Unimpresa Bat: «Tares, Tasi, Iuc e Tari: il peggio deve ancora venire»

«Oltre il 75% dei commercianti e artigiani della Bat non hanno pagato»

sabato 15 febbraio 2014
«Anche nelle città della provincia Bat si discute della Tares senza parlare del peggio che deve ancora venire e che già da quest'anno si chiama Iuc che comprende la tassa sugli immobili (ex Imu), Tari che comprende la tassa sui rifiuti e Tasi che comprende la tassa sui servizi indivisibili ma che comprenderà anche la copertura del costo di servizi quali la pubblica illuminazione, l'anagrafe o la manutenzione delle strade cioè quelli che le amministrazioni comunali dovrebbero garantire all'intera collettività e che non siano a domanda individuale; una quota che riguarderà non solo i proprietari degli immobili ma anche sugli occupanti cioè sui locatari che vedranno di fatto aumentare il costo delle locazioni. Tutte queste altre richieste di pagamento per l'anno 2014 potrebbero arrivare fra brevissimo tempo e quindi rendere ancor più gravosa la condizione debitoria di famiglie. Come dire: "il peggio deve ancora venire"». Così interviene Unimpresa Bat sulla spinosa attuale questione fiscale italiana, appesa alle decisioni del Governo.

«In realtà la richiesta di pagamento di questi tributi e tasse non corrisponde affatto né alla qualità né alla quantità dei servizi ricevuti in cambio, soprattutto se proporzionati all'entità della tassazione. Proprio i commercianti sono coloro che più stanno vivendo nell'incertezza l'approssimarsi della scadenza della Tares 2013, che si unisce ad altre che incombono, come quella prossima del 17 febbraio, altrettanto gravosa, del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali INPS. Un vero e proprio incubo che in tutta Italia sta generando varie forme di protesta e anche appelli allo sciopero fiscale».

«Nella Provincia di Barletta – Andria – Trani la situazione non cambia e a distanza di alcune settimane dalla scadenza ordinaria adottata in alcuni comuni e quando manca solo qualche settimana alla scadenza prorogata, stabilita da altri comuni, già si parla del mancato pagamento Tares da parte di oltre il 75% dei commercianti e artigiani della Sesta Provincia i quali stanno continuando a ricevere avvisi di pagamento con cifre che a volte superano anche le decine di migliaia di euro l'anno per singola attività, trascurando che in città come quella di Andria gli effetti avrebbero dovuto essere opposti visto che l'impegno per la raccolta differenziata è stato massimo».

«Non sappiamo se la definizione di sciopero fiscale sia la più appropriata ma sicuramente bene sta facendo l'Associazione di Categoria UNIMPRESA BAT nel continuare a tenere incontri, riunioni e contatti con i commercianti, soprattutto con quelli che più delle altre categorie vengono inspiegabilmente colpiti dalla tassazione con disparità di trattamento nella determinazione delle tariffe che nessuno ancora si è degnato di spiegare visto che neanche il legislatore riesce a farlo. Richieste di pagamento della Tares mediante il calcolo sulla base dei metri quadrati delle superfici degli esercizi commerciali e non sulla base degli incassi realizzati; il calcolo Tares sulla base della produzione presuntiva dei rifiuti con il metodo normalizzato invece che mediante l'introduzione di coefficienti di produttività determinati sulla base di campagne di pesatura che rispecchino la reale produzione di rifiuti; scelte che non hanno tenuto affatto conto delle prassi virtuose adottate in comuni che stanno facendo la raccolta differenziata, dove i commercianti si vedono addirittura tassare superfici che sono al servizio di tale raccolta differenziata. Tutti elementi che devono far riflettere sulla subdola e scandalosa operazione posta in essere per la demolizione definitiva delle micro e piccole imprese che da anni ormai hanno anche perso qualsiasi forma di rappresentanza diffusa. Micro e piccole imprese addirittura incentivate alla chiusura definitiva con un misero, miserabile e offensivo indennizzo di qualche centinaia di euro al mese in attesa dell'altrettanto misera e ridicola pensione».

«Bene, sicuramente bene, sta continuando a fare UNIMPRESA BAT nell'informare correttamente i commercianti e gli artigiani che le scadenze degli avvisi di pagamento sono solo "ordinatorie", il che significa che, esattamente come è scritto sugli avvisi inviati ai contribuenti: "in caso di mancato pagamento di quanto richiesto con l'avviso, verrà emesso un sollecito a mezzo raccomandata a.r. e successivamente (quindi solo successivamente cioè fra molti mesi), se non verrà effettuato il pagamento, si procederà alla riscossione coatta a mezzo di ingiunzione fiscale o ruolo coattivo con addebito di sanzioni, interessi e spese", ferma restando altresì la possibilità, nel frattempo, di ravvedersi in tempi lunghi mediante la semplice applicazione di una piccola maggiorazione (in genere entro un anno)." Non vivere con ansia la prossima scadenza quindi significa avere anche la possibilità di vedersi riconosciute le giuste istanze finalizzate all'accertamento di situazioni molto ambigue e poco chiare e soprattutto per evitare che i soliti messaggi allarmistici che celano strategie politico-strumentali possano prendere il sopravvento sulla realtà e sulle procedure che mirano a salvaguardare i diritti reali delle famiglie e delle imprese. Non farsi intimorire e valutare con attenzione significa maggiore garanzia per i contribuenti anche se potrebbe significare il crollo definitivo dei bilanci comunali che vedrebbero venire meno, nei tempi prestabiliti, l'introito delle enormi somme iscritte nei medesimi ma che mai, in quella misura, saranno incassate e forse, una volta tanto, oltre alle serrande dei negozi chiuderebbero anche i portoni dei palazzi».