Uva e fichi d'India alla stazioncina di Canne della Battaglia per festeggiare la Barletta-Spinazzola
Appuntamento domenica 1 settembre con il 70mo anniversario dell'istituzione della Stazioncina
martedì 27 agosto 2024
12.23
Per festeggiare i 70 anni dalla sua istituzione sulla linea ferroviaria Barletta-Spinazzola, domenica 1° settembre uva e fichi d'India alla Stazioncina di Canne della Battaglia in un percorso di… gusto fra Storia e Natura con assaggi a kilometro zero proposto dall'Associazione culturale Wolakota in collaborazione con il Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia ODV e l'Archeoclub d'Italia APS Canne della Battaglia Barletta. L'iniziativa si svolgerà dalle ore 17 a sera: le attività previste intendono valorizzare il patrimonio agro-alimentare della Valle d'Ofanto e dintorni, obiettivo integrato dalla possibilità di approfittarne per visite libere alla storica fontana di San Ruggiero (secolo XII) ed alle Terme di San Mercurio nonché alla vicina Cittadella, all'Antiquarium ed ai Sepolcreti. Come ogni prima domenica del mese, ingresso gratis all'Antiquarium ed alla Cittadella. Tipicamente mediterraneo, il fico d'India e le sue larghe foglie puntute costituiscono una macchia di colore nel panorama naturale di Canne della Battaglia e nelle strade che vi conducono, con spontanea presenza lungo i bordi della ferrovia Barletta-Spinazzola, i tratturi campestri, le pendici collinari ed altri suggestivi scorci di quest'area dove la Grande Storia (fra Annibale e la figura del Santo Vescovo Ruggiero compatrono di Barletta) incrocia meravigliosi squarci di luce fino al Gargano. Le uve giungeranno dai diversi produttori che, raggruppati in unico marchio consortile, puntano alla promozione delle eccellenze del Territorio. Degustazione light con accesso libero senza prenotazione e simbolico contributo a partecipante".
Così il comunicato-stampa diffuso dagli Organizzatori: "C'è anche un altro storico compleanno sui circa 67 kilometri della Ferrovia Barletta-Spinazzola: la Stazione di Canne della Battaglia festeggerà i suoi bravi settant'anni di vita. Essa é infatti una tessera essenziale del mosaico di storia e di sviluppo economico collegato all'archeologia ed al turismo: le Ferrovie dello Stato ne curarono la trasformazione agli inizi degli anni Cinquanta da semplice casello, con l'originaria denominazione di "Canne Scavi", a vera e propria fermata munita dei necessari comfort e che fu ribattezzata, in una festosa giornata del 29 agosto 1954, con l'altisonante nome di "Canne della Battaglia" e la paterna benedizione di Monsignor Angelo Raffaele Dimiccoli.
Fu un vero e proprio investimento nei beni culturali intesi come risorsa del territorio, visto che nello stesso giorno, ad opera del primo "Comitato Pro Canne" presieduto dal Gen. di squadra Aerea Domenico Ludovico ed alla presenza dello scopritore dei Sepolcreti, l'eminente archeologo barese Prof. Michele Gervasio, tutti autentici pionieri dell'archeologia Anni Cinquanta, le stesse autorità passarono ad inaugurare l'allestimento fotografico dei reperti archeologici nel vicino Museo, oggi ridenominato Antiquarium. Immagini di grande partecipazione popolare immortalate dai cinegiornali della Settimana Incom ritrovate nell'archivio storico dell'Istituto Luce, a Cinecittà, oggi pronte per essere proiettate con quel tocco di nostalgia che farà piacere non solo ai "poveri ma belli" protagonisti di quegli emozionanti episodi nell'immediato dopoguerra, con tanta sete di cultura e di progresso, quanto ai più giovani, a caccia delle pagine mancanti del loro album di famiglia".
LA SCHEDA STORICA – "Oggi quella stazioncina, passata indenne attraverso le spoliazioni dell'abbandono di questi ultimi settant'anni, grazie alla meritoria opera dell'ultimo casellante Domenico Lomuscio, l'ormai ultraottantenne ex ferroviere andriese ultimo testimone oculare vivente anche degli scavi Gervasio, è diventata un nuovo punto di riferimento come base di accoglienza e punto di assistenza turistica per la mobilità sostenibile, per il turismo culturale ed il turismo scolastico, dove si rivive lo stesso clima degli Anni Cinquanta, quando si mescolava lo spirito dei pionieri dell'archeologia di quel tempo con l'ansia della gente di rivivere il territorio durante la ricostruzione.
Fu Monsignor Angelo Raffaele Dimiccoli a benedire in quel 29 agosto 1954 la stazione ferroviaria di Canne della Battaglia, minuscola per le sue dimensioni ma grandissima per la storicità dei luoghi nei quali tuttora i viaggiatori ed i turisti scendono perché essa é davvero l'unica struttura ferroviaria dell'intera rete nazionale a consentire di fermarsi in un sito archeologico di grande fama per le suggestioni che evoca e la tranquillità del paesaggio sulle rive del fiume Ofanto e guardando all'intera vallata fino al promontorio del Gargano. E nel nome di Monsignor Dimiccoli anche le celebrazioni per i settant'anni della stazioncina di Canne della Battaglia assumono un significato ancora più forte, un segno della continuità religiosa e spirituale tramandata da quegli anni dell'immediato dopoguerra dove il pionierismo degli archeologi e degli studiosi si accompagnava alla generale volontà della gente e delle persone di riappropriarsi delle proprie tradizioni e del proprio territorio all'indomani del secondo conflitto mondiale.
