Vingi Shoes di Barletta, prosegue sciopero e sit-in davanti ai cancelli dell’azienda

Filctem e Femca replicano ai legali della società: “Mai comunicata vendita capannone e trasferimento”

lunedì 14 ottobre 2024 13.58
Si va avanti con lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della Vingi Shoes s.r.l. di Barletta, così come prosegue il sit-in davanti alla sede dell'azienda, in via dell'Euro, sussistendo ancora tutte le ragioni alla base della vertenza, con la mobilitazione partita il 7 ottobre scorso e che ora è stata prorogata fino al prossimo 18 ottobre. Lo comunicano Pietro Fiorella, segretario generale della Filctem Cgil Bat-Foggia e Giuseppe Anaclerio, della Femca Cisl Bari-Bat.

Inoltre i rappresentanti dei due sindacati smontano una ad una tutte le argomentazioni "totalmente fantasiose", diffuse a mezzo stampa dai legali della Vingi Shoes s.r.l., gli avvocati Gianluca Francavilla e Gennaro Cefola, che in una nota hanno "cercato di descrivere maldestramente una realtà surreale, per giustificare una pianificazione aziendale con esiti imprevisti e forse inaspettati. Precisiamo, infatti, che non è assolutamente vero che le organizzazioni sindacali abbiano ricevuto richieste di incontro formali in data 07.10.2024, o che la R.S.A. e i lavoratori siano stati informati in ordine al piano di 'risanamento aziendale'. Diffidiamo chiunque in futuro a raccontare fatti irreali che, comunque, ormai sono stati portati all'attenzione degli enti ispettivi", denunciano Fiorella e Anaclerio.

Nel merito, "mai è stato comunicato che l'azienda avrebbe venduto il capannone industriale di via dell'Euro, così come mai è stato comunicato che l'azienda avrebbe smontato tutti i macchinari per poi trasferirli in una nuova sede. Mai è stato comunicato che l'azienda avrebbe trasferito l'attività produttiva in un altro capannone industriale. A riprova di quello che diciamo c'è il fatto che, ancora oggi, l'azienda non ha comunicato la prossima allocazione del capannone industriale dove, a suo dire, intende trasferire l'attività produttiva. Inoltre, c'è un dato incontrovertibile e cioè che le noi sindacati abbiamo abbiano sempre ed in ogni modo tentato un dialogo costruttivo. Di contro, invece, il comportamento datoriale è stato improntato alla 'reticenza', se è vero, come è vero, che nel corso dell'incontro sindacale del 19.09.2024, tenutosi solo a seguito delle pressanti richieste di chiarimenti dei lavoratori dei giorni precedenti che avevano subodorato l'esistenza di una trattativa per la vendita del capannone, puntualmente negata dall'azienda, la 'proprietà', non ha comunicato che nel pomeriggio della stessa giornata avrebbe sottoscritto l'atto di compravendita dell'immobile capannoni e palazzina. Non solo, negli ultimi incontri addirittura, la stessa proprietà comunicava la necessità di un capannone più grande. Nella nota dei legali della Vingi Shoes con incredulità di tutti i lavoratori, apprendiamo della necessità di un capannone più piccolo, per una riduzione del personale, riduzione si badi bene mai comunicata a nessuno! Considerando che ci sono oltre 4 mesi di cassa integrazione guadagni straordinaria, a tutt'oggi non capiamo le vere motivazioni della corsa alla vendita dei capannoni con la relativa, interruzione della C.I.G.S.".

Ultima precisazione: "È doveroso anche evidenziare, che le dichiarazioni a mezzo video e stampa dei legali sul tema del T.F.R. sono fuori luogo sia per quanto riguarda dei lavoratori dipendenti che giustamente l'hanno ricevuto alla cessazione del loro rapporto lavorativo, diversamente avrebbero messo in mora la stessa azienda, sia per quello non pagato ai lavoratori, oggi ancora in attività, con la motivazione di acquistare le materie prime, quindi qui si vuole fare impresa con i soldi dei lavoratori, assurdo! Com'è assurda l'invenzione del danno di 800mila euro perché non si è effettuata l'ultima settimana di lavoro. Se fosse vero oggi i lavoratori non sarebbero fuori a protestare e l'azienda sarebbe ai primi posti dei fatturati in Italia", replicano Fiorella e Anaclerio.

Le organizzazioni sindacali sono immediatamente disponibili ad un incontro presso le sedi istituzionali, come da richiesta di incontro inviata alla Regione Puglia il 10 ottobre 2024 con l'obiettivo di un confronto di merito, per valutare, verificare la situazione e possibili soluzioni alla crisi e scelte aziendali, che sta compromettendo il mantenimento dei livelli occupazionali.