Verso il Giorno della Memoria, una lettera di Luigi Di Cuonzo
Il responsabile dell'Archivio della Resistenza di Barletta scrive ai dirigenti scolastici. La presentazione si svolgerà domani nella Sala Rossa
lunedì 16 gennaio 2012
«Si leggono sempre più frequentemente, in questi ultimi tempi anche nel nostro territorio, cronache di fatti di gratuita violenza, singola e collettiva che, classificare semplicemente come episodi allarmanti, equivarrebbe a coprire una colpevole deresponsabilizzazione degli istituti formativi ed educativi nella nostra società. L'Archivio della Resistenza e della Memoria che, da oltre dieci anni, opera nel territorio attivando convegni, seminari di studi, incontri con Superstiti e Testimoni della Shoah ed ultimi Partigiani della lotta di Liberazione in Italia ancora in vita, animando raduni cittadini e provinciali di studenti, perseguendo finalità istitutive di uno specifico progetto didattico di Educazione alla Memoria, difronte al recente pogrom ai danni dei Rom di Torino, città di civilissime tradizioni celebrate nel corso del centocinquantesimo di unità nazionale o alla strage di chiara marca razzista dei senegalesi in Firenze, avverte la concreta necessità di investire nuove energie per diffondere una più sana cultura civile nel rispetto della persona e, soprattutto, della diversità».
Quale memoria? E' quanto scrive Luigi Di Cuonzo, responsabile dell'Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta, in una lettera indirizzata ai dirigenti scolastici degli istituti di Barletta e ai docenti responsabili. «La lunga e nutrita serie di iniziative proposte dall'Archivio, sin dalla sua istituzione, testimonia il rigoroso stile di ricerca scientifica adottata nella programmazione delle attività organizzate con la consapevolezza di proporre, anche nelle modalità dell'uso pubblico della Storia, una Memoria comune, europea, diretta a conoscere le atrocità perpetrate dai poteri dittatoriali, nel secolo scorso. Si sono studiati i progetti di annientamento della dignità umana delle persone per poter attuare deportazioni di massa e di messa a morte avallate da false teorie scientifiche sulla diversità razziale degli uomini. Si sono ipotizzate e validate le modalità didattiche più efficaci per educare a vivere i valori autenticamente umani e democratici.
In una situazione sociale, come quella italiana,caratterizzata da estremo e pericoloso disorientamento civile e culturale, quindi, gli episodi di cronaca, richiamati devono essere soppesati nella loro giusta dimensione di concreti segnali di
Per tanto, richiamando le conclusione del Seminario di Studi su Un Nuovo Patto di Memoria (ottobre 2011) che ha ampiamente e criticamente esaminato le ragioni fondanti di una Memoria Pubblica la più largamente condivisa, l'Archivio, perseguendo le ragioni della propria istituzione,
Quale memoria? E' quanto scrive Luigi Di Cuonzo, responsabile dell'Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta, in una lettera indirizzata ai dirigenti scolastici degli istituti di Barletta e ai docenti responsabili. «La lunga e nutrita serie di iniziative proposte dall'Archivio, sin dalla sua istituzione, testimonia il rigoroso stile di ricerca scientifica adottata nella programmazione delle attività organizzate con la consapevolezza di proporre, anche nelle modalità dell'uso pubblico della Storia, una Memoria comune, europea, diretta a conoscere le atrocità perpetrate dai poteri dittatoriali, nel secolo scorso. Si sono studiati i progetti di annientamento della dignità umana delle persone per poter attuare deportazioni di massa e di messa a morte avallate da false teorie scientifiche sulla diversità razziale degli uomini. Si sono ipotizzate e validate le modalità didattiche più efficaci per educare a vivere i valori autenticamente umani e democratici.
In una situazione sociale, come quella italiana,caratterizzata da estremo e pericoloso disorientamento civile e culturale, quindi, gli episodi di cronaca, richiamati devono essere soppesati nella loro giusta dimensione di concreti segnali di
- negazione di ogni principio democratico di convivenza civile,
- rifiuto di ogni possibile azione di Accoglienza delle diversità,
- tentativi di rinascita di totalitarismi autoritari e razzisti.
Per tanto, richiamando le conclusione del Seminario di Studi su Un Nuovo Patto di Memoria (ottobre 2011) che ha ampiamente e criticamente esaminato le ragioni fondanti di una Memoria Pubblica la più largamente condivisa, l'Archivio, perseguendo le ragioni della propria istituzione,
- recuperare una critica conoscenza della propria storia,
- promuovere e divulgare i valori in una società democratica,·
- progettare un futuro di pace e di solidarietà,