Ville di lusso, piscine e stalle per cavalli tra Barletta e Andria ma per il fisco i Lapenna erano indigenti
Arrestati i noti pregiudicati, trovate proprietà anche a Castel del Monte. Operazione dei Carabinieri
giovedì 3 marzo 2011
15.34
I carabinieri della Compagnia di Andria questa mattina hanno sequestrato beni mobili e immobili per valore di due milioni di euro ai fratelli Emanuele e Giuseppe Lapenna, di 39 e 38 anni, pluripregiudicati. Il provvedimento e' stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trani, che ha utilizzato la norma introdotta con il 'Pacchetto Sicurezza' che permette di aggredire i patrimoni di coloro i cui proventi sono chiaramente il frutto di attività illecite, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari alla quale era stato applicato un Magistrato della Procura del nord barese.
Per il fisco i fratelli Lapenna, detti 'stumblicc', sono persone in ''totale stato di indigenza'', lavoratori precari. Il primo nel 2008 ha dichiarato redditi per 9.500 euro, il secondo negli ultimi dieci anni non ha mai dichiarato nessun reddito. Per la giustizia, invece, si tratta di pregiudicati appartenenti al clan Campanale (Emanuele Lapenna è consuocero del boss Riccardo Campanale, quest'ultimo esponente storico del clan Pastore), con una carriera criminale iniziata nel 1993 quando i due fratelli furono arrestati insieme al padre e alla madre per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Da allora entrambi sono praticamente entrati e usciti dal carcere con accuse sempre legate al traffico di droga. Secondo quanto accertato i due, esponenti di spicco della criminalità organizzata, hanno un alto tenore di vita. E' stato proprio questo particolare, unito all'alta capacità delinquenziale mostrata da entrambi nel corso degli ultimi 20 anni, a far avviare un accertamento patrimoniale da parte dei Carabinieri della Compagnia di Andria, coordinati dall'Antimafia di Bari.
Gli accertamenti hanno dimostrato che i due fratelli Lapenna avevano intestato ai loro familiari più stretti e a prestanome di fiducia le proprietà che venivano acquistate, secondo gli inquirenti, con i proventi del traffico delle sostanze stupefacenti. Beni mobili ed immobili che mai sarebbero potuti essere nella disponibilità di nuclei familiari che, per i redditi dichiarati, sono da considerarsi sulla soglia della povertà. E invece possiedono tre ville lusso (la prima di tre piani nel centro di Andria, la seconda con piscina in contrada 'Montevitolo', la terza comprensiva di stalle per cavalli nelle vicinanze di Castel del Monte) sequestrate oggi con tutti gli arredi, gli elettrodomestici, gli impianti tecnologici, suppellettili di pregio, gioielli, monili in oro, orologi di pregio.
Sequestrati anche un appartamento a Margherita di Savoia; sette appezzamenti di terreno ad Andria e Barletta; un autoparco in fase di realizzazione sulla Strada provinciale Andria-Barletta; due imprese agricole; sette autoveicoli: una Mercedes classe B, un'Audi A/6, un'Audi A/3, un'Audi A/2, una Bmw 330 coupè, una Toyota Aygò e una Fiat Panda; due motociclette (una Yamaha Tmax e una Honda 250) e uno scooter Mbk; due mezzi agricoli speciali:un trattore Case Steyr 150 e una frangipietra Rinaldi; quattro conti bancari. L'intero patrimonio sequestrato, del valore di circa due milioni di euro, e' stato affidato a un custode nominato dal Tribunale. A nessuno dei familiari è stata concessa la facoltà d'uso neppure per le abitazioni.
Per il fisco i fratelli Lapenna, detti 'stumblicc', sono persone in ''totale stato di indigenza'', lavoratori precari. Il primo nel 2008 ha dichiarato redditi per 9.500 euro, il secondo negli ultimi dieci anni non ha mai dichiarato nessun reddito. Per la giustizia, invece, si tratta di pregiudicati appartenenti al clan Campanale (Emanuele Lapenna è consuocero del boss Riccardo Campanale, quest'ultimo esponente storico del clan Pastore), con una carriera criminale iniziata nel 1993 quando i due fratelli furono arrestati insieme al padre e alla madre per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Da allora entrambi sono praticamente entrati e usciti dal carcere con accuse sempre legate al traffico di droga. Secondo quanto accertato i due, esponenti di spicco della criminalità organizzata, hanno un alto tenore di vita. E' stato proprio questo particolare, unito all'alta capacità delinquenziale mostrata da entrambi nel corso degli ultimi 20 anni, a far avviare un accertamento patrimoniale da parte dei Carabinieri della Compagnia di Andria, coordinati dall'Antimafia di Bari.
Gli accertamenti hanno dimostrato che i due fratelli Lapenna avevano intestato ai loro familiari più stretti e a prestanome di fiducia le proprietà che venivano acquistate, secondo gli inquirenti, con i proventi del traffico delle sostanze stupefacenti. Beni mobili ed immobili che mai sarebbero potuti essere nella disponibilità di nuclei familiari che, per i redditi dichiarati, sono da considerarsi sulla soglia della povertà. E invece possiedono tre ville lusso (la prima di tre piani nel centro di Andria, la seconda con piscina in contrada 'Montevitolo', la terza comprensiva di stalle per cavalli nelle vicinanze di Castel del Monte) sequestrate oggi con tutti gli arredi, gli elettrodomestici, gli impianti tecnologici, suppellettili di pregio, gioielli, monili in oro, orologi di pregio.
Sequestrati anche un appartamento a Margherita di Savoia; sette appezzamenti di terreno ad Andria e Barletta; un autoparco in fase di realizzazione sulla Strada provinciale Andria-Barletta; due imprese agricole; sette autoveicoli: una Mercedes classe B, un'Audi A/6, un'Audi A/3, un'Audi A/2, una Bmw 330 coupè, una Toyota Aygò e una Fiat Panda; due motociclette (una Yamaha Tmax e una Honda 250) e uno scooter Mbk; due mezzi agricoli speciali:un trattore Case Steyr 150 e una frangipietra Rinaldi; quattro conti bancari. L'intero patrimonio sequestrato, del valore di circa due milioni di euro, e' stato affidato a un custode nominato dal Tribunale. A nessuno dei familiari è stata concessa la facoltà d'uso neppure per le abitazioni.