Quel giorno venne vissuto come una vera e propria giornata di festa tutta italiana e popolare, con l'insigne archeologo Prof. Michele Gervasio, lo scopritore negli anni Trenta del sepolcreto ritenuto prima annibalico ma poi datato come medievale, che tenne un'applaudita conferenza rievocando lo svolgimento della Battaglia del 216 avanti Cristo. La cronaca di quell'intensa e festosa giornata fu scritta in modo puntiglioso e dettagliato, passando in archivio per merito dei corrispondenti e degli inviati giunti appositamente sul posto. Fu girato anche un brevissimo cinegiornale per la famosa Settimana Incom (che passava nelle sale cinematografiche prima del film. visto che la televisione era stata appena inventata appunto in quell'anno 1954), recuperato presso l'Istituto Luce a Roma e che sarà proiettato come una ghiotta sorpresa nella mostra rievocativa allestita per l'occasione.
La fotografia emblematica ritrae Monsignor Dimiccoli, ad appena due anni prima della sua morte, mentre gioiosamente partecipa al rito della benedizione attorniato da uno stuolo di fedeli, di autorità, di semplici cittadini che in quella radiosa e calda mattinata di fine agosto 1954 si erano radunati alla stazione di Canne della Battaglia per assistere a quello che fu davvero un grande avvenimento per la città di Barletta e l'intero territorio. Il casello ferroviario al km. 11 della Ferrovia Barletta-Spinazzola (unica strada ferrata ad attraversare la neonata Sesta Provincia) veniva promosso al rango di vera e propria "stazione", con inserimento a pieno titolo nell'orario ufficiale delle Ferrovie dello Stato, abbellito, ampliato e ristrutturato architettonicamente con forme che richiamavano il periodo antico romano, con archi che avrebbero formato quel bel porticato tutt'oggi visibile, sormontato da cinque medaglioni raffiguranti le monete di Roma e di Cartagine nel ricordo della celebre Battaglia combattuta in questa pianura lungo l'Ofanto dal vittorioso Annibale sulle sconfitte legioni di Roma.
Lo accompagna nel ricordo magari i pronipoti di quelle persone che parteciparono all'avvenimento, quasi a celebrare le nozze d'oro con la storia divenuta cronaca d'attualità. E' dunque di rigore una particolare riflessione sulla singolare coincidenza di eventi che legano ancora di più la fama e il ricordo di Monsignor Dimiccoli al sito di Canne della Battaglia per aver partecipato alla benedizione della Stazione nel 1954, lungo il tracciato dei binari della Ferrovia Barletta-Spinazzola che, a distanza di una manciata di kilometri, conduce al nuovo Ospedale civile intitolato sempre a Monsignor Dimiccoli e per il quale il Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, facendosi interprete delle richieste di numerosi utenti ed abitanti nelle vicine città toccare dalla ferrovia (Canosa, Minervino e Spinazzola), ha ufficialmente e pubblicamente richiesto l'istituzione di una fermata di servizio proprio di fronte al nosocomio di Barletta in fase di prossimo cantiere".
Così il comunicato-stampa diffuso dagli Organizzatori: "C'è anche un altro storico compleanno sui circa 67 kilometri della Ferrovia Barletta-Spinazzola: la Stazione di Canne della Battaglia festeggerà i suoi bravi settant'anni di vita. Essa é infatti una tessera essenziale del mosaico di storia e di sviluppo economico collegato all'archeologia ed al turismo: le Ferrovie dello Stato ne curarono la trasformazione agli inizi degli anni Cinquanta da semplice casello, con l'originaria denominazione di "Canne Scavi", a vera e propria fermata munita dei necessari comfort e che fu ribattezzata, in una festosa giornata del 29 agosto 1954, con l'altisonante nome di "Canne della Battaglia" e la paterna benedizione di Monsignor Angelo Raffaele Dimiccoli.
Fu un vero e proprio investimento nei beni culturali intesi come risorsa del territorio, visto che nello stesso giorno, ad opera del primo "Comitato Pro Canne" presieduto dal Gen. di squadra Aerea Domenico Ludovico ed alla presenza dello scopritore dei Sepolcreti, l'eminente archeologo barese Prof. Michele Gervasio, tutti autentici pionieri dell'archeologia Anni Cinquanta, le stesse autorità passarono ad inaugurare l'allestimento fotografico dei reperti archeologici nel vicino Museo, oggi ridenominato Antiquarium. Immagini di grande partecipazione popolare immortalate dai cinegiornali della Settimana Incom ritrovate nell'archivio storico dell'Istituto Luce, a Cinecittà, oggi pronte per essere proiettate con quel tocco di nostalgia che farà piacere non solo ai "poveri ma belli" protagonisti di quegli emozionanti episodi nell'immediato dopoguerra, con tanta sete di cultura e di progresso, quanto ai più giovani, a caccia delle pagine mancanti del loro album di famiglia".
