A.A.A. Certezze Cercansi: il risveglio del Barletta dopo il ko di ieri

L'1-3 contro il Latina tra antichi "vizi" e una preoccupante involuzione

lunedì 8 ottobre 2012 13.32
A cura di Luca Guerra
Una pellicola in costante riavvolgimento?
Al termine dell'1-3 incassato ieri pomeriggio al "Puttilli" dal Latina, risuonava nell'ambiente di tifoseria, critica e appassionati gravitanti intorno al Barletta Calcio una comune sensazione: quella di trovarsi dinanzi a una pellicola a tinte bianche e rosse- oggi sbiadite- alla quale si assiste dall'avvio del torneo. Una squadra capace di grandi slanci in avvio di gara, ma imprecisa quando si tratta di concludere, salvo poi recedere e perdere fiducia nei propri mezzi una volta incassata la rete avversaria, una spiacevole costante (reti al passivo in 7 partite ufficiali su 8 sin qui). Se ci aggiungiamo che alla baldanzosa e spregiudicata sete di attacco che traspariva fino all'avvio del torneo- vedi Catanzaro e Pisa- è subentrata una preoccupante paura di sbagliare e osare, il piatto sulla bilancia appare ben povero. Sulla carta, un mese fa, poteva pensarsi che l'impegno del sesto turno, in programma ieri al "Puttilli" contro il Latina, avrebbe rappresentato il primo di un cammino in discesa. La classifica non confermava le previsioni già alla vigilia, e il campo ha dato conferma del gap esistente tra il Barletta e i pontini.

Prima vittoria, a quando...?
Otto partite ufficiali, ancora il numero 0 alla voce "vittorie". Una pericolosa tendenza, quella messa in mostra dalla squadra, che sembra mollare- sebbene vada riconosciuto il valore degli avversari sin qui affrontati-una volta incassato il colpo, quando serve dare lo scatto decisivo. E' successo ieri, ma già era accaduto ad Avellino, quando non c'era stato l'atteso forcing finale e contro Nocerina e Perugia al "Puttilli", con finali di gara al ribasso. Una questione di condizione fisica, innegabile, ma anche psicologica: urge quanto prima una vittoria, in questo momento più per il morale che per la classifica, certo quest'ultima non aiutata da un calendario davvero ostico in avvio, perchè se "vincere aiuta a vincere"- come si suol dire- è altrettanto vero che ogni passo falso potrebbe pericolosamente "calamitarne" altri. Il bel gioco e l'idea di manovra restano sempre evidenti, forse è tempo di ottenere il primo successo, magari anche sacrificando i "ricami" in nome di un maggiore pragmatismo.

Novelli unico responsabile?
"L'unico responsabile della situazione è il sottoscritto. Non abbiamo alibi da accampare". Queste le parole di mister Raffaele Novelli ieri pomeriggio durante una conferenza stampa nella quale l'allenatore biancorosso è apparso alquanto amareggiato per la situazione della squadra, tenuta poi a rapporto per quasi 30 minuti negli spogliatoi. Una presa di posizione degna di lode, tesa a difendere la squadra, ma che certo impone delle riflessioni. L'allenatore salernitano sta indubbiamente cercando la quadratura del cerchio, perseguendo la via dei cambiamenti continui nell'undici titolare: anche ieri ci sono stati 5 cambiamenti tra la sfida con l'Avellino e quella con il Latina: sono entrati nella formazione di partenza Ferreira, Dezi, Angeletti, Romeo e Dall'Oglio, ai quali hanno fatto posto Carretta, Piccinni, Vacca, Mazzarani e Di Bella. Quasi mezza squadra rivoluzionata, e una confusione imperante in alcuni tratti del match, con l'inevitabile calo di fiducia che un giovane che passa in 7 giorni dal campo alla tribuna (Vacca e Carretta ieri) può subire. Per quanto questa squadra, seppur giovane ed omogenea nelle forze che la compongono, potrà sopportare l'assenza di punti di riferimento?;

Il passato non si dimentica...?
Dopo il ko di ieri tra tifosi, forum, capannelli all'esterno del "Puttilli" ha trovato suonato il campanello d'allarme già scattato nel post-Avellino, questa volta concreto per la prima volta dall'avvio del campionato. Due punti in 6 giornate, considerando l'ostico calendario sin qui affrontato, sono un bottino magro ma non deficitario: due anni fa dopo altrettanti turni, nel primo anno di Prima Divisione, il Barletta aveva un solo punto, e la salvezza arrivò comunque con 180' di anticipo: è anche vero però che il torneo 2010/2011 constava di quattro partite in più, fattore che deve spingere tutte le formazioni del girone B ad accelerare verso i rispettivi obiettivi, e al tempo stesso bisogna per onestà intellettuale ricordare che la vera "scossa" arrivò con i graduali inserimenti di Ischia, Frezza e Galeoto, oltre all'arrivo di Innocenti in gennaio a completare una rosa che già disponeva dei vari Rajcic, Lucioni e Simoncelli. Allora il primo successo arrivò al settimo turno. A Gubbio sarà la giornata numero 7 di campionato, il miracolo si ripeterà?

