Allarme rosso Barletta Calcio: resta viva la grana-“Puttilli”

Superato lo scoglio iscrizione, che ne sarà dello stadio?

sabato 30 giugno 2012 10.51
A cura di Enrico Gorgoglione
Gran parte dell'Italia calcistica è concentrata sulle vicissitudini della Nazionale guidata da Cesare Prandelli, ma a Barletta ci sono ben altri argomenti che preoccupano i calciofili e non solo. La "grana Puttilli" continua a tormentare i sogni dei tifosi del Barletta Calcio, ma anche di tutti gli sportivi. Il sodalizio di via Vittorio Veneto ha rischiato seriamente di non iscriversi al campionato di Prima Divisione a causa della grana riguardante la più grande struttura sportiva cittadina. Un paradosso pensare che la prima squadra calcistica della Città, che può vantare una delle dirigenze più sane d'Italia, ha rischiato di non disputare la stagione sportiva 2012/2013 a causa di un vecchio contenzioso tra l'Amministrazione comunale e la dirigenza biancorossa. Il mancato riconoscimento di circa 300.000 euro in spese ordinarie e straordinarie, i ritardi nei lavori di adeguamento della vecchia struttura del "Puttilli" ai regolamenti di Lega – ricordiamo infatti che il Barletta Calcio gode di ben 2 deroghe per disputare le gare interne presso il "Puttilli" -, le problematiche legate alla nuova concessione turbano i sogni non solo dei tifosi, ma anche degli stessi dirigenti biancorossi. Il presidente Tatò, rientrato in carica da qualche giorno dopo circa un mese di "mutismo" e riflessione, ha parlato a chiare lettere in conferenza stampa: qualora non siano chiarite queste divergenze di visioni con l'Amministrazione Comunale, potrebbero essere prese anche decisioni drastiche, e Barletta potrebbe non avere più una squadra di calcio in Prima Divisione. Sarebbe l'ennesimo fallimento, l'ennesimo "colpo al cuore" per una tifoseria che ha vissuto diversi fallimenti, che mal sopporta l'eventualità che una squadra possa sparire per problemi più che altro burocratici. È dunque allarme rosso a Barletta, ed è ancora la grana "Puttilli" a tenere banco. Ma se la dirigenza biancorossa ha mandato il suo "disperato" grido d'aiuto lanciando le sue condizioni per continuare a disputare campionati ad alti livelli – richieste peraltro non illegittime, ma conformi ai rigidi regolamenti federali (ben venga sotto questo punto di vista la mancata promozione in serie B, che avrebbe portato il Barletta Calcio a disputare i match interni a circa 300 km di distanza)-, dall'Amministrazione Comunale le risposte tardano ad arrivare.

Contattati in questi giorni dalla redazione di Barlettalife, alcuni rappresentanti del Comune di Barletta confermano che degli incontri sono stati fatti per cercare di risolvere la situazione, ma non ci sono state evoluzioni significative. Il riconoscimento di tale somme richieste dalla Società Sportiva Barletta Calcio è strettamente legato all'approvazione del bilancio comunale, approvazione che probabilmente tarderà ad arrivare: è infatti impensabile che tale passo venga passo in tempi brevi. I malumori derivanti da tale questioni potrebbero sicuramente incidere sulle decisioni future del patron Tatò, stanco dei silenzi del sindaco Maffei in merito alla questione. E se paragoniamo la situazione di Barletta rispetto a tante altre piazze rinomate, chiunque resterebbe attonito al solo pensiero che un club come quello biancorosso potrebbe scomparire nonostante una florida situazione economica a causa di alcuni screzi con l'amministrazione comunale. La prossima stagione sportiva non vedrà ai nastri di partenza società storiche come la Triestina, il Piacenza, il Pergocrema e anche il Taranto. Sarebbe davvero un peccato rinunciare (ancora una volta) ad una squadra che potrebbe anche puntare a posizioni prestigiose nel panorama "pallonaro" dello stivale italico. Urgono segnali importanti da parte della politica cittadina: al momento lo scoglio-iscrizione è stato superato, ma fino a quando la situazione si manterrà su questo equilibrio instabile?