Via metà delle province, ma il futuro della Bat è ancora aperto

Dimensioni territoriali e popolazione saranno definite con le autonomie locali. La provincia di Bari sparirà con la nascita delle città metropolitane

sabato 7 luglio 2012
A cura di Edoardo Centonze
Un risparmio per lo Stato di 4,5 miliardi per il 2012, di 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014. Questi i numeri con cui ieri, in tarda sera, dopo un consiglio dei ministri durato sette ore, è stato presentato alla stampa dal governo Monti il decreto legge, recante "disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati", ormai noto a tutti come "Spending Review". Tra le tante misure che si attendevano, ci sono quelle relative agli enti locali, e in particolare al nodo spinoso delle province, di cui nei giorni scorsi erano emerse indiscrezioni, riguardo un piano per il dimezzamento delle province di cui anche Barlettalife ha parlato. Con il decreto presentato ieri sera vengono posti sì alcuni paletti, come l'obbligo di completare il processo entro fine anno, ma si persegue la definizione dei contenuti specifici, con coinvolgimento degli enti locali, anche riguardo la quantificazione numerica dei criteri presi in considerazione, ovvero la dimensione territoriale e la popolazione. L'auspicio è di non doverci trovare nuovamente ad assistere a lunghe ed estenuanti trattative per la definizione di tali contenuti, finalizzate magari a tenere in vita qualche poltrona in più, anche se comunque lo Stato si riserva di dire l'ultima parola in caso di ritardi. Di seguito, sono elencati i principali punti del decreto, riguardanti gli ambiti a cui si è appena fatto cenno, illustrati dal governo, e in particolare dal ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi, del quale troverete tra virgolette anche alcuni punti del suo intervento.

Riduzione della spesa degli enti territoriali:
• la Conferenza Stato-Città provvede alla ripartizione della riduzione dei trasferimenti;
per i comuni la riduzione è pari a 500 milioni di euro per l'anno 2012, e 2 miliardi di euro a decorrere dall'anno 2013;
per le Province la riduzione è di 500 milioni di euro per l'anno 2012, e 1 miliardo di euro a decorrere dal 2013;
• si riduce ulteriormente il limite entro cui gli enti territoriali possono procedere alla spesa per assunzione di personale;
• si pone il divieto per le Province di assumere personale a tempo indeterminato, fino a che non sarà data attuazione alla riduzione e razionalizzazione delle Province stesse.

Riduzione e accorpamento delle province:
• obiettivo di dimezzare il numero attuale («portarle intorno ad un numero di 50»);
• sulla base della dimensione territoriale e della popolazione, da definire entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, con apposito provvedimento del Consiglio dei Ministri;
• il governo trasmette al consiglio delle autonomie locali, in ogni regione, la propria deliberazione con i criteri, e successivamente, ogni consiglio approva il piano di riduzione entro 40 giorni ( quindi «con tempi prestabiliti, e in caso di mancato rispetto di questi termini, con l'intervento diretto della legge dello Stato»);
• il piano degli accorpamenti sarà completato entro la fine dell'anno;
• i capoluoghi di regione sono esclusi dagli interventi.

Competenze delle province:
ambiente (soprattutto per il settore discariche, «pianificazione territoriale e ambientale»);
trasporti e viabilità (anche per quanto attiene la costruzione, la classificazione e la gestione delle strade);
le altre competenze vengono devolute ai comuni, in attuazione del decreto "Salva Italia".

Città metropolitane («nelle aree metropolitane, già definite dalla legge da circa 20 anni»):
• vengono istituite entro il 1° Gennaio 2014 a Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria;
verranno soppresse le relative province;
• «funzioni calibrate essenzialmente sui servizi a rete, collegati a carattere di conurbazione urbana che hanno questi territori».

Unione dei comuni, e soppressione o accorpamento di altri enti:
• «gestione obbligatoriamente associata da parte dei comuni delle loro funzioni fondamentali, per i comuni fino a 5.000 abitanti»;
• «accorpamento o la soppressione degli enti o delle agenzie che svolgono funzioni fondamentali degli enti locali»;
• «contestuale divieto di istituzione di nuovi enti o agenzie per lo svolgimento di queste funzioni».

Riorganizzazione dell'amministrazione periferica dello stato:
• «non solo delle prefetture, ma di tutti gli uffici periferici»;
• «tendenziale coincidenza con le province, ma in alcuni casi con gli uffici territoriali dello Stato aventi sede nel capoluogo della regione»;
• «realizzazione di maggiore economia di scala»;
• «esercizio unitario di tutti i compiti strumentali, come funzioni di gestione del personale, dei contratti, di uso degli immobili, che consentirà la realizzazione di economie di scala e un risparmio, rispetto all'attuale, come obiettivo, pari al 20%»;
• «questo non comporterà una minore presenza dello Stato sul territorio, per quanto riguarda i presidi di sicurezza e di ordine pubblico, che potranno avere in alcuni casi anche un'articolazione più dettagliata e più diffusa sul territorio».

Speriamo dunque che questa "Spending Review" possa essere davvero, come ha affermato il premier Monti, «un esercizio destinato ai cittadini». Vedremo. E la Bat? Per la nostra provincia il futuro è completamente aperto. Verrà soppressa e subirà un accorpamento? O si ingrandirà, inglobando ad esempio quella parte della provincia di Bari che non rientrerà nella città metropolitana? Anche qui, vedremo.