Violenza al "Dimiccoli", interviene l'Ipasvi Bat
«Vigilanza armata nei servizi di pronto soccorso per tutte le 24 ore»
mercoledì 10 agosto 2016
Ennesimo episodio di violenza nei pronto soccorso italiani, questa volta a farne le spese sono gli infermieri del nosocomio di Barletta. Forte l'appello del collegio Ipasvi di Bat, che scrive una lettera aperta al Direttore Generale Asl Bat il Dott. Ottavio Narracci, al Prefetto della provincia Bat la Dott.ssa Clara Minerva e alla Questura di Barletta, addirittura riferendo di due episodi nel giro di pochissimi giorni, sempre all'interno del "Dimiccoli".
«Il primo grave episodio accaduto il 3 agosto nel pronto soccorso, ha colpito una infermiera presso il servizio di triage dell'ospedale barlettano, presa "a pugni e schiaffi" per aver cercato di capire quale fosse il problema di salute dell'utente, riportando lesioni guaribili in tre giorni. Il secondo episodio - continua la lettera del Consiglio Direttivo Ipasvi Bat - ha coinvolto questa mattina un medico e due infermieri, l'aggressore, un eroinomane alcolista, è stato subito arrestato dalle forze dell'ordine».
«Agli operatori sanitari coinvolti nei due episodi, tutto il consiglio direttivo Ipasvi esprime piena solidarietà, consapevoli del grave atto che compromette la loro serenità lavorativa, ma anche quella di tutto lo staff del pronto soccorso già duramente provato dall'episodio di violenza dello scorso gennaio. Pur apprezzando le diverse iniziative messe in atto negli ultimi mesi dalla direzione strategica della Asl Bat all'interno di alcune realtà operative di "periferia" a sostegno della sicurezza degli operatori, come il "campanello di chiamata d'emergenza" collegato direttamente con la vigilanza armata presso i "Servizi per le dipendenze patologiche" e dei "Centro di Salute Mentale", la presenza della vigilanza armata in realtà distrettuali come l'ex ospedale di Barletta e l'ospedaletto di Trani, questo collegio si appella ai destinatari in epigrafe, chiedendo di intervenire con immediatezza per garantire nella maniera più efficace possibile la sicurezza dei servizi, l'incolumità degli operatori e quella degli assistiti, ritenendo doveroso istituire la videosorveglianza ed estendere il servizio di vigilanza armata nei servizi di pronto soccorso sulle 24 ore così come già avviene nel presidio ospedaliero di Andria o in alternativa, istituire un presidio di forze dell'ordine. Gli operatori sanitari con grande spirito di abnegazione consapevoli delle difficoltà operative a cui sono sottoposti facendosi carico delle inefficienze organizzative e delle carenze strutturali dei servizi in cui operano, non sono più disposti ad ulteriori sacrifici».
«Il primo grave episodio accaduto il 3 agosto nel pronto soccorso, ha colpito una infermiera presso il servizio di triage dell'ospedale barlettano, presa "a pugni e schiaffi" per aver cercato di capire quale fosse il problema di salute dell'utente, riportando lesioni guaribili in tre giorni. Il secondo episodio - continua la lettera del Consiglio Direttivo Ipasvi Bat - ha coinvolto questa mattina un medico e due infermieri, l'aggressore, un eroinomane alcolista, è stato subito arrestato dalle forze dell'ordine».
«Agli operatori sanitari coinvolti nei due episodi, tutto il consiglio direttivo Ipasvi esprime piena solidarietà, consapevoli del grave atto che compromette la loro serenità lavorativa, ma anche quella di tutto lo staff del pronto soccorso già duramente provato dall'episodio di violenza dello scorso gennaio. Pur apprezzando le diverse iniziative messe in atto negli ultimi mesi dalla direzione strategica della Asl Bat all'interno di alcune realtà operative di "periferia" a sostegno della sicurezza degli operatori, come il "campanello di chiamata d'emergenza" collegato direttamente con la vigilanza armata presso i "Servizi per le dipendenze patologiche" e dei "Centro di Salute Mentale", la presenza della vigilanza armata in realtà distrettuali come l'ex ospedale di Barletta e l'ospedaletto di Trani, questo collegio si appella ai destinatari in epigrafe, chiedendo di intervenire con immediatezza per garantire nella maniera più efficace possibile la sicurezza dei servizi, l'incolumità degli operatori e quella degli assistiti, ritenendo doveroso istituire la videosorveglianza ed estendere il servizio di vigilanza armata nei servizi di pronto soccorso sulle 24 ore così come già avviene nel presidio ospedaliero di Andria o in alternativa, istituire un presidio di forze dell'ordine. Gli operatori sanitari con grande spirito di abnegazione consapevoli delle difficoltà operative a cui sono sottoposti facendosi carico delle inefficienze organizzative e delle carenze strutturali dei servizi in cui operano, non sono più disposti ad ulteriori sacrifici».