Ventola e il potere feudale in una "palpata"

Più grave il silenzio politico quando la struttura è pubblica. «Non ci arrenderemo ad una politica della Bat sempre più "atomo opaco del male"»

giovedì 1 settembre 2011
A cura di Alessandro Porcelluzzi
E' complesso commentare un caso di molestie sessuali. A maggior ragione quando un evento di questo tipo accade non in un luogo di lavoro privato, ma in un'amministrazione pubblica. Come è successo negli uffici della nostra provincia. E tuttavia complesso non significa impossibile.

I vertici politici della Provincia hanno taciuto. Hanno scelto il silenzio pensando di potersi nascondere dall'attacco, dall'indignazione, dallo scandalo. Hanno trasformato l'esercizio legittimo di un diritto (la difesa di un proprio dipendente fino al giudizio della magistratura) nella sua visione distorta e stonata. Scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano. Ha pensato, il presidente Ventola, di declinare in modo tradizionale il potere. Il potere feudale aveva nel silenzio, nella segretezza un suo corollario fondamentale. Io so molto più di te, quindi tu sei in mio potere, sei suddito, servo, schiavo.

Nell'era di Internet, nell'era di Wikipedia e dei social network, il silenzio è invece sempre una colpevole assenza. Chi non risponde, non solo non spiega, ma è già in difetto. Un amministratore oggi ha il dovere dimostrarsi attento alle opinioni dei cittadini. La trasparenza non valea giorni alterni. Altrimenti la comunicazione si rovescia in propaganda. E la politica perde ogni tipo di credibilità. Questa testata non ha mai fatto sconti. A livello cittadino come a livello provinciale.

Sappia il presidente Ventola che in questo momento aspettiamo una doppia assunzione di responsabilità. Ventola deve giustificare l'atteggiamento benevolo nei confronti di un dipendente edella sua longa manus. Ma deve anche dare conto del proprio silenzio.Non ci arrenderemo ad una politica della Bat sempre più "atomo opaco del male".