“Voce del verbo amare… uscire dalla violenza si può”
Un convegno in sala rossa per dire stop alla violenza. Donne che lottano per la propria vita e per i propri diritti
martedì 20 novembre 2012
Si è tenuta venerdì, presso la Sala Rossa del Castello, la conferenza contro la violenza sulle donne, organizzata dall'osservatorio "Giulia e Rossella". Fenomeno spesso sottovalutato, sia dalle istituzioni che dalla stessa opinione pubblica, resta comunque, anche al giorno d'oggi, molto diffuso a livello nazionale, soprattutto si caratterizza come una realtà trasversale, che non conosce limiti d'età e di ceto sociale. Importantissime le numerose iniziative, attuate dal barlettano Centro Antiviolenza Onlus "Giulia e Rossella", volte a contrastare e prevenire questa triste realtà sociale, tramite una tenace propaganda che faccia comprendere alle donne l'esistenza della possibilità di reagire, piuttosto che sopportare e tacere.
L'associazione on line D.i.R.E., che riunisce i Centri antiviolenza e le Case Rifugio nazionali, si propone come scopo quello di mobilitare gli enti statali ai fini di efficaci interventi e progetti di sensibilizzazione, raccoglie dati statistici a dir poco sconcertanti: nel 2011 più di 13.000 donne sono state accolte nei centri; ogni tre giorni una donna viene uccisa dal partner o dal suo ex; circa il 35% delle vittime non denuncia i maltrattamenti subiti. Spesso e volentieri questi fenomeni hanno radici profonde che pongono le proprie basi nell'ambito di una società retrograda e maschilista, fondamentale quindi operare un rinnovamento culturale, che coinvolga parimenti uomini e donne, inoltre come sostenuto durante il convegno dal Dott. Cannito, responsabile del Pronto Soccorso all'ospedale Dimiccoli di Barletta: «E' importante formare il personale sanitario e le Forze dell'Ordine affinchè si sappia come comportarsi ed approcciarsi ad una donna che subisce violenza».
In concomitanza al convegno, si è tenuta una mostra dei pregevoli manufatti artigianali realizzati dalle corsiste del progetto, "Impara l'arte e non metterti da parte" a riprova che l'arte, spesso e volentieri, trae la propria ispirazione proprio da fenomeni così drammatici. Durante la conferenza, non sono mancati momenti altamente artistici, in cui i versi della poetessa Teodora Mastrototaro hanno esaltato l'importanza della figura femminile a livello sociale, è stato inoltre messo in scena uno squarcio de "L'amore rubato" di Dacia Maraini, da cui è emerso come spesso le donne tendano a negare anche l'evidenza dei fatti proteggendo e fidandosi di chi gli sta rubando la vita e la felicità.
L'associazione on line D.i.R.E., che riunisce i Centri antiviolenza e le Case Rifugio nazionali, si propone come scopo quello di mobilitare gli enti statali ai fini di efficaci interventi e progetti di sensibilizzazione, raccoglie dati statistici a dir poco sconcertanti: nel 2011 più di 13.000 donne sono state accolte nei centri; ogni tre giorni una donna viene uccisa dal partner o dal suo ex; circa il 35% delle vittime non denuncia i maltrattamenti subiti. Spesso e volentieri questi fenomeni hanno radici profonde che pongono le proprie basi nell'ambito di una società retrograda e maschilista, fondamentale quindi operare un rinnovamento culturale, che coinvolga parimenti uomini e donne, inoltre come sostenuto durante il convegno dal Dott. Cannito, responsabile del Pronto Soccorso all'ospedale Dimiccoli di Barletta: «E' importante formare il personale sanitario e le Forze dell'Ordine affinchè si sappia come comportarsi ed approcciarsi ad una donna che subisce violenza».
In concomitanza al convegno, si è tenuta una mostra dei pregevoli manufatti artigianali realizzati dalle corsiste del progetto, "Impara l'arte e non metterti da parte" a riprova che l'arte, spesso e volentieri, trae la propria ispirazione proprio da fenomeni così drammatici. Durante la conferenza, non sono mancati momenti altamente artistici, in cui i versi della poetessa Teodora Mastrototaro hanno esaltato l'importanza della figura femminile a livello sociale, è stato inoltre messo in scena uno squarcio de "L'amore rubato" di Dacia Maraini, da cui è emerso come spesso le donne tendano a negare anche l'evidenza dei fatti proteggendo e fidandosi di chi gli sta rubando la vita e la felicità.