'Università in smantellamento', continua la mobilitazione
Intervento del dirigente provinciale BT di Alternativa Studentesca. Le protesta riguarda anche le scuole e i ricercatori
sabato 16 ottobre 2010
19.32
Bari. Ateneo. Davanti a centinaia di studenti che come ogni giorno si recavano in facoltà per seguire le lezioni universitarie, altrettanti ricercatori - da mesi in mobilitazione - hanno simbolicamente acceso un fuoco e bruciato i loro curricula. "Università in smantellamento", cita a caratteri cubitali uno striscione esibito con fierezza dai rappresentanti studenteschi e dai ricercatori precari dell'Università del Salento a Lecce, in piazza Sant'Oronzo.
L'università è alle strette, e la mobilitazione contro le riforme del ministro Gelmini riguardano trasversalmente tanto gli studenti quanto i ricercatori, quest'ultimi protagonisti - in segno di protesta - di una parziale sospensione delle loro attività, paralizzando esami, creando disagi fra i laurendi ormai alle prese con sospensioni e posticipazioni dei loro obiettivi formativi. Tante sono le voci che si alternano su questa vicenda, tante le opinioni su un argomento vivo e scottante quale quello dell'istruzione in Italia.
"Quelle che si stanno svolgendo oggi in una decina di città italiane sono scioperi alla quale si sono accodati studenti non perché animati da motivazioni reali ma dalla volontà di perdere un giorno di scuola" lo dichiara Virgilio Falco, dirigente nazionale di Alternativa Studentesca, il movimento studentesco vicino ai giovani del Pdl che siede al Forum nazionale delle Associazioni maggiormente rappresentative presso il Miur, che appunto prende una netta posizione in contrasto con i più rumorosi movimenti studenteschi. Dello stesso parere Giuseppe Germano, dirigente provinciale di Barletta-Andria-Trani per la stessa associazione, che precisa: "Queste ultime manifestazioni non hanno nulla a che fare con i problemi della scuola e degli studenti, ma sono direttamente telecomandate dai sindacati dei professori che le utilizzano nel solo ed esclusivo interesse proprio. Abbiamo ormai superato il limite della decenza con i quotidiani insulti che ascoltiamo dai loro cortei, in particolar modo indirizzati al presidente Berlusconi e al ministro Gelmini".
Continuerà il diverbio fra i rappresentanti degli studenti e quelli delle istituzioni, fra sindacati e dirigenti, fra la politica e i volti dei tanti laurendi volenterosi. Sicuramente la questione non si chiude qui, con l'amarezza di chi, pur nella condivisione di un ideale, vorrebbe più semplicemente completare con legittima serenità il proprio percorso di studi.
L'università è alle strette, e la mobilitazione contro le riforme del ministro Gelmini riguardano trasversalmente tanto gli studenti quanto i ricercatori, quest'ultimi protagonisti - in segno di protesta - di una parziale sospensione delle loro attività, paralizzando esami, creando disagi fra i laurendi ormai alle prese con sospensioni e posticipazioni dei loro obiettivi formativi. Tante sono le voci che si alternano su questa vicenda, tante le opinioni su un argomento vivo e scottante quale quello dell'istruzione in Italia.
"Quelle che si stanno svolgendo oggi in una decina di città italiane sono scioperi alla quale si sono accodati studenti non perché animati da motivazioni reali ma dalla volontà di perdere un giorno di scuola" lo dichiara Virgilio Falco, dirigente nazionale di Alternativa Studentesca, il movimento studentesco vicino ai giovani del Pdl che siede al Forum nazionale delle Associazioni maggiormente rappresentative presso il Miur, che appunto prende una netta posizione in contrasto con i più rumorosi movimenti studenteschi. Dello stesso parere Giuseppe Germano, dirigente provinciale di Barletta-Andria-Trani per la stessa associazione, che precisa: "Queste ultime manifestazioni non hanno nulla a che fare con i problemi della scuola e degli studenti, ma sono direttamente telecomandate dai sindacati dei professori che le utilizzano nel solo ed esclusivo interesse proprio. Abbiamo ormai superato il limite della decenza con i quotidiani insulti che ascoltiamo dai loro cortei, in particolar modo indirizzati al presidente Berlusconi e al ministro Gelmini".
Continuerà il diverbio fra i rappresentanti degli studenti e quelli delle istituzioni, fra sindacati e dirigenti, fra la politica e i volti dei tanti laurendi volenterosi. Sicuramente la questione non si chiude qui, con l'amarezza di chi, pur nella condivisione di un ideale, vorrebbe più semplicemente completare con legittima serenità il proprio percorso di studi.