Una passeggiata naturalistica lungo il litorale di Ponente a Barletta

Il resoconto dell'iniziativa dello scorso 5 maggio

giovedì 9 maggio 2024 12.23
Una mattinata stupenda quella di domenica scorsa 5 maggio all'insegna di una passeggiata naturalistica che un gruppo di associazioni in rete ha realizzato lungo il litorale di ponente a Barletta e che per l'occasione condivide una nota, firmata da Luigi Lanotte a nome delle seguenti associazioni: Argomenti 2000, Azione Cattolica Italiana, U.C.I.D., A.C.L.I., A.N.P.I., Insieme con la coppia, Rinnovamento nello Spirito, A.D.G.I., CARITAS, U.N.I.T.A.L.S.I., A.M.C.I., Retake, La prima radice, Agesci scout, Associazione Igino Giordani, Legambiente, SIGEA, Barletta più.

«Per il neoambientalismo di maniera, tenuto in gran cale dagli amministratori comunali, l'ambiente è la Cementeria, la Timac, l'aria pulita e poco o nient'altro. C'è invece molto di più, se ambiente è lo spazio considerato sotto il profilo naturalistico, terra e mare, relazione tra specie vegetali ed animali, rapporto tra mondo fisico e la vita in tutte le sue manifestazioni e se paesaggio è lo spazio inteso come sintesi di ambiente e territorio, di natura e storia, in cui è intrinseca la dimensione percettiva ed estetica.

Con la competentissima guida di Legambiente, con Raffaele Corvasce, e di Sigei, con Raffaele Lopez, portatori di una sensibilità per l'ambiente senza pari, i membri di una corposa rete di associazioni, di impronta cattolica e laica, hanno percorso la litoranea di Ponente per abbracciare uno scrigno di vite vegetali, vite animali e biodiversità oltremodo attrattive e fascinose.

Tra l'altro: il fratino ed il suo straordinario habitat, le dune, a difesa della costa, che rinascono, la flora spontanea diffusa, la poseidonia oceanica.

Ciò che addolora è che quella che stamane ci ha abbacinato è una natura che deve difendersi dalla insana aggressione dell'uomo. Avvertiamolo allora come dovere, e lo avvertano soprattutto Sindaco ed amministratori pubblici, quello di tutelare l'ambiente, salvaguardandolo nella sua complessità naturalistica e ponendo limiti alla potenza distruttiva dell'uomo. Da subito, perché non c'è più tempo».