Vingi Shoes, la replica dell'azienda ai lavoratori
In corso un sit-in di protesta davanti alla sede di via dell'Euro
mercoledì 9 ottobre 2024
13.40
Riceviamo e pubblichiamo la replica dell'azienda calzaturiera Vingi Shoes a quanto dichiarato dai lavoratori nel corso del sit-in dell'8 ottobre. La nota è a firma degli avvocati Gianluca Francavilla e Gennaro Cefola.
La Vingi Shoes Srl contesta fermamente quanto dichiarato in data 08.10.2024, a mezzo stampa e video, dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali, perché lesivo della immagine pluriennale dell'azienda anche e soprattutto alla luce del diniego operato dai lavoratori tutti e dalle organizzazioni sindacali in riferimento alla richiesta di incontro formalizzata dalla nostra assistita in data 07.10.2024 al fine di scongiurare lo stato di agitazione sindacale ed addivenire ad una soluzione condivisa che tenga conto degli interessi di tutte le parti in campo.
Come ben noto a tutti i lavoratori, la società negli ultimi anni ha attraversato un periodo di forte crisi economica a causa della drastica riduzione delle commesse e conseguente crollo del fatturato; ciò nonostante mai si è contemplata l'ipotesi di licenziamenti, corrispondendo, invero, puntualmente i salari a tutti i dipendenti, cercando di ridurre al minimo l'utilizzo degli ammortizzatori sociali. La grave e perdurante crisi economica ha costretto l'azienda ad operare scelte imprenditoriali molto sofferte, privilegiando il pagamento dei fornitori di materie prime, scelte che sono state dettate unicamente per la salvaguardia e continuità dell'attività produttiva volta a garantire ai lavoratori il pagamento degli stipendi, come un buon padre di famiglia.
Corre obbligo evidenziare che, contrariamente a quanto dichiarato, ad ogni dipendente che ha cessato il proprio rapporto lavorativo, il sig. GRIMALDI Gioacchino, nonostante il periodo di difficoltà economica, ha sempre corrisposto il t.f.r. e le spettanze finali.
Proprio in quest'ottica, ogni operazione messa in atto dalla azienda è stata comunicata ai lavoratori ed alle rispettive organizzazioni sindacali, con le quali vi è sempre stato dialogo e confronto, in un clima di massima trasparenza e partecipazione alle decisioni di politica aziendale.
I lavoratori e le rispettive organizzazioni sindacali ben sapevano che vi era l'intenzione, o meglio, necessità, di procedere alla vendita del capannone di Via dell'Euro in Barletta, ove è collocata la sede aziendale, così come erano stati messi a conoscenza che ci sarebbe stato un trasferimento nei prossimi mesi presso altra sede, unitamente a tutti i macchinari di cui è proprietaria, al fine di procedere ad un risanamento aziendale che potesse rilanciare la società sul mercato.
Tanto è confermato dalla circostanza per cui alcun macchinario è stato messo in vendita o peggio ancora venduto. Tale operazione si è resa necessaria e non deve essere letta, invece, come volontà di arrecare un pregiudizio nei confronti dei dipendenti. Vi è stato, invero, e spiace comunicarlo, un increscioso episodio che si è verificato, prima della proclamazione dello sciopero in corso, in data 01.10.2024, giorno in cui tutti i dipendenti della Vingi Shoes srl non si sono presentati al lavoro senza avvisare tempestivamente l'azienda, così come previsto dal CCNL di categoria, ed inviando solo successivamente i rispettivi certificati medici attestanti l'assenza per malattia, causando tutt'ora un blocco dell'attività produttiva ed un grave danno alla Vingi Shoes srl, che proprio in questi giorni avrebbe dovuto effettuare delle consegne di calzature ai propri clienti, per un valore complessivo di circa Euro 800.000,00, circostanza assolutamente
ben nota a tutte le parti. Questa è la verità! L'azienda invita ancora una volta i propri lavoratori e le proprie lavoratrici unitamente alle proprie rappresentanze sindacali ad un dialogo.
La Vingi Shoes Srl contesta fermamente quanto dichiarato in data 08.10.2024, a mezzo stampa e video, dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali, perché lesivo della immagine pluriennale dell'azienda anche e soprattutto alla luce del diniego operato dai lavoratori tutti e dalle organizzazioni sindacali in riferimento alla richiesta di incontro formalizzata dalla nostra assistita in data 07.10.2024 al fine di scongiurare lo stato di agitazione sindacale ed addivenire ad una soluzione condivisa che tenga conto degli interessi di tutte le parti in campo.
Come ben noto a tutti i lavoratori, la società negli ultimi anni ha attraversato un periodo di forte crisi economica a causa della drastica riduzione delle commesse e conseguente crollo del fatturato; ciò nonostante mai si è contemplata l'ipotesi di licenziamenti, corrispondendo, invero, puntualmente i salari a tutti i dipendenti, cercando di ridurre al minimo l'utilizzo degli ammortizzatori sociali. La grave e perdurante crisi economica ha costretto l'azienda ad operare scelte imprenditoriali molto sofferte, privilegiando il pagamento dei fornitori di materie prime, scelte che sono state dettate unicamente per la salvaguardia e continuità dell'attività produttiva volta a garantire ai lavoratori il pagamento degli stipendi, come un buon padre di famiglia.
Corre obbligo evidenziare che, contrariamente a quanto dichiarato, ad ogni dipendente che ha cessato il proprio rapporto lavorativo, il sig. GRIMALDI Gioacchino, nonostante il periodo di difficoltà economica, ha sempre corrisposto il t.f.r. e le spettanze finali.
Proprio in quest'ottica, ogni operazione messa in atto dalla azienda è stata comunicata ai lavoratori ed alle rispettive organizzazioni sindacali, con le quali vi è sempre stato dialogo e confronto, in un clima di massima trasparenza e partecipazione alle decisioni di politica aziendale.
I lavoratori e le rispettive organizzazioni sindacali ben sapevano che vi era l'intenzione, o meglio, necessità, di procedere alla vendita del capannone di Via dell'Euro in Barletta, ove è collocata la sede aziendale, così come erano stati messi a conoscenza che ci sarebbe stato un trasferimento nei prossimi mesi presso altra sede, unitamente a tutti i macchinari di cui è proprietaria, al fine di procedere ad un risanamento aziendale che potesse rilanciare la società sul mercato.
Tanto è confermato dalla circostanza per cui alcun macchinario è stato messo in vendita o peggio ancora venduto. Tale operazione si è resa necessaria e non deve essere letta, invece, come volontà di arrecare un pregiudizio nei confronti dei dipendenti. Vi è stato, invero, e spiace comunicarlo, un increscioso episodio che si è verificato, prima della proclamazione dello sciopero in corso, in data 01.10.2024, giorno in cui tutti i dipendenti della Vingi Shoes srl non si sono presentati al lavoro senza avvisare tempestivamente l'azienda, così come previsto dal CCNL di categoria, ed inviando solo successivamente i rispettivi certificati medici attestanti l'assenza per malattia, causando tutt'ora un blocco dell'attività produttiva ed un grave danno alla Vingi Shoes srl, che proprio in questi giorni avrebbe dovuto effettuare delle consegne di calzature ai propri clienti, per un valore complessivo di circa Euro 800.000,00, circostanza assolutamente
ben nota a tutte le parti. Questa è la verità! L'azienda invita ancora una volta i propri lavoratori e le proprie lavoratrici unitamente alle proprie rappresentanze sindacali ad un dialogo.