«Vogliamo essere noi a contare», protesta degli studenti
Rete Studenti Medi organizza oggi una manifestazione. Partenza alle ore 9:00 dal Liceo Scientifico "Cafiero"
sabato 15 ottobre 2011
La recente manovra finanziaria del governo ha acceso nel panorama del nostro paese un grande dibattito su quelli che sono stati i temi e le conseguenze della stessa manovra. In un periodo di crisi economica come quello che da alcuni anni stiamo vivendo, nonostante tutti i tracolli finanziari avvenuti finora, si continua a rimanere nell'ottica che per arginare la crisi bisogna tagliare su tutti i settori. Viviamo in un paese in cui la disoccupazione giovanile cresce costantemente, fino a raggiungere il picco del 29%, nonostante questo nella manovra finanziaria approvata dal governo non c'è traccia di investimenti su scuola, università e occupazione giovanile, ma si continuano a mantenere intatti gli interessi dei soliti privilegiati adiscapito del nostro futuro. La crisi è ormai diventata il pretesto più forte del governo per continuare la sua politica scellerata di annichilimento dei diritti, ovviamente delle categorie più deboli. Si cerca di dividerela popolazione, trascinandola in una "guerra tra poveri", in cui ogni vittima di questo smantellamento dei diritti, non può che prendersela con chi si trova in condizioni ancora più disagiate.
La politica del "divide et impera" sta cercando di mettere contro le categorie più deboli come gli studenti, i precari, i dipendenti pubblici, gli operai, i pensionati, gli immigrati, le donne; ma da un po' di tempo a questa parte, ci si è resi conto che in casi come questi, bisognafare fronte comune contro questo empio sistema di fare politica. Il 15 ottobre rappresenta una data importante a livello nazionale ed europeo in quanto gli indignados italiani, insieme a tutta una grande serie di soggetti ed attivisti sociali, scenderannoin piazza per chiedere una democrazia reale, istanza quanto più necessaria oggi in Italia, amaggior ragione dopo gli esiti dei comitati referendari e della vittoria del referendum popolaredel 12 e 13 Giugno; in modo da ripartire da quelle che sono le basi ed i diritti sanciti nella nostra Costituzione.Il 15 Ottobre le studentesse e gli studenti barlettani manifesteranno il loro dissenso nei confrontidi questa inutile politica di austerity, promossa dal governo italiano, per le vie della propria città, portando quelle che sono le istanze che loro stessi, coloro che meglio rappresentano il futuro della città e del nostro stato, promuovono. I tagli del ministro Gelmini hanno distrutto la scuola pubblica italiana, sottraendo ad essa ben 8 miliardi di euro, rendendo questa inefficiente ed affossando completamente oltre che il sistema scolastico, anche il diritto allo studio. Pensiamo a indirizzi specifici che per via dei tagli non possono sfruttare i laboratori, pensiamo a edifici scolastici che non sono a norma, pensiamo a programmi obsoleti e ormai vecchi. E adesso, stanchi di pensare soltanto, vogliamo essere noi a contare e a gridare a gran voce qual è la scuola che vogliamo.
La politica del "divide et impera" sta cercando di mettere contro le categorie più deboli come gli studenti, i precari, i dipendenti pubblici, gli operai, i pensionati, gli immigrati, le donne; ma da un po' di tempo a questa parte, ci si è resi conto che in casi come questi, bisognafare fronte comune contro questo empio sistema di fare politica. Il 15 ottobre rappresenta una data importante a livello nazionale ed europeo in quanto gli indignados italiani, insieme a tutta una grande serie di soggetti ed attivisti sociali, scenderannoin piazza per chiedere una democrazia reale, istanza quanto più necessaria oggi in Italia, amaggior ragione dopo gli esiti dei comitati referendari e della vittoria del referendum popolaredel 12 e 13 Giugno; in modo da ripartire da quelle che sono le basi ed i diritti sanciti nella nostra Costituzione.Il 15 Ottobre le studentesse e gli studenti barlettani manifesteranno il loro dissenso nei confrontidi questa inutile politica di austerity, promossa dal governo italiano, per le vie della propria città, portando quelle che sono le istanze che loro stessi, coloro che meglio rappresentano il futuro della città e del nostro stato, promuovono. I tagli del ministro Gelmini hanno distrutto la scuola pubblica italiana, sottraendo ad essa ben 8 miliardi di euro, rendendo questa inefficiente ed affossando completamente oltre che il sistema scolastico, anche il diritto allo studio. Pensiamo a indirizzi specifici che per via dei tagli non possono sfruttare i laboratori, pensiamo a edifici scolastici che non sono a norma, pensiamo a programmi obsoleti e ormai vecchi. E adesso, stanchi di pensare soltanto, vogliamo essere noi a contare e a gridare a gran voce qual è la scuola che vogliamo.