LA SCHEDA STORICA – "Oggi quella stazioncina, passata indenne attraverso le spoliazioni dell'abbandono di questi ultimi settant'anni, grazie alla meritoria opera dell'ultimo casellante Domenico Lomuscio, l'ormai ultraottantenne ex ferroviere andriese ultimo testimone oculare vivente anche degli scavi Gervasio, è diventata un nuovo punto di riferimento come base di accoglienza e punto di assistenza turistica per la mobilità sostenibile, per il turismo culturale ed il turismo scolastico, dove si rivive lo stesso clima degli Anni Cinquanta, quando si mescolava lo spirito dei pionieri dell'archeologia di quel tempo con l'ansia della gente di rivivere il territorio durante la ricostruzione.
Fu Monsignor Angelo Raffaele Dimiccoli a benedire in quel 29 agosto 1954 la stazione ferroviaria di Canne della Battaglia, minuscola per le sue dimensioni ma grandissima per la storicità dei luoghi nei quali tuttora i viaggiatori ed i turisti scendono perché essa é davvero l'unica struttura ferroviaria dell'intera rete nazionale a consentire di fermarsi in un sito archeologico di grande fama per le suggestioni che evoca e la tranquillità del paesaggio sulle rive del fiume Ofanto e guardando all'intera vallata fino al promontorio del Gargano. E nel nome di Monsignor Dimiccoli anche le celebrazioni per i settant'anni della stazioncina di Canne della Battaglia assumono un significato ancora più forte, un segno della continuità religiosa e spirituale tramandata da quegli anni dell'immediato dopoguerra dove il pionierismo degli archeologi e degli studiosi si accompagnava alla generale volontà della gente e delle persone di riappropriarsi delle proprie tradizioni e del proprio territorio all'indomani del secondo conflitto mondiale.
Quel giorno venne vissuto come una vera e propria giornata di festa tutta italiana e popolare, con l'insigne archeologo Prof. Michele Gervasio, lo scopritore negli anni Trenta del sepolcreto ritenuto prima annibalico ma poi datato come medievale, che tenne un'applaudita conferenza rievocando lo svolgimento della Battaglia del 216 avanti Cristo. La cronaca di quell'intensa e festosa giornata fu scritta in modo puntiglioso e dettagliato, passando in archivio per merito dei corrispondenti e degli inviati giunti appositamente sul posto. Fu girato anche un brevissimo cinegiornale per la famosa Settimana Incom (che passava nelle sale cinematografiche prima del film. visto che la televisione era stata appena inventata appunto in quell'anno 1954), recuperato presso l'Istituto Luce a Roma e che sarà proiettato come una ghiotta sorpresa nella mostra rievocativa allestita per l'occasione.
La fotografia emblematica ritrae Monsignor Dimiccoli, ad appena due anni prima della sua morte, mentre gioiosamente partecipa al rito della benedizione attorniato da uno stuolo di fedeli, di autorità, di semplici cittadini che in quella radiosa e calda mattinata di fine agosto 1954 si erano radunati alla stazione di Canne della Battaglia per assistere a quello che fu davvero un grande avvenimento per la città di Barletta e l'intero territorio. Il casello ferroviario al km. 11 della Ferrovia Barletta-Spinazzola (unica strada ferrata ad attraversare la neonata Sesta Provincia) veniva promosso al rango di vera e propria "stazione", con inserimento a pieno titolo nell'orario ufficiale delle Ferrovie dello Stato, abbellito, ampliato e ristrutturato architettonicamente con forme che richiamavano il periodo antico romano, con archi che avrebbero formato quel bel porticato tutt'oggi visibile, sormontato da cinque medaglioni raffiguranti le monete di Roma e di Cartagine nel ricordo della celebre Battaglia combattuta in questa pianura lungo l'Ofanto dal vittorioso Annibale sulle sconfitte legioni di Roma.
Lo accompagna nel ricordo magari i pronipoti di quelle persone che parteciparono all'avvenimento, quasi a celebrare le nozze d'oro con la storia divenuta cronaca d'attualità. E' dunque di rigore una particolare riflessione sulla singolare coincidenza di eventi che legano ancora di più la fama e il ricordo di Monsignor Dimiccoli al sito di Canne della Battaglia per aver partecipato alla benedizione della Stazione nel 1954, lungo il tracciato dei binari della Ferrovia Barletta-Spinazzola che, a distanza di una manciata di kilometri, conduce al nuovo Ospedale civile intitolato sempre a Monsignor Dimiccoli e per il quale il Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, facendosi interprete delle richieste di numerosi utenti ed abitanti nelle vicine città toccare dalla ferrovia (Canosa, Minervino e Spinazzola), ha ufficialmente e pubblicamente richiesto l'istituzione di una fermata di servizio proprio di fronte al nosocomio di Barletta in fase di prossimo cantiere".