Vita da nomadi al campo rom di Barletta

Fra integrazione e sicurezza alla ricerca di nuove soluzioni. La cronaca nazionale sollecita riflessioni sull'annosa questione

mercoledì 16 febbraio 2011
A cura di Ida Vinella
Argomento di viva attualità è la problematica dell'immigrazione nel nostro paese: dopo la tragedia dei bimbi rom vittime di un incendio a Roma e lo sbarco di centinaia di tunisini sulle coste di Lampedusa, i riflettori della cronaca locale si accendono sul campo rom di Barletta.

Questa mattina i giornalisti della Rai hanno approfondito la questione nello spazio "Buongiorno Regione", recandosi sul posto e intervistando i nomadi che ormai da anni risiedono nel campo improvvisato di via Barberini: «Sono più barlettani loro di tanti altri cittadini».

Nell'intervento televisivo del sindaco Nicola Maffei sono state proposte varie possibilità di soluzione, quali ad esempio l'acquisto di prefabbricati già arredati (che però verrebbero a costare oltre i 1000 euro al metro quadro), dal momento che l'area occupata abusivamente dalle famiglie rom sarebbe in realtà destinato ad aree di verde pubblico.

Sull'argomento è intervenuto anche il consigliere regionale del Partito Democratico Ruggiero Mennea che ha fatto visita al campo rom per verificare le condizioni di vita dei nomadi che lì vi risiedono stabilmente. «Vivono in condizioni inaccettabili - sottolinea Mennea - e noi amministratori pubblici abbiamo il dovere di occuparcene. Mi adopererò subito per migliorare la qualità della vita delle tre famiglie che vivono nel campo di Barberini, complessivamente una ventina di persone, fra cui alcuni bambini».

«Solleciterò l'amministrazione all'approvazione di un progetto, che so essere già nei cassetti dell'ufficio tecnico del Comune, per la realizzazione di un campo attrezzato in altra zona della città. Contestualmente occorre attivare delle politiche sociali per una maggiore integrazione di questa gente, che promette di vivere rispettando quelle che sono le regole della nostra comunità».