Condizione fisica al primo posto: pro e contro
Ha fatto molto discutere in Sala Stampa il mancato impiego dal 1' di Andrea La Mantia, in gol anche ieri per il secondo centro in maglia biancorossa: l'attaccante arrivato dal Frosinone, mai titolare e in campo solo per 5 spezzoni di gara in campionato, ha bissato con il centro al Latina quello ben più pesante realizzato il 16 settembre all'"Arena Garibaldi-Romeo Anconetani", che valse il 2-2 contro il Pisa. A precisa domanda, mister Novelli ha spiegato che l'attaccante non ha più di 30-35 minuti nelle gambe e che nella ripresa rende di più perchè gli avversari sono maggiormente stanchi. All'altare della condizione fisica si sacrifica tanto nel credo "novelliano", verrebbe da pensare. Scelte che però, come avviene in questo caso, privano la squadra dell'unico elemento con la carta d'identità da prima punta e diventano pesanti. Ieri sul terreno di gioco si sono visti diversi elementi in campo in condizioni fisiche precarie (complice anche l'epidemia influenzale che ha colpito la metà dell'organico in settimana) e in evidente difficoltà: alcuni, come Dezi, Dall'Oglio e Ferreira, sono stati rimpiazzati a partita in corso, altri- come Molina- sono invece rimasti in campo 90'. Chissà se da Gubbio in poi l'allenatore biancorosso rivedrà il principio, dando fiducia a priori ad alcuni uomini nella "spina dorsale" della squadra a prescindere dalle condizioni fisiche denotate in settimana..;

Da Tatò a Pavone: serve la voce della dirigenza
A far da contraltare a mister Novelli, sempre presente davanti ai microfoni e in conferenza stampa, si contrappone la mancanza di dichiarazioni post-partita da parte del ds Pavone e del presidente Roberto Tatò, richieste a gran voce anche da alcuni tifosi all'esterno dello stadio al termine di Barletta-Latina. Il patron biancorosso ieri ha abbandonato la tribuna dopo il 2-0 messo a segno da Tortolano nel finale di primo tempo, e diversi riferiscono di averlo visto seguire il resto della partita dalla parte interdetta alla vendita dei biglietti in gradinata. Uno stratagemma per seguire con maggior tranquillità la ripresa ed evitare tensioni che solitamente si accumulano durante i 90' di gara in tribuna. La piazza di Barletta ha capito e accettato l'annata difficile che attende la squadra, ma resta una sensazione: è tempo che anche il resto della "triade" che ha costruito la rosa con Novelli faccia chiarezza sul momento che il Barletta attraversa, regalando un segnale di distensione verso la piazza e ulteriori certezze alla giovane rosa.

Tifoseria all'eco dello "stiamo uniti"
I tempi delle sonore contestazioni a cui abbiamo assistito lo scorso anno, quando le attese verso la rosa erano enormi, sono fortunatamente e-soprattutto-giustamente lontani. Anche ieri la curva, o meglio i presenti che la colmavano (visti i larghi vuoti osservabili) non ha fatto mancare il proprio sostegno alla squadra, vivendo in maniera umorale il match, abbattendosi sullo 0-3 e riprendendo fiato dopo il centro di La Mantia. E' naturale che non possano fioccare applausi o che a qualcuno possa scappare qualche legittimo fischio, ma sembra che la maturazione della tifoseria barlettana compia domenica dopo domenica ulteriori passi in avanti. Oggi come oggi vale più che mai lo "stiamo uniti" di Morandiana memoria in quel di Sanremo: la squadra ha bisogno di sostegno, pungolii, anche qualche fischio, ma non dell'"assordante silenzio" che si è notato al fischio finale in tribuna, sintomo di tratti d'indifferenza che feriscono- nel calcio come nella vita- più dell'odio. Il pubblico barlettano lo sa, in 12 è più facile uscire da questa complessa situazione che in 11...;
(Twitter: @GuerraLuca88)