Vuole anche me! Intervista al candidato sindaco Ruggiero Dibenedetto

«Sono un eclettico, un passionale». Richiamo al personaggio Rocky interpretato da Sylvester Stallone

mercoledì 30 marzo 2011
A cura di Michele Sarcinelli
Barlettalife dedica ancora una volta il suo ideale spazio politico per le amministrrative di maggio. Ci raggiunge in redazione il candidato Ruggiero Dibenedetto.

Iniziamo. Vuole che nel corso dell'intervista La consideri più artista della fotografia o politico?

«Eclettico. Un passionale di ciò che ama, amo la politica, amo il mio mestiere, amo l'arte e tutto ciò che mi appassiona, attribuisco a queste attività lo stesso valore, come la politica che mi ha appassionato da 20 anni a questa parte, non riesco a farne a meno».

In ogni caso Lei nella originale campagna elettorale si richiama molto all'America. La canzone da Lei utilizzata domenica risale all'82 è dei Survivor e si chiama "Eye of tiger", la gestuologia sempre da Lei usata alla convention si richiama allo zio Sam di "Apollo", personaggio del film Rocky IV. Ancora mi rifaccio al suo indice che indica il pubblico e significa " voglio te" come fa lo zio Sam nel film richiamato. Manca solo la famosa frase " Ti spiezzo in due". In tal caso chi vorrebbe recidere, il centrodestra o il centrosinistra?
«Hai azzeccato tutto relativamente a ciò che cinematograficamente è rappresentato, ossia Rocky. E' vero che comincia con "Ti spiezzo in due" ma finisce dicendo che se io ci credo come ci credete voi, la città può cambiare. Ho rappresentato la campagna elettorale con slogan e proposte che arricchiscono il percorso della città, non a demolire. Demolire non è nel mio spirito, spero che ci sarà lealtà da entrambe le parti politiche perché si possa fare una campagna elettorale con spirito costruttivo, perché la politica deve unire, non demolire».

Quindi la Sua non è da considerarsi una candidatura goliardica bensì reale. Con gli altri concorrenti sindaci ha instaurato una possibile convivenza?

«E' necessario sottolineare che sono un soggetto egocentrico, e spero che questo non sia un male, mi piace la rappresentazione della mia persona. Il mio rapporto con tutti i colleghi candidati è assolutamente buono. Spero che così come io sto affrontando la mia campagna elettorale con serenità e senza alcuna voglia di rivendicazione verso i miei avversari, auspico che così avvenga dalle altre parti. Sono convinto di essere un osso duro per gli altri, ma la democrazia fa parte della libertà di decisione. Spetterà ai cittadini decidere o meno se sarò io il Sindaco di questa città».

Nel Suo programma in risalto c'è la religione, la famiglia e la scuola. Vuole togliere la prerogativa a partiti che si rifanno alla democrazia cristiana?

«Io ho un'idea: innanzitutto bisogna essere cattolici, credere, amare e se questo rientra nella famosa passione e se questo è veramente sentito e non solo un pannello elettorale, così sia, direbbe qualcuno. Credo fortemente nella famiglia e credo nel rilancio attraverso la Chiesa, le istituzioni, la religione, del nostro futuro attraverso i nostri figli. Ciò si ha con l'amore verso la famiglia, verso nostro Signore e il rispetto verso la legalità delle istituzioni».

Legalità è proprio uno dei suoi severi punti programmatici. Lei con buona intelligenza tenta di esorcizzare la vicenda compravendita di voti filmata e comprovata dalle Iene. Innegabile che la vicenda pesa su di Lei come un macigno illegale. Ma ci dice il nominativo per cui raccoglieva voti e il nominativo che l'ha denunciata?
«Il Consigliere regionale che ha creato tutto questo verrà alla luce del sole subito dopo la chiusura degli adempimenti della Magistratura. Per quanto riguarda il sostenitore, credo che tutti sappiano che si tratta del nominativo sostenuto dalla lista Ventola che risponde al nome di Felice Lovino. Aggiungo però un particolare chiarimento relativamente a quella fase di un progetto politico che l'attuale Presidente della provincia Francesco Ventola non ha rispettato: abbiamo costruito qualcosa di molto importante nella nostra città e lui ha saputo tradire tutte le aspettative dei cittadini barlettani, una delle tante si riconosce nella sede legale della Sesta Provincia, fatto gravissimo per ciò che era il punto di partenza del nostro progetto politico. Relativamente alla compravendita tutto è stato fatto assolutamente nella legalità coinvolgendo veri rappresentanti di lista depositati con carta d'identità e scheda elettorale presso l'ufficio elettorale, ripagati con le quote che il partito aveva messo a disposizione. A oggi Mediaset con tutto il palinsesto è stata denunciata e querelata e non è stata ancora in grado di fornirci il Master del filmato in originale, adducendo che il filmato loro lo hanno mandato in onda esattamente così com'era stato montato. Questa è assolutamente una falsità».

Da 1 a 10 che voto darebbe all'amministrazione Maffei?
«Io credo che ogni buon amministratore deve impegnarsi a fare tutto ciò che può per una città difficile come la nostra. Non sono io che devo giudicare l'operato dell'amministrazione, in quanto candidato sindaco, ma sono i cittadini che devono farlo e valutare se continuare a dar fiducia a lui o investire sulla mia persona».

Altro punto del Suo programma è fare politica a costo zero. Cosa significa politica a costo zero? Non crede sarebbe una preclusione alla partecipazione democratica? Come farebbe un indigente o un lavoratore che vuol fare politica costretto ad assentarsi per lunghi periodi a non percepire altra retribuzione?
«Quando si dimentica la storia, diventa un'opportunità per tutti. Un tempo i nostri parlamentari andavano a Roma pagandosi addirittura il biglietto: io ho un mio lavoro e come me il 90% dei sindaci che hanno affrontato questo percorso, erano professionisti. Non vedo perché sottrarre soldi a un amministrazione che ne ha bisogno quando dal mio punto di vista l'impegno nella politica è volontariato. A nessuno è imposto. Se si vuol fare politica, non bisogna per forza avere dei ruoli, ma se ci si prende questo impegno io credo che si debba dedicare il giusto tempo, dare i giusti indirizzi, svolgere un ruolo di forte controllo sulla macchina burocratica e far lavorare i 700 e oltre dipendenti tra Comune e società collegate».

Mi consente di chiamarla Zio Sam e chiedere al nostro fotografo di immortalarci mentre Lei indicandomi con l'indice dice 'VOGLIO TE'?
Certo.
Intervista a Ruggiero Dibenedetto © Mario Sculco
Intervista a Ruggiero Dibenedetto © Mario Sculco
Intervista a Ruggiero Dibenedetto © Mario Sculco
Intervista a Ruggiero Dibenedetto © Mario Sculco
Intervista a Ruggiero Dibenedetto © Mario Sculco
Intervista a Ruggiero Dibenedetto © Mario Sculco
Intervista a Ruggiero Dibenedetto © Mario Sculco
Intervista a Ruggiero Dibenedetto © Mario Sculco
Intervista a Ruggiero Dibenedetto © Mario Sculco
Intervista a Ruggiero Dibenedetto © Mario Sculco