Una partnership tra Comune di Barletta e privato per l'ex Palazzo delle Poste

L'ipotesi, avanzata dalla società acquirente, è un nuovo tassello del dibattito che oggi impegnerà il Consiglio comunale

mercoledì 30 dicembre 2020
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
Quella della prelazione non è l'unica strada percorribile per tutelare lo storico immobile di Piazza Caduti. Il Consiglio comunale di Barletta torna oggi a confrontarsi sul destino dell'ex Palazzo delle Poste e sull'opportunità di acquistarlo in luogo della società barlettana Palladio s.r.l. Lo farà aggiungendo un tassello al dibattito che negli ultimi mesi ha coinvolto associazioni e cittadini che hanno manifestato apprensione per il futuro dell'edificio.

Si tratta della possibilità di una partnership tra pubblico e privato per la gestione dell'immobile nel rispetto del vincolo della Soprintendenza ai beni culturali che dal 2003 tutela il palazzo da destinazioni diverse da quelle orientate alla fruizione pubblica. Lo fa sapere la stessa società acquirente in una lettera inviata nei giorni scorsi al sindaco Cosimo Cannito.

"Se tra gli obiettivi della politica – scrive – vi è anche quello di incentivare, come già avviene in altre grandi città, la collaborazione tra pubblico e privato quale occasione di impulso a rendere più vivibile e prestigiosa la città, vorrà sin da ora valutare la nostra disponibilità ad avviare un nuovo progetto per partire proprio da Piazza Caduti, quale novello luogo di unione tra storia e sviluppo economico-culturale".

Trattasi di una posizione che l'amministrazione dovrà valutare attentamente e che potrebbe rappresentare un'ancora di salvezza non solo per l'investimento del privato, ma anche per l'interesse del Comune. Per quanto, infatti, l'intendimento politico sia quello di mantenere la disponibilità dello storico edificio nel patrimonio architettonico e culturale della città, il costo per la sua acquisizione appare insostenibile per le casse comunali.

Il prezzo fissato quasi vent'anni fa di 2,6 milioni di euro "probabilmente non più in linea con i prezzi di mercato" sarebbe destinato a crescere considerate le spese aggiuntive derivanti dall'acquisto e gli interessi maturati in caso di ricorso ad un mutuo (per il quale i tempi sarebbero molto ristretti) con la Cassa Depositi e Prestiti. È su tali osservazioni che l'amministrazione in un incontro avuto con dirigenti, assessori e capigruppo consiliari ha espresso il suo orientamento contrario all'esercizio del diritto di prelazione, confortata dal vincolo che impedirebbe a qualunque privato di snaturare l'ex Palazzo delle Poste. Ogni intervento interno ed esterno, infatti, dovrà essere autorizzato e qualsivoglia utilizzo venga fatto dello stabile dovrà essere conforme al vincolo di carattere storico-culturale.

Circostanza peraltro confermata dalla stessa società che nella lettera aggiunge: "È nostro primario intendimento rassicurare istituzioni e cittadini che qualsiasi futuro progetto di utilizzazione dell'immobile non potrà prescindere dal rispetto del vincolo e del valore simbolico del fabbricato, essendo anzi nostra volontà pianificare interventi che valorizzino l'intera Piazza e garantiscano la fruibilità pubblica della facciata in cui avvenne l'eccidio dei nostri concittadini".

Il tempo stringe e il Consiglio comunale dovrà decidere se esercitare o meno la prelazione entro il 15 febbraio. In caso positivo, fa sapere la Palladio "non ci sottrarremo alle prelazioni in vostro favore, sia pure a malincuore, dovendo dirottare le nostre energie in altri investimenti con tutta probabilità fuori dal nostro territorio".