attacco biancorosso è quanto di meglio possa esserci nella categoria, con l'espertissimo super bomber Gaetano Romano, e con lui: Nicolas Jesus Laviano da Rosario. Un formidabile concentrato di tecnica, potenza e tipica "garra" sudamericana.

Una coppia d'attacco praticamente perfetta, dove Romano è il cecchino infallibile, mentre Laviano è quello che corre, lotta e apre gli spazi, quello che le prende e che soprattutto le dà (molte e, ahinoi spesso decisive, saranno purtroppo le occasioni in cui lascerà Il Barletta in inferiorità numerica) oltre naturalmente ad essere egli stesso un ottimo finalizzatore.

Tante sono le partite in cui Laviano è stato a dir poco decisivo nell'annata 2007/2008: in particolare quella con il Grottaglie, dove sullo 0-2 per gli ospiti prende letteralmente in mano la squadra e con due gol e un assist ribalta i tarantini per un fantastico 4-2 finale; e l'accesissimo derby casalingo contro il Brindisi dove in tandem con Romano fa letteralmente a fette la difesa dei messapici.

E non pochi saranno i gol di pregevolissima fattura coi quali il puntero argentino manderà in visibilio la tifoseria biancorossa: come ad esempio il missile da una trentina di metri con il quale zittì (purtroppo momentaneamente) il "Vito Curlo" di Fasano, e la bruciante accelerazione con la quale fece fuori la difesa del Grottaglie durante il primo turno dei play-off. Già, il Grottaglie. Croce e delizia per Nicolas Laviano. Una partita che l'argentino sente molto, forse a causa della presenza sulla panchina grottagliese di quel mister Del Rosso che poco aveva creduto in lui qualche anno prima a Bitonto. Un avversario al quale rifilerà ben tre gol in stagione, ma contro il quale rimedierà ben due espulsioni, di cui una probabilmente decisiva per le sorti del campionato di Serie D Girone H 2007/2008 che sarà vinto dall'Aversa Normanna.

La stagione 2008/2009 si apre con due grandi novità: il ripescaggio in Serie C/2 (diventata nel frattempo Lega Pro Seconda Divisione) e la partenza di Gaetano Romano con destinazione Aversa Normanna prima e Manfredonia poi.

Ma anche in un Barletta improntato più alla concretezza che a un calcio per palati fini, Laviano saprà essere determinante. Lo sarà dal punto di vista realizzativo con gol ora spettacolari, come lo splendido pallonetto che regalerà il pareggio nel super derby d'andata contro l'Andria BAT, e ora decisivi, come il suo ultimo gol in biancorosso realizzato in pieno recupero in casa della Vigor Lamezia, e che valse praticamente la permanenza nella categoria, ma lo sarà anche inversione uomo-spogliatoio, quando in più di una occasione accetterà l'alternanza nel reparto avanzato coi vari Zotti, Maiella, Alessandrì, Ike, Caracciolese e Omolade.

Al termine di un primo campionato di Seconda Divisione comunque molto positivo, il Barletta decide di rinnovare completamente l'organico e di optare decisamente per la linea verde. Nicola Jesus Laviano, seguendo il suo capitano e amico Savino Daleno, si accaserà al Neapolis Mugnano, per poi concludere la sua carriera tra Serie D ed Eccellenza con le maglie di Sambiase, Monopoli e Terlizzi.

"A Barletta ci tornerei anche a piedi". Così Nicolas Laviano rispondeva qualche anno fa allo sfogo via social di un tifoso che, visto uno dei tanti periodi di vacche magre degli ultimi anni, ne invocava il ritorno in biancorosso.

Conoscendo il modo passionale di concepire il calcio di chi, una volta appese le scarpe al fatidico chiodo, camiseta azul y oro a strisce verticali indosso, passa le sue domeniche tra il frastuono assordante della "hinchada" del suo Rosario Central (ma con un occhio anche al nostro giornale per sapere della sua amatissima ex squadra) quel "a Barletta ci tornerei a piedi" dice davvero tanto.